bushi (giapp. «uomo d'armi», «guerriero»)
(giapp. «uomo d’armi», «guerriero») Denominazione dei membri della classe guerriera in Giappone. Mononofu e sono talvolta usati come sinonimi. Nel periodo arcaico già vi erano una distinzione di ruoli nelle comunità e una nobiltà guerriera nei clan (uji). Tuttavia, le basi dell’ascesa della classe guerriera si ebbero in epoca Nara (710-794), con l’inizio del processo di creazione degli shoen (i territori esentati da tasse o dal sistema di restituzione all’imperatore per alcune generazioni), che venivano affidati a istituzioni religiose o a membri delle famiglie di notabili nelle province. Nello stesso tempo una società dai costumi marziali, autonoma dal centro e avvezza agli strumenti e alle armi di ferro, prendeva forma nelle province orientali. Durante l’era Heian (794-1185) nelle province gli shoen diventarono vere e proprie proprietà private, gestite in maniera indipendente dalla corte, mentre a livello provinciale apparve un’aristocrazia guerriera (buke) distinta dalle casate di corte (kuge). I signori degli shoen disponevano di gruppi armati di b., addestrati e legati a essi da vincoli di fedeltà personale. All’aiuto di questi capi e dei loro gruppi armati per sedare delle rivolte ricorse la corte stessa, costretta ad affidare speciali poteri ai buke, che diedero origine a vere e proprie alleanze militari regionali. Alla fine del 12° sec. due casate militari avevano raggiunto una grande potenza e si contendevano la lotta per la supremazia su tutto il territorio: i Taira e i Minamoto. La guerra genpei (1180-85) portò alla vittoria questi ultimi, il cui capo, Yoritomo, fu nominato sei-i-tai-shogun («grande condottiero incaricato di pacificare i barbari») nel 1192 e creò lo shogunato, istituzione inizialmente a carattere militare che in seguito si sovrappose all’autorità imperiale anche in campo politico e amministrativo. Per circa sette secoli la classe militare dominò il Paese: i Minamoto (1192-1333) a Kamakura, gli Ashikaga (1338-1573) a Heian kyo (od. Kyoto) e i Tokugawa (1603-1868) a Edo (od. Tokyo). I b. raggiunsero gradualmente il gradino più alto della società nipponica (fatta eccezione per i nobili di corte e i religiosi, categorie a parte). Dall’ultimo ventennio del 1500 le classi furono rigidamente separate, naturale proseguimento dell’importanza dei valori della genealogia e del sangue nella società giapponese. Dal loro stile di vita e dalla loro etica si sviluppò il cosiddetto , «la via del guerriero», precedentemente detto via della spada o via dell’arco e del cavallo. Alla fine del periodo Tokugawa (bakumatsu) il Giappone fu costretto ad «aprire» le frontiere ai commerci e all’influenza occidentale, il che causò disordini interni e la caduta dello shogunato. In epoca Meiji (1868-1912), con la restaurazione del potere imperiale, la divisione in classi e il sistema feudale dei furono aboliti, non senza provocare malcontento proprio fra le famiglie di bushi. I guerrieri si indirizzarono in particolar modo all’amministrazione e alla imprenditoria.