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BUSSY, Roger de Rabutin conte di, Bussy-Rabutin

di Luigi Foscolo Benedetto - Enciclopedia Italiana (1930)
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BUSSY, Roger de Rabutin conte di, Bussy-Rabutin

Luigi Foscolo Benedetto

Nacque a Epiry, di antichissima famiglia borgognona, il 13 aprile 1618; morì a Autun il 9 aprile 1693. A 16 anni alla testa di una compagnia nel reggimento di Léonor de Rabutin suo padre, e poco dopo colonnello del reggimento, a 27 luogotenente del re per il Nivernese e consigliere di stato, a 35 maître de camp generale della cavalleria leggiera e luogotenente generale dell'esercito, partecipe, dal 1634 al 1665, a tutte le campagne di guerra, segnalandosi spesso per il suo coraggio (particolarmente nel primo assedio di Mardick e nella battaglia delle Dune), non riuscì, nonostante i suoi reali meriti militari e l'indifferenza morale dei tempi, a conquistarsi la fiducia e la stima che portano al primo piano della vita pubblica, tanto gli furono funeste la sua innegabile leggerezza di re della moda e di gaudente, la fama chiassosa delle sue avventure private, l'arditezza e la pretensione delle sue boutades letterarie ("le meilleur officier de son armée pour les chansons", lo definì il suo generale, il Turenne). Non solo non ebbe il maresciallato, ma dopo una carriera così brillante, venne rinchiuso nella Bastiglia (1665-1666) e quindi esiliato nel suo castello di Borgogna, ove restò 17 anni senza essere riammesso alla corte. Alla sua disgrazia e alla sua prigionia devono aver contribuito più ragioni: forse il ricordo dell'equivoca condotta tenuta durante la Fronda (fino al 1651 il Bussy fu del partito di Condé e dei principi), forse lo scandalo suscitato dalla cosiddetta orgia di Roissy (profanazione, con turpi baldorie, della settimana santa), assai probabilmente la scoperta di rapporti d'affari tra il B. ed il sopraintendente Fouquet e l'impossibilità da parte del governo di restituire al B. le somme enormi da lui anticipate nei suoi varî comandi militari per il mantenimento delle truppe, somme ch'egli non si stancava di reclamare. Servì di pretesto la pubblicazione, fatta all'insaputa del B., della sua Histoire amoureuse des Gaules: opera da lui abbozzata per consolare in una sua malattia la sua amante Madame de Montglas e amorosamente ultimata, con visibili intenti d'arte: storia scandalosa della grande società del suo tempo, con le più scabrose intimità di alcova. Il carattere libellistico dello scritto fu aggravato dalle aggiunte gratuite degli editori e dalle continuazioni apocrife divulgate sotto il suo nome. Il successo enorme dell'opera confermò la riputazione di letterato che già il B. si era guadagnata con altre opere diffuse a penna: con le graziose Maxímes d'amour in versi, e con la Carte du pays de braquerie, preannuncio ardito della Histoire. Venne eletto membro dell'Accademia francese.

Dopo la sua morte ebbe un successo grandissimo la pubblicazione della sua Correspondance (14 edizioni in 40 anni). Meno fortunati i Mémoires, usciti postumi anch'essi nel 1696, composti dal B. durante il suo esilio in Borgogna, di scarso interesse storico e letterario, per l'eccessiva e tediosa insistenza con cui l'autore resta attaccato ai suoi personali interessi. Tra le cose rivelate dopo la sua morte meritano di essere ricordate: un Discottrs sur le bon usage des adversitez (1694), una Histoire en abrégé de Louis le Grand (1699), una Traduction des lettres d'Héloïse et d'Abélard (la prima versione francese, dopo Jean de Meung). È uno dei meriti letterarî del B., di avere sentito la bellezza delle lettere di sua cugina, la marchesa di Sévigné, e di avere gelosamente conservate per la posterità, in raccolte speciali raccomandate alla pietà della figlia e del padre Bouhours, la maggior parte di quelle ricevute da lei.

Edizioni: L'edizione migliore della Hist. amoureuse rimane quella curata da P. Boiteau, nella Bibl. Elzévirienne, 1856. Per i Mémoires, da consultarsi l'edizione Lalanne (Parigi 1856, 2 voll.) e per la Correspondance l'edizione Lalanne (Parigi 1858-9, 6 voll.).

Bibl.: A. Bazin, B.R., in Revue des deux mondes del 15 luglio 1842; Sainte-Beuve, Causeries du lundi, X, iii; E. Gérard-Gailly, Un académicien grand seigneur et libertin au XVIIe siècle: Bussy-Rabutin. Sa vie, ses oeuvres et ses amies, Parigi, Champion 1909.

Vedi anche
Maria Mancini Nobildonna (Roma 1639 - forse Pisa 1715 circa), sorella di Laura e Olimpia. Figlia di Michele Lorenzo e di Girolama Mazzarino, sorella del cardinale, fu chiamata dallo zio in Francia (1654), ove ispirò una viva passione in Luigi XIV e ne divenne l'amante. Costretta (1659) a separarsene per l'energica ... Molière, Jean-Baptiste Poquelin detto Commediografo (Parigi 1622 - ivi 1673). Assunse il nome d'arte di M. dopo essersi dato al teatro. Studiò a Parigi nel collegio di Clermont (oggi liceo Louis-le-Grand), retto dai gesuiti; fece in seguito, almeno pro forma, gli studî di diritto e seguì con ogni probabilità le lezioni del filosofo Gassendi. ... Académie française Istituzione sorta (1629 ca.) dalle riunioni di un gruppo di letterati e organizzata regolarmente per opera di Richelieu, che nel 1635 ne divenne ‘protettore’ e le affidò il compito di preparare un dizionario, una grammatica, una retorica e una poetica. Con il successivo protettore, P. Séguier, acquistò ... Bastiglia (fr. Bastille) Fortezza parigina; costruita tra 1370 e 1382, fin dall’epoca di Luigi XI servì come prigione e luogo di tortura dei condannati a morte, e sotto Enrico IV anche a conservare il tesoro regio. Al tempo di Luigi XIII, divenne prigione di Stato. Il 14 luglio 1789 fu presa d’assalto e incendiata ...
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    Scrittore francese detto anche Bussy-Rabutin (Épiry, Nivernais, 1618 - Autun 1693); brillante e valoroso ufficiale, ebbe fama di re della moda e di libertino. Fu arrestato e rinchiuso alla Bastiglia (1665-66), forse per la sua condotta durante la Fronda e i rapporti con N. Fouquet; contribuì alla sua ...
Vocabolario
pro-Conte
pro-Conte (pro Conte) loc. agg.le Favorevole al politico Giuseppe Conte o all’allenatore di calcio Antonio Conte. ♦ Ed è proprio l'ex del Cagliari a segnare (11' st) l'unica rete del secondo tempo, a fissare il punteggio tennistico sul...
cónte
conte cónte s. m. [dal fr. e provenz. ant. conte, che è il lat. comes -mĭtis, propr. «compagno di viaggio», comp. di com (forma arcaica e compositiva per cum «con», con-) e tema di ire «andare»]. – 1. Titolo nobiliare che nella gerarchia...
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