BUTE, John Stuart, terzo conte di
Nato nel 1713, era feudatario dell'isola di Bute e vi si trovava, quando nel 1745 il pretendente Carlo Edoardo sbarcò in Scozia. Il B., che era già stato pari rappresentativo per il quadriennio 1737-41, corse allora a Londra per offrire l'opera sua al governo del re Giorgio II. La buona fortuna lo pose in relazione col principe di Galles e, alla morte di questo, ottenne la fiducia della vedova che lo collocò come ciambellano presso suo figlio, il futuro Giorgio III. Il B. era uomo colto devoto alla casa di Hannover, ma scevro dai pregiudizî dei magnati whigs. Aveva fatto leggere al principe ereditario gli scritti del Bolingbroke e lo aveva educato ad un altissimo concetto della sua missione. Salendo al trono nell'ottobre del 1760, il nuovo re chiamò subito nel suo consiglio privato il B., che dovette essere considerato come suo interprete anche presso i ministri. Nel 1761, il B. fu nominato segretario di stato e cominciò a fare opposizione alla politica bellicosa del Pitt, ritardando la dichiarazione di guerra alla Spagna. Il Pitt, non avendo l'appoggio né del re, né dei colleghi di ministero, si dimise il 5 ottobre 1761. L'anno seguente, il B. divenne primo lord del tesoro e capo effettivo del governo. Uno dopo l'altro, i grandi signori whigs furono sostituiti nelle cariche dello stato dai cosiddetti "amici del re", che erano poi quelli del B., tutti desiderosi di sostituire alla tutela dell'aristocrazia parlamentare sul governo del re, l'iniziativa di questo nella politica generale.
La prima applicazione di questo principio fu fatta dal B. nelle trattative avviate sin dalla primavera del 1762, per il tramite dei ministri del re di Sardegna a Londra e a Parigi, per un riavvicinamento con la Francia, consolidando i grandi vantaggi ottenuti dalle flotte inglesi e dai corpi di spedizione operanti negli scacchieri extra-europei. La pace era effettivamente desiderata dalla popolazione; ma la classe politica, che aveva predominato durante il regno precedente, si opponeva a ogni concessione alla Spagna. Il B. fu quindi denunciato come traditore anche dal duca di Bedford, principale negoziatore inglese alla pace di Fontainebleau; ma fu poi accertato che, indipendentemente dal tono imprudente delle lettere del B. al duca di Choiseul, questi aveva potuto procurarsi preziose informazioni sulla linea di condotta decisa dal Gabinetto di Londra soltanto per mezzo del celebre agente segreto cavaliere d'Eon. I preliminari di Fontainebleau, confermati nel febbraio del 1763 dalla pace di Parigi, assicuravano all'Inghilterra il possesso del Canada e dell'India; ma l'opposizione, poco valutando questi risultati, trasportò la lotta dal terreno della politica estera a quello della politica finanziaria. Un prestito, reso necessario dalle spese della guerra, e altre imposte fornirono occasione a una campagna della stampa. Il B., temendo forse di compromettere il re, si dimise da ministro l'8 aprile 1763, ma continuò ad agire dietro le quinte come persona di fiducia del re, finché il nuovo ministro duca di Bedford-Grenville ottenne che il B. si ritirasse in una sua proprietà di campagna. Non cessarono per questo gli attacchi della stampa, specie del North Briton. Nel 1765 l'opposizione sfruttò un messaggio del re che stabiliva le norme di un'eventuale reggenza, ad esempio di quella in vigore durante il regno precedente. Il duca di Bedford si prestò a intrighi per escludere da tale reggenza la madre del re, mirando a colpire il B., presunto inspiratore del messaggio reale, e si alienò definitivamente il re che chiamò al potere i whigs.
La passione politica creò molte leggende a danno del B. ed attribuì alla sua influenza anche l'introduzione della tassa del bollo che diede occasione alla rivolta delle colonie americane. Ma ormai il B. si era convinto di non poter più aspirare al governo; e quando il Pitt fu nominato pari e costituì il suo gabinetto nel 1776, il B. si tenne pago dei favori distribuiti alla sua famiglia dal nuovo ministro e rimase lontano dagli affari. Egli visse sino al 10 marzo 1792, ma fu estraneo agli ulteriori tentativi del re Giorgio III di attuare con l'aiuto dei tories una politica personale.
Bibl.: Macfarlan, History of the first ten years of the reign of George III, Londra 1783; J. Nicholls, Recollections and reflections as connected with public affairs during the reign of George III, Londra 1820; Grenville papers, Londra 1852; A. von Ruville, William Pitt und Graf Bute, Berlino 1895.