Vedi BUTERA dell'anno: 1959 - 1994
BUTERA
Moderna cittadina sulla collina a circa 20 km a N-O di Gela; ivi gli scavi condotti dall'Orsi e quelli di questi ultimi tempi hanno rivelato, soprattutto attraverso l'esplorazione della necropoli, l'esistenza di un centro siculo le cui origini possono risalire fino al 750-730 a. C. Con il secondo venticinquennio del VII sec. a. C., si stabiliscono contatti con la colonia rodio-cretese di Gela. Accanto ai corredi d'importazione appaiono subito anche i prodotti delle fabbriche locali, che cercano di imitare le officine della costa.
La necropoli presenta quattro strati: il I, più antico, ha tombe a cameretta con fibule bronzee, oinòchòai decorate a fasce parallele o a flabelli in rosso, vasi a decorazione geometrica incisa. Il II presenta sepolture in pìthoi, in anfore cinerarie, o deposizioni terragne coperte di un pìthos sezionato verticalmente, oppure grandi tombe a blocchi con recinti di muretti a secco. I pìthoi sono decorati con flabelli, di fabbrica geloa, come altri vasi decorati a bande discendenti e a fasce parallele. A fabbriche locali appartengono i vasi di argilla sabbiosa con decorazione geometrica, le anfore con decorazione metopale riempita talora con clessidre o con tremoli obliqui, o a scacchiera o a losanghe desunte dal repertorio dei ceramisti della colonia rodio-cretese. La datazione di questo strato è accertata dai vasi greci importati dalla prima metà del VII sec. a. C. fino al 600 a. C. Si hanno sköphoi protocorinzî e lèkythoi argive, fibule bronzee, molte di ferro, collane bronzee e bronzetti raffiguranti arieti e cagnolini di produzione locale.
Si introduce il rito della cremazione e dell'enchytrismòs e il rito dell'akephalia poiché nei pithoi e negli anforoni si incontrarono le teste mischiate alle ceneri del resto del corpo. Il III strato è costituito da epthömbia, monumenti funerarî a piramide gradinata, e da tombe coperte a "cappuccina"; i monumenti a gradini erano decorati con plinti sormontati da colonne o da erme. Il corredo ha statuette fittili, vasi sicelioti, pissidi, lèkythoi, unguentarî piriformi, databili, per l'associazione con le monete, tra la seconda metà del IV sec. e l'inizio del III sec. a. C. Il IV strato, con rito a inumazione, presenta tombe terragne con pareti di muri a secco e copertura di lastroni, o sarcofagi di terracotta, con corredo di unguentari fusiformi, e si data tra il III e il II sec. a. C. Capanne sicule con materiale cirrispondente al I strato sono venute in luce nel pendio O (contrada Consi); caratteristico un cavallino fittile, opera locale della fine dell'VIII sec. a. C. Ai piedi della collina si è scoperto il deposito di un altare campestre (burrone di Fontana Calda), in un luogo dove sgorgano vene d'acqua, centro di culto dall'VIII a. C. al VI sec. d. C. con ricco materiale votivo, fra cui un bovide in bronzo e un leprotto su capitello ionico, statuette fittili di una figura femminile in trono del VI sec. a. C., di flautiste e offerenti con porcellino del V sec. a. C. Dopo un hiatus dovuto alle guerre e distruzioni dopo la battaglia del 405 a. C., gli ex voto riprendono, nel periodo di Timoleonte, con statuette fittili di Artemide, di menadi dormienti, di ninfe, di flautiste, di figure fliaciche; dopo le statuette con acconciatura a spicchi, tra il 310 e il 250 a. C., si hanno le monete ellenistiche, gli unguentarî fusiformi, lucerne, vasi antichi, terra sigillata chiara, lucerne cristiane fino al VI sec. d. C. Una grondaia leonina in pietra locale della prima metà del V sec. a. C., nella contrada Fiume di Mallo, a N di B., testimonia forse un tempio. Oltre al materiale bizantino va ricordata l'iscrizione cristiana graffita su un vaso della fine del IV sec. a. C. Il nome di questo centro era forse Maktorion, luogo di rifugio della popolazione geba, in seguito, verso la fine del VII sec. a. C., ad una stasis (Herod., vii, 153).
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