Vedi BUTERA dell'anno: 1959 - 1994
BUTERA (v. vol. II, p. 231)
Dopo le due campagne di scavo condotte nel 1951 e nel 1954 da D. Adamesteanu nella necropoli di Piano della Fiera, i cui risultati sono stati pubblicati dallo studioso nel 1958, nessuna indagine di rilievo ha interessato B.; tuttavia proprio la revisione di alcuni dati emersi da quegli scavi ha consentito di includere B. in un quadro storico e culturale più ampio.
Nella necropoli di Piano della Fiera sono stati distinti due strati, il primo dei quali - privo di ceramica greca di importazione - si colloca cronologicamente nel corso dell'VIII e nei primi anni del VII sec. a.C. Il secondo invece, che si differenzia manifestamente dal precedente per la presenza di ceramica protocorinzia e subgeometrica di importazione accanto ai vasi indigeni e per il rito funerario misto di inumazione e incinerazione, è databile in un arco di tempo che include tutto il VII e il primo venticinquennio del VI sec. a.C. Tali differenze sono state spiegate verosimilmente con il contatto tra B. e la colonia rodio-cretese di Gela fondata nei primi anni del VII sec. a.C.
Le frequenti analogie di materiale - databile entro la prima metà del VII sec. a.C. - rinvenuto nelle necropoli di B. e di Gela dimostrano che il centro sicano entrò molto presto nella sfera di influenza della colonia rodio-cretese, condizione peraltro necessaria a Gela per assicurarsi il controllo del retroterra. Del resto nessun altro centro indigeno compreso nella sfera geloa rivela contatti così precoci. L'esattezza di queste considerazioni porterebbe a identificare B. con Omphake, il πόλισμα Σικανών che nella testimonianza di Pausania (VIII, 46, 2) viene ricordato come il primo centro indigeno subito conquistato dai Geloi sotto la guida dell'ecista Antifemo. In tal caso verrebbe a cadere l'identificazione - in precedenza cautamente proposta da D. Adamesteanu - di B. con Maktorion, sito da ricercare invece tra gli altri centri indigeni che fanno corona a Gela.
Nel II strato della necropoli di B. è attestato l'uso funerario della «acefalia» in base al quale i crani dei defunti venivano deposti accanto ai resti del corpo cremato o da soli. Lo stesso rituale si ritrova nella terza fase della necropoli di Priniàs, collocabile cronologicamente in un periodo che occupa tutto l'VIII e la prima metà del VII sec. a.C., ed è un'ulteriore testimonianza degli stretti legami intercorrenti tra Gela e Creta nel VII sec. a.C. e della penetrazione di questi elementi in ambito indigeno.
Ulteriori testimonianze del periodo greco nonché di quello romano sono riscontrabili in varie zone del territorio di B.: fattorie greche databili tra il VI e il III sec. a.C. sono state identificate e talvolta scavate nella zona circostante B. a Fiume di Mallo, Contrada Priorato, Milingiana, S. Giuliano. Ancora nella zona di Contrada Priorato e presso Suor Marchesa sono state rinvenute alcune sepolture di età imperiale che sono da porre in connessione con fattorie e modesti villaggi collocati nelle vicinanze.
I materiali colà ritrovati sono conservati nel Museo Provinciale di Gela.
Bibl.: D. Adamesteanu, Scavi e scoperte dal 1951 al 1957 nella Prov. di Caltanissetta. P.I.: Butera. Piano della Piera, Consi e Fontana Calda, in MonAnt, XLIV, 1958, coli. 205-672; id., in NSc, s. VIII, XII, 1958, pp. 350 ss., 364-382; id., L'opera di Timoleonte nella Sicilia centro-meridionale vista attraverso gli scavi e le ricerche archeologiche. Butera, in Kokalos, IV, 1958, p. 40 ss.; P. Orlandini, Omphake e Maktorion, ibid., VII, 1961, pp. 145-149; id., L'espansione di Gela nella Sicilia centro-meridionale, ibid., VIII, 1962, p. 77 ss.; id., in The Princeton Encyclopedia of Classical Sites, Princeton 19792, s.v.; G. Guzzone, Sulla necropoli protostorica di Butera. I recinti funerari 138 e 139, in ArchStorSicilia, LXXXI-LXXXII, 1985-1986, pp. 7-41; G. Rizza, La necropoli di Butera e i rapporti fra Sicilia e Creta in età protoarcaica, in Atti del VI Congresso Internazionale di Studi sulla Sicilia antica, Palermo 1984 (Kokalos, XXX-XXXI, 1984-1985), Roma 1987, pp. 65-70.