BUTKARA
. Antica città dell'Uḍḍiyanā (Swāt, Pakistan; cfr. pakistan, in App. III, 11, pp. 346-47), la cui area sacra la missione archeologica italiana ha terminato di scavare nel 1962. La chiave per la lettura del sito rimane il grande stūpa di pietra a pianta circolare e circondato da colonne, in cui si riconoscono cinque fasi costruttive. Di queste vanno ricordate la terza (fine del 1° secolo a. C.- inizi del 1° secolo d. C.), dove si trova uno stūpa simile al Dharmarājikā di Taxila, e la quarta (prima metà del 4° secolo d. C.), di cui resta la testimonianza del pellegrino cinese Sung Yun, che visitò il paese intorno al 520 d. C. Lo scavo di B. è forse il più importante ai fini di fissare una cronologia nell'intricato campo dell'India buddhista del nord-ovest. Le moltissime sculture di scisto verde provenienti dall'area sacra - conservate in parte al Museo archeologico di Saidu Sharif e in parte al Museo nazionale di arte orientale in Roma - costituiscono un corpus fondamentale nello studio dell'arte del Gandhāra, al cui interno si distinguono per caratteri stilistici autonomi. (Vedi anche swāt, in questa App.).
Bibl.: D. Faccenna, Sculptures from the sacred area of Butkara I (Swat, Pakistan), II e III, Roma 1962 e 1964; id., Excavations of the Italian archaeological mission (IsMEO) in Pakistan: Some problems of Gandharan art and architecture, in Central Asia in the Kushan period, I, Mosca 1974, pp. 126-76.