buttare
. Propriamente " scagliare ", " gettare ", " tirare con forza " qualcosa in una certa direzione; per esempio frecce, dardi (e infatti in Fiore CCIV 7 il verbo, usato assolutamente, ha il valore di " saettare ": cfr. Petronio, ad l.); in Fiore VII 1 e CLXXXV 9 ‛ b. fuori ' (o ‛ di fora ') significa " cacciare ", " mandare via ", " espellere ". Assai interessante è il passaggio semantico per cui il verbo viene a significare " distogliere " (qualcuno da un'idea, da un'azione: Fiore XXXIX 2 Di trarreti d'amar non è mia 'ntenza ... né da ciò non ti butto).
Oltre a questi quattro luoghi del Fiore, il vocabolo appare una sola altra volta in D.: If XXI 43 Là giù 'l buttò, e per lo scoglio duro / si volse. Non pare che il verbo abbia qui il senso proprio di " scagliare " qualcosa in una precisa direzione, bensì di " gettare a caso " un oggetto: il demonio si libera del peso del dannato, e lo lascia cadere nella pece che punisce i barattieri; immediatamente dopo torna indietro per prenderne un altro; e giustamente il Landino nota come il verbo contribuisca, insieme con l'appropriato paragone col mastino sciolto (v. 44), a rendere l'effetto della velocità con cui il diavolo, abbandonata l'anima a sé stessa e non curandosi di dove o come essa cada, si volge di nuovo all'occupazione assegnatagli. Il vocabolo e l'uso particolare ben s'accordano con la comica' intonazione generale del canto.