BUZZI, Giovanni Battista, detto il Viggiù
Seguendo una tradizione artigianale e artistica comune a quasi tutti i membri della sua famiglia di scultori, dal paese originario in provincia di Varese, il B. si trasferì a lavorare nel cantiere più importante di Lombardia, la Fabbrica del duomo di Milano: il 4 giugno 1626 (Annali, V, p. 137) fu ammesso a lavorare nelle botteghe di Camposanto come intagliatore di marmi. Notizie circa sue opere riprendono ad apparire negli Annali della Fabbrica dopo il 1632, anno di cessazione della peste che aveva determinato ovviamente un rallentamento nei lavori di decorazione del duomo. In data 5 giugno dello stesso anno si trova il pagamento di una statua di marmo per un acquedotto (p. 168), non identificato. Nell'aprile-luglio 1633 gli viene pagato un altro acquedotto (p. 171) e nel dicembre gli viene dato un acconto per una "statua di Sansone" che, quando viene saldata (23 dic. 1636; p. 183), si dice egli abbia "riformato e rifabbricato" perché principiata da altri; secondo il Nebbia, questo Sansone è nel braccio di croce settentrionale del duomo e corrisponde alla statua n. 294 della sua classificazione. Il nome del B. ricorre ancora, associato a quello dello scultore Domenico Prestinari, in un documento in data 4 giugno 1635 per il pagamento di alcune statue e pezzi decorativi eseguiti per l'arco trionfale eretto nella piazza del Duomo in occasione della entrata in Milano del card. Monti.
Il pagamento si riferisce al lavoro fatto, in collaborazione con il Prestinari, "per restaurare tre figure delle vecchie et fatto di nuovo un cavallo, un camello e un leone", vari elementi decorativi; "Più fatto una statoa de novo, nominata per l'America con oro in mano et con cocodrillo ai piedi. Più fatta una figura, detta la Fama, grande più delle altre con doi trombe et ale, a sedere sopra sei monti" (p. 180).
Le notizie riguardanti il B. cessano nel 1648 (in data 30 luglio risulta morto: Milano, Arch. stor. civ., cart. 139).
Fonti e Bibl.: Annali della Fabbrica del duomo…, V, Milano 1883, pp. 137-183 (passim); U.Nebbia, La scultura nel duomo..., Milano 1908, p. 284.