BYRHTFERTH
. Monaco nel chiostro di Ramsay (Hungtingdonshire), il cui nome d'origine, secondo Leland, fu Thorneganus, compose, circa l'anno 1000, un manuale in anglosassone, probabilmente a Dorchester, dove era stato eletto al Capitolo della Cattedrale. Nel suo Handboc o Enchiridion (ms. nella Bodleiana, Ashmole, 328), una miscellanea di varia erudizione, egli tratta, fra l'altro, delle divisioni dell'anno, della computazione della Pasqua, della Creazione, de' peccati capitali; discorre inoltre dei numeri, dell'alfabeto, e svolge nozioni di grammatica, prosodia e rettorica. L'opera si conchiude con due omelie: sul Giudizio Universale e sulle virtù cardinali. Egli attinge soprattutto agli scritti di S. Beda; na fa pure uso delle opere di Rabano Mauro, S. Agostino e S. Isidoro; fa menzione di Omero, Virgilio, Orazio e Lucano; fra gli omileti anglosassoni conosce i suoi contemporanei Aelfric e Wulfstan, e com'essi usa rima e allitterazione nella sua prosa. Compose inoltre, in latino, commentarî sul De Temporum Ratione ed il De Natura Rerum di S. Beda, De Prmcipiis Mathematicis, e De Institutione Monachorum; e gli è anche stata attribuita una Vita Dunstani; di Dunstan sembra infatti essere stato uno dei primi discepoli.
Bibl.: F. Kluge, in Anglia, VIII, pp. 298-337; K. Classen, Ueber das Leben und die Schriften Byrhferths, Dresda 1896.