SOREX, C. Norbanus
Nella vita di Silla (v.) Plutarco parla della dimestichezza del dittatore con un attore, l'archimimo Norbanus Sorex, che gli fu compagno negli ultimi mesi di vita, a Pozzuoli, nel 78 a. C. (Plut., Sulla, 36).
Il 16 febbraio 1765, nel tempio di Iside, a Pompei, fu trovata un'erma in marmo sormontata da un ritratto di bronzo (Napoli, Museo Naz., Inv. 4991); sull'erma l'iscrizione (C. I. L., x, 1, 814): C. Norbani/Soricis/secundarum/ mag. pagi/Aug. Felicis/suburbani/ex d. d./loc. d. Un'altra erma, con identica iscrizione, ma priva del ritratto, perduto, fu poi trovata nell'Edificio di Eurnachia (v. pompei). L'iscrizione dice che i funzionari dai quali dipendeva il quartiere suburbano Augusto Felice posero a disposizione, visto il decreto dei decurioni, il luogo per la immagine (parola, questa, sottintesa dal caso genitivo al quale è posto il nome proprio) di Gaio Norbano Sorice, attore di parti secondarie. Nonostante la discordanza tra la qualifica di primo attore, che si trova in Plutarco, e quella di generico, che si legge nell'iscrizione, fu ritenuto di poter identificare nel ritratto pompeiano l'amico di Silla (Arndt, Hekler, ecc.). In tal modo questo busto veniva ad assumere una notevole importanza documentaria, sia cronologica che stilistica, per la storia del ritratto romano di età repubblicana, sempre problematica a causa della esistenza di varie correnti artistiche nello stesso tempo. (v. ritratto; romana, arte). Fu però osservato in seguito (Goethert), che la denominazione del pagus Augustus Felix, se implicava una sicura connessione con Silla, che ebbe la denominazione di Felix (mai più usata dopo di lui) e che aveva dedotto la colonia a Pompei nell'80 a. C., implicava anche, forzatamente (col primo dei due nomi) l'età augustea. Tale obiezione indusse successivi studiosi ad accettare per il ritratto datazione in età augustea o addirittura in epoca claudia (Goethert, Sieveking, Vessberg, De Franciscis); oppure a evitare la sua menzione nella esposizione storica dell'arte romana. Un importante punto di riferimento veniva così a mancare, essendo divenuto per lo meno dubbio.
Altri studiosi hanno poi ripreso la questione (Curtius, Poulsen, Schweitzer, seguiti dal Byvanck) e riconfermato la datazione in età repubblicana attorno al 65-60 a. C., in base a persuasivi confronti stilistici e tipologici (forma del busto). Lo Schweitzer costituì attorno al ritratto di S. un gruppo ("gruppo E") abbastanza coerente, che sta fra il cosiddetto Arringatore (v. vol. i, fig. 875) e il ritratto più giovanile di Pompeo (Venezia, Museo Archeologico, v. pompeo), che precede quello di età più matura (Copenaghen, Glypt. Ny Carlsberg) databile attorno al 53-52 a. C. (Da questo gruppo occorre tuttavia espungere il n. 6, terracotta al museo di Boston n. 01.8oo8, che è da ritenersi non antico). La difficoltà offerta dalla discrepanza fra l'iscrizione e Plutarco nella qualifica dell'attore, è facilmente superabile; tanto più che l'intento del biografo, che scriveva circa 180 anni dopo la morte di Silla, non era di storico, ma di moralista. E quella della indubbia datazione augustea della iscrizione, si supera osservando che essa non si riferisce affatto alla dedica del busto, ma solo al collocamento in quel dato luogo; il che può essere avvenuto in un secondo tempo, anche in seguito a spostamento da una precedente collocazione o a una disposizione prima non eseguita. Che il ritratto sia replica augustea di un originale precedente sembra da escludersi in base alle osservazioni formali (e si potrebbe confrontare con l'analogo ritratto in bronzo, New York, Metropolitan Mus. n. 14.40.696, probabile replica augustea di un ritratto dello stesso gruppo). Il nome di S., che sembra indicare un liberto di C. Norbanus, console dell'anno 83; la connessione del ritratto con i magistrati di un quartiere che portava il nome di Silla; la concordanza stilistica assai più persuasiva con opere del secondo terzo del I sec. a. C. che con opere di età augustea o claudia, portano a concludere in modo favorevole alla identificazione del personaggio, onorato a Pompei per qualche sua munificenza, con l'attore amico degli ultimi mesi di vita di Silla e a restituire così il pieno valore del documento.
Bibl.: Guida Ruesch, p. 228, n. 929; Arndt-Bruckmann, Griechische u. Römische Porträts, Monaco 1891, tavv. 457-58; A. Hekler, Bildniskunst, Stoccarda 1912, tav. 130; Kluge-Lehmann Hartleben, Die ant. Grossbronzen, II, Berlino-Lipsia 1927, p. 84, fig. i; R. Bianchi Bandinelli, Il "Bruto" Capitolino scultura etrusca, in Dedalo, VIII, 1927, p. 5 ss.; Fr. W. Goethert, Zur Kunst d. Röm. Republik, Berlino 1931, p. 23 ss.; J. Sieveking, in Gnomon, 8, 1932, p. 424; id., in Münchner Jahrb., N. F. 12, 1937-38, p. 182 ss.; L. Curtius, in Röm. Mitt., L, 1935, p. 302, n. 2; Fr. Poulsen, Probleme d. röm. Ikonographie, Copenaghen 1937, p. 22; id., in Dragma M. P. Nilsson dedicatum, Lund-Lipsia 1939, p. 413; O. Vessberg, Studien z. Kunstgesch. d. röm. Republik, Lund 1941, p. 228 ss.; B. Schweitzer, Die Bildniskunst d. röm. Republik, Lipsia 1948, p. 79 ss., figg. 99, 103; A. De Franciscis, Il ritratto romano a Pompei, Napoli 1951, p. 27 ss.; A. W. Byvanck, De Kunst der Oudheid, vol. IV, Leida 1960, p. 218.