CABINDA (A. T., 118-119)
Possedimento portoghese sulla costa dell'Atlantico. Fa parte dell'Angola, dalla quale è separato da un lembo del territorio del Congo Belga, col quale confina a S. e a E.; a N. confina con l'Africa Equatoriale Francese (Medio Congo). I confini sono stati fissati dalla convenzione del 25 maggio 1891 fra il Portogallo e lo Stato libero del Congo, e dalla convenzione del 12 maggio 1886 fra il Portogallo e la Francia. I Portoghesi, che occuparono la costa nel punto ove poi è sorta la piccola città di Cabinda, dopo la scoperta dell'estuario del Congo vi fondarono uno stabilimento, che divenne uno dei principali mercati di schiavi del Congo e scalo del loro imbarco per il Brasile. Tale stabilimento fu distrutto dai Francesi nel 1783, ma dopo qualche anno fu rioccupato dai Portoghesi. Cabinda ha una superficie di 4000 kmq. e una popolazione di circa 10.000 abitanti, negri robusti, intelligenti, di indole mite. Vi sono fra essi buoni agricoltori, fabbri, tessitori, falegnami; i carpentieri costruiscono imbarcazioni che fanno navigazione di cabotaggio dal Gabon (Africa Equatoriale Francese) a Mossamedes (Angola).
Il territorio della colonia è costituito da una zona pianeggiante, o leggermente ondulata, limitata verso l'interno dal versante occidentale della catena dei Monti Mayombe (500 m.); è solcato da varî corsi d'acqua, dei quali il principale è lo Chiloango, in gran parte navigabile. Il paese è fertile e ben coltivato, ed è provvisto di minerali utili. I prodotti principali sono avorio, miele e cera.
Il basso Chiloango divide la Colonia in due distretti: di Cacongo a N., e di Cabinda a S. I centri abitati principali sono Massabi, presso il confine settentrionale, Landana, alla foce dello Chiloango, e Cabinda, il capoluogo, alla foce del piccolo fiume Bele, con buon ancoraggio, a 60 km. a N. di Banana (foce del Congo), con stazione radiotelegrafica, e una missione cattolica.