caccia
. In senso proprio, l'azione del cacciare, come inseguimento e appostamento di animali per catturarli o ucciderli, in lf XII 57 (detto dei Centauri, guardiani dei violenti, armati di saette, / come solien nel mondo andare a caccia) e Fiore LVIII 8 (detto del cane, per istinto di natura portato a cacciare: Natur'è quella che le v'ha fetate / sì com'ell'ha fetato a caccia il cane). Esteso, invece, a significare l'inseguimento di esseri umani, per ucciderli o farli prigionieri, in If XXIII 33 (noi fuggirem l'imaginata caccia: sono D. e Virgilio che tentano di sfuggire alla c. dei diavoli di Malebranche), Pg XIII 119 (i Senesi Rotti fuor... e Alti ne li amari / passi di fuga; e veggendo la caccia, / letizia presi a tutte altre dispari). In Pg III 124 'l pastor di Cosenza [Bartolomeo Pignatelli]... a la caccia / di me [Manfredi] fu messo per Clemente [IV], il vocabolo compare in un " accenno... aristocraticamente incisivo e fugace " (Momigliano), e si arricchisce di suggestive implicazioni qualora si rifletta alla circostanza che la caccia è bandita per sottrarre alla guardia de la grave mora il cadavere di Manfredi e ‛ trasmutarlo ' fuor dal regno (v. 129): una c. perciò ancora più crudele e inumana perché sollecitata da odio che non s'appaga neppure dinanzi alla morte. Figurato in Rime XCV 14 l'affronto de la gente verde [" della gentile giovane "] / parmi che la tua caccia non seguer de', dove c. vale " inseguimento ideale " (Contini).
In If XIII 113 indica il gruppo dei battitori e dei cani che inseguono un cinghiale: similemente a colui che venire / sente 'l porco e la caccia a la sua posta.
Controversa la spiegazione di Pg VI 15 Quiv'era l'Aretin che da le braccia / fiere di Ghin di Tacco ebbe la morte, / e l'altro ch'annegò correndo in caccia; infatti l'italiano antico usava c. sia in senso attivo che passivo: oltre all'esempio del Giamboni (citato dal Barbi, Problemi 1222), l'uso passivo è testimoniato proprio dal Fiore nell'espressione ‛ mettere in c. ', cioè " in fuga ", che ricorre in alcuni luoghi (XIII 13, LXX 7, XCIII 11). ‛ Correndo in c. ' di Pg VI 15 può pertanto significare " mentre inseguiva " (come vuole Pietro Alighieri e con lui Benvenuto: " dum persequeretur hostes "), ma anche " mentre fuggiva " (Lana, Buti). Non è quindi possibile precisare se Guccio dei Tarlati di Pietramala (l'altro ch'annegò correndo in caccia) sia morto annegato mentre tentava la fuga dai nemici che l'inseguivano nel corso della battaglia di Campaldino, o mentre invece li inseguiva.
Singolare la locuzione ‛ intrar in c. ' di Fiore CLIX 3 Buon accontar fa uom ch'abbia danari / ... con quel cotal fa buon intrar in caccia, nel senso di " star continuamente dietro, alle costole ", " frequentare con insistenza, assiduità, insolenza " un uomo ricco per cavarne denari.