CACCIA
. La forma metrica della caccia in rima, già nota in Francia alla fine del sec. XIII, è, sebbene priva d'incatenatura affine alla frottola; e anche la stessa origne francese sembra escludere una sua derivazione dal madrigale. Fiorita in Italia soprattutto negli ultimi decenni del sec. XIV, quando si ebbero tra l'altro, tre famose cacce di Franco Sacchetti, essa visse in tutta Europa sino alla fine del Cinquecento, rappresentando con molta vivacità, accanto alle originarie scene di caccia, idilli varîi, scene dialogate di pesca, di mercato, persino di battaglia.
La forma mugicale della caccia solo in Italia raggiunse un completo sviluppo (v. ars nova); essa consisteva generalmente in un canone a due voci, all'ottava, con l'aggiunta non obbligata d'un tenor strumentale; l'imitazione delle due voci suggerì l'immagine d'un rincorrersi tra loro, quasi che l'una andasse a caccia dell'altra. Secondo un'ipotesi del Riemann, parti strumentali potevano alternarsi a qualla vocale, ovvero precederla e seguirla. L'esempio qui riportato è l'inizio d'una caccia di Iacopo di Bologna (cod. Laurenz. 87).