cacciare
. Nel senso proprio di " andare a caccia ", in If XXXIII 29 cacciando il lupo e' lupicini al monte, in Fiore CCXV 10 ma ell'er'ita in bosco per cacciare, in Rime CIV 102, con valore figurato: Canzone, uccella con le bianche penne; / canzone, caccia con li neri veltri; in Detto 298 Va' tua via e sì procaccia, / ch'i' son ben, chi pro' caccia, / convien che bestia prenda; detto pure dell'inseguire che un animale fa dell'altro (il veltro e la lupa), in If I 109 Questi la caccerà per ogne villa / fin che l'avrà rimessa ne lo 'nferno: ove è da notare però l'intensità e la ricchezza dell'intera espressione, che non solo esprime il senso della caccia, ma indica l'inesorabilità dell'inseguimento. Riferito a una ‛ caccia all'uomo ', in Pg XII 480 Roboàm, già non par che minacci / quivi 'l tuo segno; ma pien di spavento / nel porta un carro, sanza ch'altri il cacci. Con valore figurato, nel senso di " perseguire con ostinazione ", in Cv IV XXVI 5 e 7 Questo appetito mai altro non fa che cacciare e fuggire; e qualunque ora esso caccia quello che e quanto si conviene... l'uomo è ne li termini de la sua perfezione... Lo freno usa quando elli caccia, e chiamasi quello freno temperanza, la quale mostra lo termine infimo al quale è da cacciare; e in Fiore LVI 11 chi d'Amor vuol gioire / ... un'or la [donna] de' cacciar, altra fuggire.
Più complessa la spiegazione dell'immagine astronomica di Pg II 57 Da tutte parti saettava il giorno / lo sol, ch'avea con le saette conte / di mezzo 'l ciel cacciato Capricorno: il sole è presentato, conformemente al mito, come un cacciatore che insegue con tenacia la sua preda; il significato di c. in questo contesto è più attenuato e oscilla tra il senso proprio di " dar la caccia " e quello di " scacciare ", " mandar via ": " col Sole all'orizzonte, il Capricorno era al meridiano, non lontano dallo zenit del Purgatorio. Salendo il Sole, il Capricorno abbandona il mezzo del cielo " (Porena). Secondo il Torraca, il significato dell'immagine sarebbe che " i raggi del sole impediscono di vedere le stelle ".
Il verbo è però usato prevalentemente nel significato di " scacciare ", " mandar via ", " esiliare ", in senso sia proprio che figurato: If III 40 Caccianli i ciel per non esser men belli, detto degli angeli ribelli (per la lezione caccianli o cacciarli, cfr. Petrocchi, ad l., e " Bull. " XII [1905] 8), IV 127 Vidi quel Bruto che cacciò Tarquino; VI 66 e la parte selvaggia / caccerà l'altra con molta offensione; e inoltre: If X 49, XIII 11, Pg XXV 131, Pd X 127, XXX 141, Rime XC 7, LXVII 31 e 39, Rime dubbie X 3, Cv II XII 7, Fiore CX 14, CLXXII 13, CCXXII 4. In Pg XI 99, nel discorso di Oderisi da Gubbio, ha un valore figurato assai intenso: e forse è nato / chi l'uno e l'altro caccerà del nido: l'espressione ha il senso di " superare ".
Per " stimolare ", " incalzare ", in If IV 146 sì mi caccia il lungo tema, / che molte volte al fatto il dir vien meno. Con risalto più attenuato è detto del pastore che fuor le pecorelle a pascer caccia, " spinge ", " incita " (XXIV 15).
Singolare la locuzione di If XXV 130 Quel che giacëa, il muso innanzi caccia, / e li orecchi ritira per la testa / come face le corna la lumaccia, che esprime con potente concisione l'ultimo atto della metamorfosi del peccatore in rettile: allunga la testa in avanti, compie cioè l'azione esattamente contraria a quella del serpente diventato uomo, che il muso trasse ver'le tempie (v. 124).
In Fiore CCIX 6 la locuzione a una spada la man caccia sta per " impugnare con impeto, con foga " la spada.
Il participio passato ricorre, con valore di sostantivo, in If IX 91, detto dei diavoli (angeli poi espulsi dal cielo) della città di Dite: O cacciati del ciel, gente dispetta; con valore di aggettivo, nel senso di " espulso ", in Cv IV V 15 Chi dirà di Cammillo, bandeggiato e cacciato in essilio...?