CACODILE (dal gr. κακώδης "puzzolente")
Si dà il nome di cacodìle, o arsendimetile, al gruppo monovalente
che allo stato libero esiste come
È contenuto in piccole quantità, insieme con l'ossido di cacodile, nel cosiddetto liquido fumante di Cadet.
Nel 1760 il Cadet, distillando l'anidride arseniosa con acetato di potassio, ottenne un liquido pesante, di odore sgradevolissimo, e che fumava all'aria. La composizione di questo liquido fu chiarita dal 1837 al 1843 dal Bunsen, il quale dimostrò che un radicale della composizione AsC2H0, era il costituente comune di numerosi composti, che egli poté ottenere, mediante reazioni diverse, dal liquido di Cadet. Questo radicale fu riconosciuto dal Kolbe come un residuo monovalente, arsendimetilico. Il prodotto della distillazione secca del miscuglio di acetato di potassio e di anidride arseniosa è pertanto costituito da piccole quantità di cacodile, e contiene in quantità notevolmente maggiore l'ossido di cacodile:
L'ossido di cacodile,
è un liquido incoloro, pesante, di densità 1,462, insolubile in acqua, di odore puzzolente sgradevolissimo; bolle verso 150° senza decomposizione, si solidifica a −25°. E velenosissimo; eccita la lagrimazione; all'aria, se non è perfettamente puro, per tracce di cacodile libero, si accende spontaneamente. Riduce gli ossidi di mercurio e di argento; tenuto sotto l'acqua in vaso mal chiuso, assorbe lentamente ossigeno, e si trasforma in acido cacodilico. Con gli acidi alogenici fornisce il cloruro, il bromuro, lo ioduro di cacodile.
Per avere l'ossido di cacodile puro dal liquido di Cadet, si distilla questo con acido cloridrico concentrato e cloruro mercurico, e si ha così il cloruro di cacodile
che per azione della potassa dà l'ossido di cacodile allo stato puro.
Il cacodile s'ottiene dal cloruro di cacodile, eliminando il cloro per azione dello zinco a 90°-100°, operando in atmosfera di anidride carbonica. È liquido incoloro, mobile, rifrangente, insolubile in acqua, spontaneamente infiammabile, d'odore fetido agliaceo; bolle a 170°, e solidifica −6°. Per azione dell'aria si trasforma lentamente in ossido di cacodile, e in acido cacodilico. Il cacodile si combina direttamente col cloro, col bromo, con lo zolfo, dando rispettivamente cloruro, bromuro, solfuro di cacodile.
Il composto più importante è l'acido cacodilico,
o acido dimetilarsinico, che si forma per ossidazione lenta all'aria dell'ossido di cacodile, ed anche per ossidazione del cacodile libero, e di altri composti cacodilici. Si prepara comunemente aggiungendo a poco a poco dell'ossido di mercurio all'ossido di cacodile grezzo tenuto sotto l'acqua, e raffreddanno bene per impedire che il liquido si riscaldi troppo. La reazione è vivissima. A reazione compiuta l'odore dell'ossido di cacodile scompare, e si separa il mercurio; la soluzione di acido cacodilico formatasi contiene anche piccole quantità di cacodilato di mercurio:
Per togliere quel poco di cacodilato di mercurio che si forma, si aggiunge a poco a poco un lieve eccesso di ossido di cacodile, si filtra per separare il mercurio, si evapora a secco, si riprende il residuo con alcool bollente, e la soluzione alcoolica si evapora fino a cristallizzazione.
L'acido cacodilico si presenta in grossi cristalli senza colore e senza odore, deliquescenti, fusibili a 200°. È solubilissimo nell'acqua e nell'alcool diluito; le soluzioni hanno reazione acida. È un acido monobasico. Resiste agli agenti ossidanti, anche ai più energici. L'acido fosforoso lo riduce ad ossido di cacodile; il cloruro stannoso in soluzione cloridrica lo trasforma in cloruro di cacodile; l'idrogeno solforato lo riduce a solfuro di cacodile. I sali sono generalmente solubili: alcuni cristallizzati, altri amorfi.
L'acido cacodilico, non molto velenoso, è entrato nell'uso terapeutico come composto arsenicale in luogo dell'acido arsenioso; i suoi preparati possono essere somministrati in dose abbastanza considerevole. Si usa specialmente il sale sodico.
Il cacodilato di sodio,
si ottiene neutralizzando l'acido cacodilico con carbonato di sodio. Cristallizza con tre molecole di acqua in cristalli bianchi, igroscopici, solubilissimi in acqua, con reazione neutra o debolmente alcalina. Contiene 35% di arsenico. Si somministra specialmente per iniezioni ipodermiche, perché, somministrato per via interna, comunica all'alito un odore agliaceo disgustoso.