CADETTO
(dal fr. cadet, derivato da un diminutivo basso-latino [*capitettum] del latino caput, attraverso la forma guascone capdet).- In Francia la parola indicò dapprima il secondogenito delle famiglie nobili, in seguito ne fu esteso il significato a tutti gli ultrogeniti. Poiché nel regime feudale, per l'istituto del maggiorasco, tutti i beni di famiglia andavano al primogenito, gli altri fratelli dovevano per necessità darsi alla carriera ecclesiastica o a quella delle armi. Fin dal sec. XVI questi cadetti, che prestavano servizio come soldati, avevano una posizione privilegiata, essendo destinati prestito tardi a divenire ufficiali. Sotto Luigi XIV, nel 1682, furono istituite compagnie speciali di cadetti; ma, per disordini avvenuti, furono soppresse nel 1776, e si tornò all'antico, assegnando due cadetti ad ogni compagnia di soldati regolari; sistema definitivamente soppresso dalla Rivoluzione.
L'esempio francese fu seguito dagli altri stati; e prima della guerra esistevano ancora corpi di cadetti in Germania, Austria e Russia, che però avevano perduto l'originario carattere d'istituzione destinata ai nobili, per trasformarsi in semplici scuole militari. In Piemonte, i cadetti erano sparsi nei varî reggimenti; ma Carlo Emanuele III (1736-39) fondò la scuola dei cadetti dell'artiglieria e genio, poi divenuta Regia Accademia militare. I cadetti furono aboliti da Carlo Alberto.