CADMO di Coo
Secondo il racconto d'Erodoto (VII, 163), C., avendo ereditato la tirannide dal padre Scite, rese spontaneamente ai Coi la libertà, e venne in Sicilia. Quivi, sempre secondo Erodoto, ebbe (certo con la violenza) Zancle dai Samî che si recarono in Sicilia in seguito al fallimento della rivoluzione ionica nel 494; lo stesso autore ci dice che Gelone al tempo dell'invasione persiana lo mandò in Grecia a esplorare la piega degli eventi, e che egli tornò in Sicilia carico di tesori, dopo la battaglia di Salamina. È controverso se C. sia figlio di quello Scite, da Erodoto rappresentato come tiranno di Zancle, e insieme col fratello Pitogene deposto da Ippocrate e confinato ad Inico, oppure di un omonimo dinasta di Coo. Più probabile è la prima ipotesi; siccome C. fu signore di Zancle, e perciò lo troviamo alla corte di Gelone, è lecito supporre che, venuto in Sicilia dopo la battaglia di Lade (494), abbia tenuto la signoria di Zancle con l'appoggio di Ippocrate, che ne aveva cacciato il padre e lo zio; ma essendosi Anassilao impadronito di Zancle, mutò il nome in Messene, andò a vivere presso Ippocrate e, morto Ippocrate, con Gelone. Poiché da Erodoto si ricava che Scite perse Zancle per inettitudine e non per tradimento, può spiegarsi il fatto un po' strano che Ippocrate, dopo aver tolto al padre la signoria di Zancle, v'insediasse il figlio Cadmo; e forse in grazia di lui si tollerò la fuga del padre da Inico ad Imera, e poi in Oriente.
Bibl.: E. Meyer, Gesch. des Altertums, III, Stoccarda 1901, p. 398; Freman, History of Sicily, II, Oxford 1891, p. 110 seg.; L. Pareti, Studi siciliani e italioti, Firenze 1914, pp. 68 segg., 75 seg.