CADOLINGI
. Famiglia feudale toscana. Prima conti urbani di Pistoia, poi conti rurali di Fucecchio, detti anche conti palatini. Da un progenitore Tedici, la famiglia, d'origine longobarda, si snodò nei secoli X-XII per sei generazioni, e si estinse nel 1113. Essa possedeva vastissimi beni feudali e allodiali, nei comitati di Pistoia, Firenze, Arezzo, Siena, Volterra, Pisa e Lucca, interessando specialmente le valli del Bisenzio, della Nievole, del Mugello, dell'Era e dell'Arno. Era imparentata con molte cospicue famiglie feudali dell'epoca (Aldobrandeschi, Opezzinghi, Ardengheschi, Gherardeschi, Guidi, Alberti, Canossani, Palù) e perfino con i principi di Benevento e Capua. Non è esatto però che essa sia da considerare la stirpe da cui discese in seguito il casato còrso dei Bonaparte. Per l'alta posizione politica ed economica, i Cadolingi rappresentarono un fattore non trascurabile nelle vicende dei loro tempi. Il conte Cadolo (donde il nome storico) gettò le fondamenta della potenza della sua famiglia, arraffando, come e donde poté, beni ecclesiastici. Lotario, suo figlio, si rese celebre fra i contemporanei per l'opera, abile e fortunata, che ebbe a svolgere durante le lotte dei primi del sec. XI, per la riforma ecclesiastica; e fondò anche un monastero privato a Settimo (v. badia a settimo) diventato ben presto, sotto la protezione dei conti, la roccaforte dei riformisti. La partecipazione attiva dei Cadolingi a tali accanite lotte non va però esente dall'accusa che la fa apparire mossa solo da ambizioni terrene. Alla luce di questa premessa si spiega tutta la storia dei Cadolingi: ad es. come il conte Lotario e poi in special modo suo figlio Guglielmo detto Bulgaro, in contrasto con la politica dei marchesi di Toscana, a'impegnassero tanto nell'azione dei riformisti fiorentini contro i loro vescovi corrotti; e inoltre come Ugo o Ugugeione, detto il Gran Conte, figlio di Guglielmo-Bulgaro, militasse dalla parte dei nemici della riforma, nella "sacrilega congiura dei Lucchesi", svoltasi tra il 1060 e il 1080 circa, meritandosi la scomunica del papa Gregorio VII. Alla morte del conte Ugo II o Ugolino si apriva una lunga e intricata serie di controversie, disordini e guerre intorno alla sua eredità. Il testamento del conte Ugolino disponeva infatti che i suoi beni di provenienza ecclesiastica tornassero ai rispettivi padroni, e che il resto del suo patrimonio fosse diviso in due porzioni: una destinata a pagare i suoi molti debiti; l'altra lasciata in libera proprietà ai suoi militi e valvassori. Per tutto il sec. XII, e anche per qualche tempo dopo, il peso dell'eredità cadolingia nel groviglio delle lotte della regione toscana, fu di grande momento e può servire a spiegare molti atteggiamenti di enti e di persone.
Bibl.: L. Passerini, Della origine della famiglia Bonaparte, in Arch. stor. italiano, s. 2ª, III, ii (1856), pp. 29-63; IV, i (1856), pp. 43-83; O. Hartwig, Quellen und Forschungen z. ältesten Gesch. d. Stadt Florenz, Halle 1880, II, p. 7 segg.; R. Davidsohn, Storia di Firenze, trad. ital., Firenze 1911, I, pagine 216 segg., 561 segg.; id., Forschungen z. älteren Gesch. v. Florenz, Berlino 1896, I, pp. 83 segg., 95 segg.; P. Santini, Studi sull'antica costituzione del comune di Firenze, in Arch. stor. ital., s. 5ª, XXV (1900), p. 43 segg.