CADUCEO (gr. dor. καρύκκειον, att. κηρύκειον, da κῆρυξ "araldo"; lat. caducĕus e caducĕum; fr. caducée; sp. caduceo; ted. Schlangenstab, Caduceus; ingl. caduceus)
Il caduceo è una verga recante verso l'estremità due serpenti simmetricamente intrecciati, e al termine due ali spiegate; nell'antichità greco-romana attributo di araldi e messaggeri, specialmente di Ermete.
La forma del caduceo non fu sempre quella ora descritta, che risale al quinto secolo d. C. Anticamente esso veniva raffigurato terminante in due cerchi giustapposti, il primo chiuso, il secondo aperto in alto; o anche si partiva in tre branche, le due esteriori riunendosi a cerchio intorno alla porzione terminale; la trasformazione non obbedì certo soltanto a esigenze ornamentali, ma fu determinata da influenze d'Oriente, forse fenicie, come orientale è verosimilmente l'origine del caduceo stesso. A Cartagine come presso i Fenici, i Hittiti, gli Ebrei, gli Egiziani, si trovano emblemi di forma analoga alla sua primitiva, e anche la raffigurazione del serpe o dei due serpenti intrecciati è notoriamente comune all'antico Oriente.
Simbolo della prosperità e della pace, il caduceo ermetico è detto "aureo" negli Inni omerici (III, 529) e ha la virtù di fascinare gli occhi dei mortali e di addormentarli, di attrarre i morti dagl'inferi, di cambiare in oro gli oggetti toccati, ecc. A esso, peraltro, si conferirono moltissimi altri significati. Fondamentale quello, già menzionato, di attributo dei messaggeri. Presso i Romani non si ha traccia precisa di quest'uso, ma il vocabolo caduceator serve a designare il messaggero di pace (Liv., XXXII, 32); il caduceo è raffigurato in Roma come un bastone d'ulivo, ornato di ghirlande.
Bibl.: L. Müller, Über den Hermesstab, Copenaghen 1864; O.A. Hoffmann, Hermes u. Kerykeion, Marburgo 1890; Daremberg e Saglio, Dict. des antiquités gr. et romaines, III, ii, pp. 1807-08.