CAEN
(Cadon, Cathim, Cadumus, Cadomum, Caham, Cam nei docc. medievali)
Città della Francia settentrionale, capoluogo della regione della Bassa Normandia e del dip. Calvados, situata presso la costa atlantica, al centro della pianura dove Orne e Odon confluiscono sviluppando una complessa rete fluviale.La prima citazione della città è in documenti del 1025-1027, che la menzionano come borgo ducale di recente formazione. Nel luogo, e precisamente nell'area dell'abbazia di Saint-Etienne, tra i secc. 1°- 4° si era sviluppato un modesto vicus gallo-romano, forse coincidente con il gallico Catumagos, dal cui nome deriva quello della città.Fin dall'Antichità due strade, ad andamento N-S ed E-O, di grande rilevanza per la storia medievale della città, si incrociavano ai piedi del terrapieno su cui fu poi costruito il castello principesco. I primi secoli dell'Alto Medioevo rimangono oscuri, ma la scoperta di alcune necropoli (Saint-Martin, Saint-Jean, Saint-Gilles) e di resti di santuari (Saint-Martin, Saint-Gilles) fa pensare allo sviluppo, fin dai secc. 7° e 8° almeno, di un certo numero di piccoli insediamenti giustapposti (Boüard, 1981). Alcune vestigia di un santuario e di una necropoli, della fine del sec. 10° e dell'inizio dell'11°, sono state inoltre rinvenute rispettivamente presso le fondamenta di Saint-Pierre e di Vieux-Saint-Etienne (Musset, 1981; Marin, 1986).Lo sviluppo di C. per assorbimento progressivo di villaggi anteriori, donde il caratteristico aspetto polinucleare, è legato a Guglielmo il Conquistatore, duca di Normandia dal 1035 e re d'Inghilterra dal 1066 al 1087, che ne fece uno dei maggiori centri politici del ducato. La costruzione di bastioni testimonia l'ascesa di C. al rango di città e il suo maggiore ruolo politico: Guglielmo il Conquistatore vi eresse, ancor prima del 1066, due cinte murarie, quindi il castello e successivamente le due abbazie di Saint-Etienne e della Trinité, intorno alle quali si svilupparono due nuovi borghi. Il castello sorgeva su uno sperone, dominante il borgo ducale, o Bourg-le-Roi, anch'esso cinto da mura, il cui tracciato è stato stabilito solo per via ipotetica. Dopo il 1066 lo sviluppo dello stato anglonormanno contribuì ad assicurare la prosperità di C., che durante il sec. 12° divenne capitale secondaria del principato (Musset, 1981). L'epoca ducale, e in particolare il periodo 1050-1160, fu la più feconda nel campo delle realizzazioni architettoniche monumentali; ciò è dovuto alla prosperità della città e al mecenatismo dei sovrani anglonormanni e plantageneti, sostenuti dalle risorse finanziarie dell'Inghilterra, nonché all'esistenza di una pietra da costruzione di natura calcarea e di eccellente qualità. Verso il 1120 Enrico I Beauclerc rinforzò il castello, in cui fece costruire una sala monumentale, innalzando la cortina difensiva ed erigendo un grosso torrione. L'intervento non si estese però alle mura della città (Boüard, 1979). A partire dalla conquista francese del 1204 da parte di Filippo Augusto, C. divenne semplice capoluogo di baliato; dal 1417 al 1450 cadde in mano degli Inglesi. Al termine del Medioevo l'agglomerato urbano era costituito da cinque nuclei fortificati, due dei quali risalenti all'11° secolo.L'architettura religiosa di C. è soprattutto rappresentata dalle due grandi abbaziali benedettine di Saint-Etienne e della Trinité, la cui fondazione consentì al duca Guglielmo e alla moglie Matilde di ottenere dal papa la ratifica del loro contestato matrimonio. L'abbazia di Saint-Etienne venne fondata intorno al 1059, ma la prima fase di costruzione sarebbe iniziata verso il 1066; il coro era compiuto prima del 1073, data di consacrazione dell'edificio, mentre il transetto e le due campate orientali della navata furono terminati nel 1077. Il corpo longitudinale venne ultimato nel 1081, fatta eccezione per la possente struttura della facciata, risalente all'ultimo decennio del secolo (Carlson, 1988). Il sistema di copertura con volte a crociera costolonata è invece successivo, derivato dalle esperienze maturate intorno al 1110 nella cattedrale di Durham (Baylé, 1988). All'inizio del sec. 13°, il capocroce romanico venne sostituito dal nuovo coro, opera firmata del maestro Guglielmo. L'ampiezza della costruzione, la cui lunghezza totale è di m. 110, l'essenzialità delle strutture e la composizione logica ed equilibrata dei volumi ne fanno un edificio particolarmente rappresentativo dell'arte romanico-normanna. Particolarmente innovatrice è la facciata, uno dei prototipi del tipo definito armonico, in quanto evidenzia nelle sue articolazioni l'ordine interno del corpo longitudinale. Le due torri quadrate simmetriche che incorniciano il timpano centrale vennero coronate nel sec. 13° da alte guglie ottagonali di pietra, prese a modello per la chiesa di Saint-Pierre. Esse raggiungono l'altezza di m. 80 e contribuiscono a dare all'edificio quello slancio verso l'alto che lo caratterizza. La torre, inserita, secondo la tradizione normanna, all'incrocio del transetto, si sviluppava fino a m. 120 di altezza; essa crollò in parte nel 1566 e questo spiega il suo attuale aspetto mozzo. All'interno il Saint-Etienne presenta un alzato a tre ordini dove le grandi arcate e le tribune, di uguale altezza, sono sormontate dal cleristorio con galleria di manutenzione; vi appare definitivamente messa a punto la tecnica della doppia parete (mur épais) che consente di rinforzare i muri, pur traforandoli e sdoppiandoli, e si accompagna a un'alternanza di pilastri con un rinforzo della struttura muraria ogni due campate.L'influenza di Saint-Etienne fu minore rispetto a quella esercitata dalla Trinité, ma non va sottovalutata (Baylé, 1988); la serie continua di piccole arcatelle cieche che vi appare all'esterno, a livello del cleristorio, in seguito avrebbe avuto grande diffusione (Musset, 1967) e anche l'articolazione interna si costituì come modello per varie grandi chiese anglonormanne.All'abbazia di Saint-Etienne appartenevano la Salle des Gardes (m. 11,530) e il Logis du Roi (m.1247), due padiglioni a più piani all'esterno del castello, destinati a funzioni di rappresentanza, datati all'inizio del 14° secolo.La costruzione della chiesa della Trinité, avviata intorno al 1059-1060, si protrasse fino al 1130 ca. e conobbe periodi di arresto dei lavori e numerosi cambiamenti di pianta. Le volte furono completate intorno al 1125-1130 (Baylé, 1979). La Trinité era in origine preceduta da un portico massiccio, eliminato nel corso del 12° secolo. L'aspetto attuale rivela proporzioni meno equilibrate e meno slanciate del Saint-Etienne, dovute anche alla mancanza delle guglie e ad alcuni interventi dei secc. 18° e 19°, come quello dell'inserzione del timpano scolpito, che ne hanno in parte alterato l'aspetto originario.Le caratteristiche comuni e le specificità delle chiese di Saint-Etienne, della Trinité e della parrocchiale di Bourg l'Abbé, Saint-Nicolas, ultimata intorno al 1083, aiutano a definire nelle sue linee principali l'architettura romanica locale (Musset, 1967; Baylé, 1979; Carlson, 1988). Tutti questi edifici erano caratterizzati da absidi scalari; la soluzione non era certo inedita, ma si diffuse con nuovo impulso proprio grazie agli esempi di Caen. A Saint-Etienne un muro pieno divide il coro dalle navatelle che terminano all'esterno con un muro piatto; la prima di queste caratteristiche è adottata anche nella Trinité, mentre la seconda a Saint-Nicolas. L'abside della Trinité venne prolungata alla fine del sec. 11° con la creazione di una cripta per ovviare al dislivello del terreno e presenta due livelli dotati ciascuno di un finto deambulatorio. Nell'articolazione della parete della navata, sia nella Trinité (sec. 12°) sia in Saint-Nicolas, il livello intermedio venne nettamente contratto rispetto all'esempio di Saint-Etienne e assunse così l'aspetto di una galleria ad arcature continue. Secondo la tradizione normanna, tesa alla ricerca della massima luminosità, nessuna di queste navate fu in origine voltata, ma la struttura muraria facilitò il precoce passaggio alla volta a crociera costolonata; in Saint-Etienne si trovano infatti volte esapartite poco dopo la loro comparsa a Durham, mentre alla Trinité l'aggiunta, intorno al 1125, di false volte esapartite testimonia gli esperimenti condotti in materia.Al medesimo periodo risale la chiesa di Sainte-Paix, di cui rimane soltanto la struttura del coro, costruita poco dopo il 1061. La prima metà del sec. 12° è oggi documentata soltanto dal campanile di Saint-Michel e dalla navata e arco trionfale di Saint-Georges, ma a livello delle fondazioni di Saint-Pierre sono stati rinvenuti i resti di una basilica del sec. 12° (Pougheol, 1968); scavi recenti hanno poi scoperto vestigia di età romanica anche nell'area di Saint-Gilles, Saint-Julien (distrutte entrambe nel 1844; Pougheol, 1968), Saint-Ouen e Saint-Sauveur-du-Marché.Il periodo gotico è ugualmente di grande interesse e ricco di importanti testimonianze, a partire dal coro di Saint-Etienne, che ha costituito uno dei prototipi per l'architettura del tempo, documentata soprattutto da chiese parrocchiali la cui costituzione fu promossa dalla borghesia di C. quasi a simbolo del proprio successo.La chiesa di Saint-Pierre sorge all'incrocio di due arterie vitali nel centro della città; il suo aspetto attuale è frutto di più di tre secoli di lavori, anche se la fase più importante poté dirsi conclusa nel 1346. Risalgono al sec. 13° solo una parte della navata e la base del campanile. Questo fu innalzato in posizione esterna alla fabbrica, a fianco della navata. Sopra la torre quadrata, quasi cieca, nel sec. 14° fu posta una guglia traforata a otto facce con sottili aperture, dal notevole slancio verticale, soluzione presente anche a Notre-Dame-deFroide-Rue e poi di grande successo in Bassa Normandia e altrove. Nel sec. 14° venne completato anche il corpo longitudinale e furono eseguiti i portali settentrionale e occidentale; l'emiciclo del coro risale agli anni 1490-1510, mentre le cappelle radiali furono aggiunte dal 1518 al 1545. Notre-Dame-de-Froide-Rue, in cui sono leggibili ancora tracce di pitture murali, fu anch'essa realizzata essenzialmente prima del 1346, ma l'edificio originario fu pressoché raddoppiato nel 15° secolo. Ricostruzioni posteriori al 1417 subirono la chiesa di Saint-Jean - la cui parte principale venne realizzata tra il 1450 e il 1550 - e, in misura minore, il corpo longitudinale di Saint-Sauveur, nonché le chiese di Saint- Martin, Vieux-Saint-Etienne, Saint-Ouen e il coro di Saint-Michel-de-Vaucelles.Per quanto riguarda l'architettura civile, è da ricordare il castello, che comprende un mastio, circondato da una cinta muraria dalla pianta ampia e irregolare, estesa su una superficie di ha 5. Essa è fiancheggiata da undici torri quadrangolari, databili in parte al sec. 12°, e da due torri cilindriche del 13° secolo. A E la Porte des Champs è un interessante esempio di porta fortificata, pur se rimaneggiata nel corso del 15° secolo. A S l'accesso primitivo venne protetto tra il 1438 e il 1445 da un barbacane rettangolare con angoli muniti di torri. All'interno, il mastio, di cui rimane solo la base, è un classico donjon anglonormanno (m. 2725), cui si accede attraverso uno stretto avancorpo. La cinta muraria fatta erigere da Filippo Augusto forma un blocco quadrangolare fornito di torri d'angolo circolari e preceduto da larghi fossati. La sala di Enrico I è una notevole costruzione rettangolare (m. 30,711); originariamente suddivisa in due livelli, con un alto piano nobile ampiamente illuminato, vi si accedeva per un portale monumentale ornato di decorazioni geometriche, trasferito al piano terreno quando, nel sec. 14°, fu distrutto il pavimento del piano superiore. Le basi dei modesti corpi di fabbrica in muratura che compongono la parte rimanente del complesso, corrispondenti alla cappella e agli appartamenti privati, sono state rinvenute mediante scavi (Boüard, 1979).Gli sconvolgimenti politici del Tardo Medioevo determinarono nuove esigenze, tra cui la ripresa dei lavori per le fortificazioni urbane. Mentre, dopo il 1204, Filippo Augusto si era accontentato di migliorare la difesa del mastio circondandolo di una cortina muraria, l'assedio del 1346, che aveva aperto, sia pure temporaneamente, la città agli Inglesi, mostrando agli abitanti di C. la fragilità delle proprie difese, comportò il rinforzo delle antiche mura. I borghi abbaziali, innestati nei lati est e ovest del nucleo iniziale, furono così più efficacemente difesi. L'isola di Saint-Jean fu cinta di mura e difesa a N da un ponte fortificato che proteggeva la Tour Guillaume-Le Roy, in seguito profondamente rimaneggiata. Ciononostante, come si è detto, C. cadde nel 1417 nelle mani degli Inglesi, che realizzarono un barbacane davanti all'ingresso sud del castello (Boüard, 1979; Jouet, 1981).L'edilizia civile della fine del Medioevo è ancora oggi documentata da otto edifici abitativi; il più celebre è la Maison des Quatrans, realizzata con l'impiego in facciata di strutture lignee, mentre le altre parti sono in pietra (Jouet, 1981).La decorazione scultorea in Normandia nel periodo romanico è estremamente sobria, subordinata al progetto architettonico e caratterizzata dal gusto geometrico; a C. il cantiere della Trinité svolse nel corso del sec. 11° un ruolo pilota nell'elaborazione e nella diffusione di questi motivi, la cui applicazione si sarebbe estesa al mondo anglonormanno; le stesse maestranze operarono anche a Sainte-Paix. Nel sec. 12° la bottega appare meno innovatrice; la tendenza all'essenzialità e alla schematizzazione fu tuttavia in parte compensata dallo sviluppo di un'ornamentazione derivata dai manoscritti e dall'introduzione di un ricco repertorio animalistico più o meno fantastico, comprendente, per es., leoni ed elefanti (Baylé, 1979). Un interessante esempio di questo momento artistico è costituito anche dalla pietra tombale della duchessa Matilde, realizzata in marmo di Tournai, posta nel coro della chiesa della Trinité. Testimonianza della scultura gotica sono invece i capitelli di Saint-Pierre, del sec. 14° ca., raffiguranti soggetti letterari di carattere moraleggiante.Notevoli reperti archeologici e sculture erratiche di varia epoca sono esposti al Mus. de Normandie, mentre il Mus. des Beaux-Arts conserva una vasta collezione di dipinti, alcuni dei quali risalenti al periodo tardogotico.
Bibl.: L. Musset, Normandie romane, I, La Basse-Normandie (La nuit des temps, 25), La Pierre-qui-Vire 1967; J. Pougheol, s.v. Caen, in Dictionnaire des églises de France, IVB, Normandie, Tours 1968, pp. 27-36; M. Baylé, La Trinité de Caen. Sa place dans l'histoire de l'architecture et du décor romans (Bibliothèque de la Société française d'archéologie, 10), Paris-Genève 1979; M. de Boüard, Le château de Caen, Caen 1979; id., Aux origines de Caen: l'apport archéologique, in Histoire de Caen, a cura di G. Désert (Pays et villes de France), Fontenay-le-Comte 1981, pp. 7-21; L. Musset, Premier éclat sous les ducs de Normandie, ivi, pp. 23-47; id., Caen dans la monarchie capétienne, ivi, pp. 49-70; R. Jouet, Le temps des guerres et des pestes (début du XIVe siècle-1417), ivi, pp. 71-91; id., La ville ''Anglaise'' et la réadaptation au royaume (1417-1483), ivi, pp. 93-113; J.Y. Marin, Caen du milieu du IVe au début du XIe siècle. Etat des connaissances, Archéologie médiévale 16, 1986, pp. 105-119; M. Baylé, Les ateliers de sculpture de Saint-Etienne de Caen, Anglo-Norman Studies 10, 1988, pp. 1-24; E.G. Carlson, The Abbey-Church of Saint-Etienne at Caen in the Eleventh and Early Twelfth Centuries, Yale Univ. 1988.A. Renoux