Vedi CAFARNAO dell'anno: 1959 - 1994
CAFARNAO (v. vol. Il, p. 254)
I recenti scavi hanno rivelato una storia lunghissima del sito, che va dal Bronzo Medio (2200 a.C.) all'inizio del periodo arabo (638 d.C.), con rioccupazione nel periodo omayyade e medievale.
Il cantiere di scavo fu riaperto nell'aprile del 1968; i lavori sono ancora in corso. Mentre i primi scavi riguardarono soprattutto le rovine della sinagoga del IV-V sec. e le prime esplorazioni della chiesa del V sec. sopra la «casa di Simon Pietro», gli scavi recenti hanno abbracciato un programma più vasto, relativo alla città antica nella sua lunga storia e agli edifici sacri del primo periodo romano: la «sinagoga del centurione romano» e la «casa di Simon Pietro». Sino al 1968 della città di C. si vedevano solo le rovine della seconda sinagoga. Nelle diciannove campagne portate avanti da allora, sono emersi varî isolati (insulae) di una città con impianto urbanistico ortogonale o ippodameo. È l'unica città di questo tipo che si conosca oggi nettamente più antica della colonia Aelia Capitolina (v. Gerusalemme).
La città, posta sulle sponde del lago, si espandeva verso la collina collegandosi con l'antichissima «via del mare» mediante la sua arteria principale, il cardo maximus, su cui incrociavano i decumani. In base ai resti finora rinvenuti, sembra che si possa parlare di vera e propria città a partire dall'età ellenistica; un notevole sviluppo si ha nel primo periodo romano; la vita nell'abitato si protrae per tutta l'età bizantina, fino all'abbandono nel 638 d.C. Non mancano peraltro testimonianze, sia pure limitate, di fasi ben più antiche dell'età ellenistica: si sono rinvenuti materiali che risalgono al Bronzo Medio, al Bronzo Recente e al periodo persiano. Manca completamente, almeno fino a oggi, una presenza umana nell'Età del Ferro.
La «casa di Simone» è ricordata spesso nei Vangeli e perciò nelle tradizioni di C. è restata un punto focale assieme alla «sinagoga del centurione romano». Celebre è il testo attribuito alla pellegrina Egeria (381-384). Nella planimetria della città, la «casa di Simone» occupava l'angolo SE di una vasta insula fra la spiaggia e il cardo maximus; essa ebbe tre fasi: periodo ellenistico-romano, tardo- romano e bizantino. L'abitazione, come tutte le case di C., è in blocchi di basalto ed è caratterizzata da tre cortiletti, attorno a cui si dispongono i varî ambienti. Si accedeva al cortile Ν dall'unica porta sulla piazzetta prospiciente il cardo maximus. Tra le varie stanze, due appaiono oggetto di venerazione particolare, dato che già nel I sec. d.C. furono trasformate in domus ecclesia o bet kenneset («casa della riunione»). La venerazione è attestata da graffiti (greci, latini, aramaici e siriaci) e da pavimenti intonacati.
Al tempo di Costantino, il nobile Giuseppe di Tiberiade su editto dell'imperatore (verso il 330) restaurò la domus ecclesia del I sec., racchiudendo tutta la «casa di Simone» in un recinto sacro dopo averla staccata dal resto dell'insula.
Con il prevalere del clero di estrazione «ellenistica» e occidentale, i giudeo-cristiani della comunità di C. furono allontanati dalla domus ecclesia e dalla «casa di Simone». Sulle rovine della casa fu costruita una chiesa ottagonale ricordata nel 570 dal Pellegrino di Piacenza. Con l'invasione araba la chiesa fu abbandonata, cadendo in rovina come tutta la città.
All'inizio del nostro secolo le ricerche archeologiche furono dedicate all'edificio della celebre sinagoga in pietra bianca che i primi scavatori, Kohl e Watzinger, datarono al II-III sec. d.C. Successivamente il P. Orfali (1922) propose di anticipare la datazione della sinagoga al I sec. d.C., ritenendola l'edificio costruito dal centurione romano. Corbo e Loffreda hanno ripreso gli scavi nel sottosuolo della sinagoga già scavata. Questi nuovi scavi, durati tredici anni, hanno permesso di modificare la datazione della sinagoga in pietra bianca che sembra sia da datare fra la metà del IV sec. d.C. e l'anno 470, epoca nella quale fu terminato il cortile orientale.
Al di sotto del perimetro di questa sinagoga, inoltre, è stato scoperto un edificio in basalto (esterno 24,50 X 18,70 m; interno 22,00 X 16,50 m), databile con sicurezza al I sec. d.C.: se ne propone perciò l'identificazione con la «sinagoga del centurione romano» (Luc., 7,6). Sondaggi eseguiti sotto il pavimento della «sinagoga del centurione» hanno rivelato la presenza di abitazioni del periodo ellenistico, di quello persiano e di un ambiente del Tardo Bronzo.
Bibl.: E. Testa, Cafarnao IV. I graffiti della Casa di S. Pietro, Gerusalemme 1973; S. Loffreda, Cafarnao II. La ceramica, Gerusalemme 1974; V. C. Corbo, Cafarnao I. Gli edifici della città, Gerusalemme 1975; A. Spijkerman, Cafarnao III. Catalogo delle monete della città, Gerusalemme 1975; S. Loffreda, Ceramica ellenistico-romana nel sottosuolo della Sinagoga di Cafarnao, in Studia Hierosolymitana, III, 1982, pp. 273-312; V. C. Corbo, Resti della Sinagoga del primo secolo a Cafarnao, ibid., pp. 313-357.