CAFFÈ (VIII, p. 257; App. II, 1, p. 475)
La produzione mondiale del c. ha subìto una forte riduzione durante la guerra e anche nel periodo della ricostruzione 1948-52 risultava inferiore del 7% alla media prebellica 1934-38. Dopo un periodo di forti oscillazioni, la produzione mondiale negli ultimi anni ha superato i 3 milioni di tonnellate e ha raggiunto nel 1958 la cifra di 3.504.000, maggiore del 45% della media 1934-38. Il più grande produttore del mondo è il Brasile, il cui apporto alla produzione mondiale nel 1958 è stato del 49,4%. Il secondo produttore del mondo, la Colombia, segue il Brasile a lunga distanza con un apporto del 13,2%; un forte sviluppo presentano l'ex-Africa Occidentale Francese e il Messico. Nell'importazione del c. il primo posto compete agli Stati Uniti, che assorbono generalmente più della metà dell'importazione mondiale, e il secondo è occupato dal continente europeo, che negli ultimi anni assorbì approssimativamente 1/3 dell'importazione mondiale (i più forti importatori europei sono la Francia, la Germania Occid. e l'Italia).
La produzione e il commercio mondiale del c. continuano a presentarsi con periodi alterni di prezzi alti e di prezzi straordinariamente bassi. Ciò è dovuto all'enorme concorrenza tra esportatori, a speculazioni di borsa e alla mancanza di frequenti rilevazioni statistiche. Ovviamente alla base di tutto questo malessere cronico sta poi la natura stessa della caffeicoltura. Il rinnovo delle piantagioni, che si rende necessario per l'invecchiamento delle piante e anche in seguito a malattie o per adeguare la coltivazione all'andamento della domanda, ha infatti un effetto ritardato di 4-5 anni sulla produzione e al termine di questo periodo la situazione del mercato risulta spesso diversa da quella che si profilava all'inizio.
I paesi produttori hanno tentato in tutti i modi di dominare l'offerta del c. sul mercato mondiale stipulando accordi a breve scadenza, fissando contingentamenti, svolgendo una propaganda per l'aumento del consumo all'interno e nei paesi importatori. Tipico è l'accordo internazionale del c., stipulato nel settembre del 1959 ed entrato in vigore il 10 ottobre, per la durata di un anno. Oltre ai 15 paesi dell'America Latina, partecipano all'accordo, anche la Comunità francese (Camerun compreso) e l'Africa portoghese, ed è questa la prima partecipazione di paesi africani ad accordi internazionali. Scopi dell'accordo sono: adeguare le disponibilità del c. alla domanda, assicurare lo smercio ordinato del prodotto sui mercati mondiali e stimolarne il consumo nel mondo. Si riconosce inoltre la necessità di arrivare a lunga scadenza a una soluzione soddisfacente del problema del caffè. I paesi partecipanti sono disposti a limitare le loro esportazioni al 90% delle cifre massime raggiunte nel decennio 1949-58 e in alcune circostanze all'88% della loro produzione del 1959.
In occasione della conferenza mondiale del c. a Rio de Janeiro nel gennaio 1958, la tendenza dei paesi produttori a organizzarsi internazionalmente sboccò nell'istituzione, su iniziativa di 15 paesi americani produttori di c., di un organismo permanente, l'Organizzazione internazionale del caffè (I.C.O., dall'inglese, International Coffee Organization), con sede a Rio de Janeiro stessa, che ha istituito un Coffee study group per occuparsi dei problemi connessi con la stabilizzazione dei prezzi e l'aumento del consumo del caffè.
In Italia, l'importazione del c. è aumentata incessantemente dal 1951 al 1959, come risulta dalla tabella seguente:
I fornitori più importanti sono: il Brasile e a grande distanza il Congo già belga, la Malesia, Haiti, l'Etiopia-Eritrea, l'Ecuador e l'Uganda. L'oscillazione dei valori dal 1955 in poi rispecchia le grandi variazioni dei prezzi d'esportazione. Il consumo annuo di c. per abitante in Italia è aumentato lentamente ma regolarmente dal 1951 al 1958, passando da kg 1,1 a kg 1,7, quantitativo piuttosto modesto se si confronta con quello degli Stati Uniti che nel 1958 raggiunse kg 7,2.
Bibl.: FAO, Production yearbook e Trade yearbook, Roma 1959; id., Monthly bulletin of agricultural economics and statistics, Roma 1958 e 1959; Banca Nazionale del Lavoro, Il caffè, produzione e commercio, Roma 1959.