CAGLI (ad Cale, Callium)
Fu centro preistorico umbro, nel bacino del Metauro, alle falde del Monte Petrano (cioè più in alto della città attuale, ricostruita nel 1289 alla confluenza dei torrenti Bosso e Burano). Divenne in seguito vicus, nel territorio di Pitinum Mergens. L'itinerario di Antonino ricorda ad Cale come ottava tra le principali stazioni della via Flaminia, al 151° miglio. La città sorgeva intorno a ponte Taverna. In tarda età imperiale C. raggiunse forse l'autonomia. Solo a partire dal sec. VIII fu sede di vescovado, poiché sembra che sino allora dipendesse da Pitinum.
Della vita preromana di C. va ricordata la documentazione di una fonderia, presso la quale si è ricuperato un gruppo di bronzi di arte etrusca (ora a Roma, Museo di Villa Giulia), tra i quali è particolarmente notevole una testa di giovanetto, del principio del IV sec. a. C., che rivela l'influsso dell'arte greca. Dell'età romana rimangono notevoli opere di ingegneria stradale, lungo tutto il tratto della Flaminia, dal passo della Scheggia al traforo del Furlo: di essi è rarità interessante il ponte sul Bosso di M. Allius (detto "di Mallio"), di epoca augustea, ad una sola luce interamente circolare (ora interrato).
Bibl.: G. Mochi, Storia di C. nell'età antica e nel Medioevo, Cagli 1878; id., in Not. Scavi, 1878, p. 119; A. Tarducci, De' vescovi di C., Cagli 1896; G. Q. Giglioli, L'arte etrusca, Milano 1935, tavv. CII e CCXLIII; G. Buroni, La diocesi di C., Urbania 1943; G. Annibaldi, in Fasti Arch., IV, 1951, n. 3819; G. Radke, in Pauly-Wissowa, VIII, A 2, c. 2558 ss.