ATEIO, Caio
Giurista romano della scuola di Servio Sulpicio Rufo, in attività pratica e scientifica tra la fine della repubblica e i primordî del principato. È probabilmente uno di quegli otto auditores servii, le cui opere, a detta di Pomponio (Dig., I, 2; De orig. iur., 2,44), furono raccolte da Namusa in una collezione di 140 libri. È iallito ogni tentativo d'identificarlo o imparentarlo con L. Ateio Capitone o con altri personaggi noti del suo tempo. Le tre citazioni sicure che se ne trovano nel Digesto risalgono a Labeone, che certamente lo conobbe: molto più dubbio è il riferimento di una citazione del tardo giurista Paolo, ove del resto il manoscritto fiorentino delle Pandette ha non Ateius ma Antaeus.
Bibl.: O. Karlowa, Römische Rechtsgeschichte, I, Lipsia 1885, p. 684 segg.; O. Lenel, Palingenesia iuris civilis, I, ivi 1889, col. 71 seg.; P. Jörs, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., II, col. 1902 seg.