D'ANDREA, Caio (Anton)
Discendente da nobile casato di Cortina d'Ampezzo, nacque il 5 genn. 1849 a Innsbruck. Studiò presso i frati minori di Bolzano e, vestito l'abito francescano (25 ag. 1869), seguì i corsi filosofici e teologici nei conventi di Bolzano e Hall. Fin da giovane mostrò una particolare attitudine per l'arte e anche in convento continuò ad esercitarsi nel disegno, entrando in contatto con i pittori J. Hintner (Bolzano) e F. X. Pernlochner (Hall). Dopo l'ordinazione sacerdotale (21 dic. 1873), per alcuni anni fu professore di disegno al ginnasio di Bolzano (1875-78). È ricordato un ritratto eseguito per il giubileo sacerdotale del confratello Marco Vergeiner (1876; Dabringer, 1965, p. 84).
Nel 1878 i superiori lo inviarono a Roma per specializzarsi, presso L. Seitz, nell'arte della pittura. I due anni di studio e di lavoro, trascorsi nell'ambiente romano dei preraffaelliti sotto la guida diretta del versatile artista, determinarono in modo definitivo il carattere purista ed eclettico della pittura del D'Andrea.
A Roma copiò la Consegna delle chiavi del Perugino e il S. Stefano del Francia. La sua prima composizione originale fu una Vergine col Bambino (1880). Aveva già molte delle qualità artistiche che in seguito caratterizzeranno la sua arte: disegno accurato, preciso, colori sfumati, stile volutamente arcaizzante, che si avvicina al '400 fiorentino. Nel 1881 visitò Firenze e Siena e copiò opere di Giotto, del Beato Angelico e del Pinturicchio del quale aveva già potuto studiare, nel suo convento di Aracoeli, gli affreschi con le Storie di s. Bernardino. Tornato a Bolzano eseguì, per la chiesa parrocchiale di Prato all'Isarco, una copia dell'Immacolata di A. Felsberg. Compose anche una piccola rappresentazione dell'Annunciazione (1881), nella quale si avvicinava alla scuola quattrocentesca fiamminga. Del 1882 sono due mezze figure, S. Luigi re di Francia e S. Elisabetta d'Ungheria, di cui furono stampate oleografie. Nello stesso anno, in occasione della loro beatificazione, dipinse una pala d'altare con Carlo da Sezze e Umile da Bisignano per i suoi confratelli di Pupping in Germania. Intanto aveva ripreso le sue lezioni di disegno (1882-84) al ginnasio di Bolzano, che dal 15 nov. 1882 era stato trasferito in una nuova sede sulla Vintlerstrasse (via Vintola). Qui, nella cappella del ginnasio, il D. ha lasciato le sue pitture più importanti.
Oltre alla tavola per l'altare con S. Antonio di Padova (1882), la decorazione della cappella (1882-92) comprende ancora sei grandi pitture sulle pareti laterali con la Vita di Cristo: la Natività, la Disputa con i dottori, il Battesimo, la Benedizione dei bambini, l'Entrata in Gerusalemme (con autoritratto) e la Salita al Calvario. Nella fascia ornamentale del soffitto sono inserite le figure di Cristo maestro, Maria incoronata col Bambino sulle ginocchia, Mosè ed Elia, mentre nel centro del soffitto sono raffigurate le quattro Virtù cardinali. Tra le finestre, in alto, dipinse, in tondi a fondo oro, le immagini dei santi Marco, Pietro, Giovanni, e Matteo, Paolo, Luca, in basso, in chiaroscuro, staccate come statue nelle loro nicchie, vi sono, da un lato, le immagini dei santi Bernardino da Siena, Tommaso d'Aquino e Bernardo, e, dall'altro, Luigi Gonzaga, Bonaventura e Francesco d'Assisi. L'insieme è collegato da fregi di foglie, festoni con uccelli variopinti, delfini, putti e mostri bizzarri, nel migliore stile quattrocentesco.
Tutte queste pitture murali rivelano essere il D., più che un artista, un compito tecnico dell'arte (Neri, in Atesia Augusta, 1941, p. 12); meticoloso nel disegno, delicato nella scelta dei colori e delle sfumature, persino ricercato nei dettagli. Ma egli non va oltre la semplice resa del modello, incapace o restio, per principio, a dare vita ad un personaggio.
In questo periodo dipinse anche una Madonna che adora il Bambino (1885,in Neri, in Archivio...,1941, p. 2), in cui l'ammirazione per il '400fiorentino è evidente. Nel 1887 fu chiamato a Roma per eseguire, per la nuova chiesa di S. Antonio di Padova a via Merulana, una grande tela del S. Cuore, ai cui lati sono inginocchiati i santi Luigi IX re di Francia ed Elisabetta d'Ungheria. Due Teste di vecchi (forse studi per una delle scene della Vita di Cristo) sono datate e firmate a Roma nel 1887; si conservano a Roma presso l'Archivio generale dei frati minori.
Un altro lavoro di notevole impegno lo occupò negli anni 1893-96.È la decorazione di due absidi laterali della collegiata di San Candido in Val Pusteria.
In quella di destra raffigurò la Regina del s. Rosario con s. Domenico e angeli, ein quella di sinistra il Torchio mistico con la Madonna, Leone XIII e angeli.
Frattanto, in occasione della beatificazione del beato Leopoldo da Gaiche (1893), dipinse un quadro d'altare che attualmente orna la grande sala del convento di Bolzano. Nella mostra nazionale tirolese (Innsbruck 1893), alla quale partecipò con un piccolo, delicato quadro della Madonna, fu insignito della medaglia d'oro imperiale "Viribus unitis". All'incirca in questo periodo eseguì un S. Nicola sul soffitto della chiesa di Villa Sarentino, una Mater dolorosa, copiata da L. Kupelwieser per il refettorio del suo convento di Bolzano, e un quadro raffigurante le Stimmate di s. Francesco (1894), poi riprodotto in numerose oleografie. Per la sacrestia del suo convento fece una piccola tela, molto devota, con il Cristo e l'eucarestia (firm. e dat. 1895), esposta nel S. Sepolcro al giovedì santo. Fu distrutta una Madonna in trono col Bambino, dipinta nel 1897 sulla facciata esterna di S. Francesco presso Castel Firmiano. Sorte non migliore toccò alla decorazione di una campata del loggiato del cimitero di Bolzano, ove sono sepolti i frati minori. Soltanto la scena principale, dipinta su lamiera, è conservata in un magazzino del convento di Bolzano. Essa rappresenta S. Francesco mediatore per le anime del purgatorio (con autoritratto).
Negli anni 1897-98 il D. si diede al restauro di numerosi quadri del suo convento bolzanese: un ciclo di ventotto grandi scene della Vita di s. Francesco, vari Santi dell'Ordine e quattro ante dell'antico organo furono rimessi a nuovo con particolare perizia tecnica.
Buone qualità pittoriche l'artista mostrò anche come ritrattista. Lo dimostrano una diecina di quadri eseguiti negli ultimi anni di vita (cfr. Gredler, 1907, p. 34-53 Neri, in Archivio..., 1941, p. 401). Era ricercato per disegnare arredamenti sacri in stile gotico, come altari (Bolzano, Steinach, Naturno), panche e confessionali (Bolzano), stendardi religiosi (Vilpiano) e mosaici (Bolzano). Molti dei suoi disegni e alcune opere non finite, conservati nella sala del disegno del ginnasio di Bolzano, dove tornò a insegnare negli anni 1899-1906, andarono distrutti durante e dopo l'ultima guerra. Similmente furono distrutti i mosaici della facciata esterna della chiesa conventuale, eseguiti su cartoni del D. (l'Immacolata, i Santi Gioachino e Anna, i Discepoli di Emmaus) e gli altri sopra le porte che immettono al cimitero (i Santi Francesco e Antonio). Rimase molto danneggiato un Cristo con s. Francesco sopra l'ingresso del chiostro.
L'ultima opera datata del D. è un quadro di S. Elena (1904) con in mano la croce del Salvatore, conservato nella parrocchiale di Gries (Bolzano). Il D. mori a Bolzano il 14 dic. 1906, affetto da podagra e tubercolosi. Per temperamento e per educazione fu un pittore eminentemente religioso, tenacemente fedele ai canoni della sua scuola che mise al servizio del suo apostolato francescano.
Fonti e Bibl.: V. Gredler, P. Cajus D. Ord. min. als Maler, in Zeitschrift des Ferdinandeums für Tirol und Vorarlberg, s. 3, LI (1907), pp. 341-46;D. Neri, Il pittore p. C. D.,in Atesia Augusta, 1941, 4, pp. 9-15; Id., Un pittore atesino della fine dell'800, il p. C. D., in Archivio per l'Alto Adige, XXXVI (1941), 2, pp. 379-403;N. K. Weiss, Das Franziskanerkloster in Bozen in seiner geschichtlichen Entwicklung, Bozen 1946, pp. 78,82 s.; B. Pesci, S. Antonio a via Merulana, Roma 1964, pp. 17, 72e fig. 15; C. Dabringer, Ein Kunstmaler im Ordenskleid: P. Caius D.,in Mitteilungen der Bozner Franziskanerprovinz vom hl. Vater Franziskus, 1965, 43, pp. 82 ss.; 200Jahre Franziskanergymnasium Bozen 1781-1981, a cura di B. Klammer, Bozen 1981, pp. 28, 30, 126, 144, 149, 231, 238;Hall i.T., Convento dei frati minori, Biblioteca: F. Nothegger, Provinzgeschichte der Tiroler Franziskanerprovinz, ms., 1982,cc. 1690 s.; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, I, p. 451 (s.v. Andrea, Cajus d').