CAIS (Cays), Eugenio, conte di Pierlas
Nacque a Nizza Marittima il 14 ott. 1842 da Cesare e da Onoria Serafina dei marchesi d'Espagnet de Villeneuve-Moris, primogenito di sei figli.
Il suo casato proveniva dalla Val di Blora (Nizza), dove un Lodovico nel 1682 era stato investito delle ragioni dotali di sua moglie, Margherita Drago, sul feudo di Pierlas (Nizza). Nel secolo successivo, il 27 marzo 1764, era stato concesso a Giuseppe Cais di Pierlas (1704-1786) il titolo comitale con diritto di trasmissione.
Poco più che adolescente, il C. visse il dramma della annessione di Nizza alla Francia (1860) e, posto nell'alternativa di rimanere nella sua patria come cittadino francese, preferì optare per la nazionalità italiana e allontanarsene. Intrapresa la carriera diplomatica, l'abbandonò quasi subito per dedicarsi completamente a una vita raccolta, di studi e di cure famigliari. A testimoniame il fervore, l'interesse sincero e la dedizione completa alle ricerche storiche, A. Manno (1902), che gli fu amico, scrisse che il C. "visse quasi sempre a Torino, anzi negli archivi e pubblici e privati". Fu membro della Commissione araldica piemontese e, dal giugno 1895, socio effettivo della R. Deputazione di storia patria di Torino. Qui sposò, il 29 apr. 1869, Giuseppina Gromo di Ternengo, e ne ebbe quattro tra figli e figlie, di cui Cesare, il primogenito, ereditò la passione paterna per gli studi storici e intraprese la carriera di archivista di Stato.
Il C. morì a Torino il 10 apr. 1900.
Oggetto appassionato delle sue ricerche fu la storia di Nizza e delle regioni circostanti, che il C. illustrò con numerose pubblicazioni di diverso genere: dalla semplice comunicazione di un documento inedito, all'articolo su qualche curiosità storica locale, all'opera di ricostruzione storica vera e propria. In quest'ultima categoria rientrano i suoi scritti più significativi: I conti di Ventimiglia, il priorato di S. Michele ed il Principato di Seborga: memoria documentata, in Miscellanea di storia italiana, XXIII(1884), pp. 1-150; Documents inédits sur les Grimaldi et Monaco et leurs relations avec les Ducs de Savoie, suivis des Statuts de Menton, Rome-Turin-Florence 1885; Cartulaire de l'ancienne cathédrale de Nice, Turin 1888; Le XIe siècle dans les Alpes maritimes: études gealogiques, in Mem. della Regia Accademia delle scienze di Torino, s. 2, XXXIX(1889), 2, pp. 285-392; Le fief de Chateauneuf dans les Alpes maritimes du XIè au XVe siècle: étude féodale et généalogique, in Miscell. di storia italiana, XXIX (1892), pp. 393-534, nei quali l'attenzione del C. appare in primo luogo rivolta alla ricerca genealogica. La storia delle famiglie della sua terra costituì il campo prediletto di indagine, come testimoniano pure i due volumi manoscritti di genealogie di famiglie provenzali, nizzarde e piemontesi, rimasti inediti. Della sua competenza in materia si valse, in diverse occasioni. A. Manno, nella stesura della sua nota raccolta di genealogie: Ilpatriziato subalpino.
Una segnalazione a parte merita La ville de Nice pendant le premier siècle de la domination des princes de Savoie: documents inédits, vue et plan du cháteau (Turin 1898) che è il suo lavoro più impegnativo sia per la vastità della ricerca archivistica sia per la complessità del quadro storico delineato. Il volume è diviso in tre parti: la prima contiene la "storia politica, amministrativa e militare", la seconda studia le "condizioni sociali, economiche e topografiche", la terza è una raccolta di "documenti inediti e di elementi economici e linguistici", ed illustra la storia di Nizza, dal 1388 fino alla morte di Ludovico di Savoia nel 1465, con tutti gli opportuni riferimenti alla storia delle regioni confinanti, Provenza, Piemonte e Liguria. Il libro ebbe un'ottima accoglienza: tra l'altro ne è testimone la recensione favorevole di F. Gabotto, che, pur discutendolo in alcuni punti, lo definì tra i migliori studi degli ultimi anni.
Come molti studiosi del suo tempo il C., spinto dal desiderio di far luce su una storia come quella medievale subalpina rimasta troppo a lungo negletta, finì talvolta col forzare il dato storico, accordando soverchio valore ai sussidi forniti dalla paleografia e dalla diplomatica, ed esprimendo giudizi viziati da tesi precostituite. Resta fuor di dubbio tuttavia: la validità della ricerca del C., che contribuì con il suo lavoro a una migliore conoscenza della storia nizzarda e subalpina. L'ultima opera da lui pubblicata fu una Storia del reggimento di Susa e suo ingresso a Nizza in avanguardia austriaca sotto il comando del conte Cais di Pierlas alli 11 maggio 1800 (Torino 1900), nella quale, servendosi di notizie tramandate dalla propria famiglia, illustrò un episodio della campagna franco-piemontese del 1800. Poco prima della morte diede alle stampe lo Chartrier de l'abbaye de Saint-Pons au Diocèse de Nice (Monaco 1900), che uscì postumo.
Fonti e Bibl.: Oltre a E. Dervieux, L'opera cinquantenaria della R. Deputazione di storia patria di Torino, Torino 1935, pp. 144 s. (contenente la bibliografia completa degli scritti del C.); si vedano A. Manno, Ilpatriziato subalpino (schede dattiloscritte presso la Bibl. nazionale di Torino), ad vocem Cais; F. Gabotto, Osservazioni intorno ad un recente libro di storia nizzarda, Torino 1898 (pubblicato senza titolo e come recensione a La ville de Nice…, anche in Riv. stor. ital., XV[1898], pp. 51-59); C. Manfroni, recensione a La ville de Nice…, in Riv. marittima, XXXII (1899), pp. 802-809; necrologio in Riv. stor. ital., XVII(1900), p. 174; necrologio in Romania, XXIX(1900), p. 466; A. Manno, E. C. di Pierlas, Torino 1902 (pubblicato poi anche in Miscellanea di storia italiana, XL[1904], pp. 161-165); T. Spreti, Enc. storico-nobilare ital., II, p. 238.