Soprannome col quale è noto il pittore fiorentino Nozzo di Pierino (prima metà del sec. 14º): uomo di proverbiale dabbenaggine, figura nel Decameron (VIII, 3a e 6a; IX, 3a e 5a) come vittima di grandiose burle degli amici Bruno, Buffalmacco e altri. C. è il prototipo della stupidità umana, che la pretende a furberia (donde il comico), contrapposta a quella intelligenza e saviezza che è uno degli ideali del Decameron.