calchi
Fra le diverse tipologie del prestito (➔ prestiti), il calco (nella sua accezione linguistica il termine è usato la prima volta in Francia alla fine del XIX secolo, ma furono poi A. Meillet e Ch. Bally a dar rilievo al fenomeno nel XX, divulgando la parola calque; ted. Lehnprägung; ingl. loan translation) rappresenta la forma più raffinata e complessa. Infatti non si tratta della riproduzione più o meno fedele di un modello alloglotto nel suo aspetto esteriore, come avviene coi forestierismi integrali o adattati, ma della ricreazione mimetica della sua conformazione interna per mezzo di elementi della propria lingua: la parola o la frase straniera viene così ‘ricalcata’ strutturalmente attraverso un nuovo elemento che combinando materiali indigeni ne riproduce la forma e il significato, oppure riverbera tratti del suo significato su un termine analogo della lingua mutuante rimodellandone la semantica.
Nel primo caso si parla di calchi formali o strutturali: ad es., ferrovia è un composto di ferro e via coniato per riprodurre la struttura dell’analoga formazione tedesca Eisenbahn (a sua volta dall’inglese railway); pallacanestro replica l’inglese basket-ball; far buon viso a cattivo gioco è una frase modellata sul francese faire bonne mine à mauvais jeu; insostenibile ricalca il francese insoutenable, superuomo il tedesco Übermensch.
Nel secondo caso abbiamo i calchi semantici: diligenza assume il significato di «veicolo» alla fine del Seicento sull’esempio del francese carrosse de diligence; caffè, sempre per influsso francese, indicherà anche la «bottega del caffè»; angolo nel senso di «calcio d’angolo» è un’estensione semantica che rispecchia quella dell’inglese corner; permissivo «troppo tollerante» dipende dal significato che ha l’aggettivo nell’espressione permissive society.
Affinché possa avvenire un calco, sono perciò necessari un modello straniero ‘trasparente’, cioè motivato semanticamente e strutturalmente, e una buona competenza linguistica in chi lo effettua, che deve essere in grado di cogliere, oltre al significato, la forma interna straniera del modello, e di individuare nella propria lingua un modo per riprodurla adeguatamente. Di conseguenza il calco è un fenomeno nel suo complesso più colto del semplice prestito (anche se non mancano calchi popolari) e investe soprattutto il lessico intellettuale, addensandosi nei periodi in cui l’attività culturale e le conoscenze linguistiche sono maggiori.
Come non sempre è possibile tracciare un confine netto fra prestiti e calchi (specie quando l’interferenza avvenga fra lingue affini e si ignori l’atteggiamento psicologico di chi la compie), così anche la differenza fra i calchi strutturali e quelli semantici, che si fonda sul diverso tipo di motivazione individuata nel modello (formale e semantica nel primo caso o solo semantica nel secondo caso), è più di grado che di sostanza. E anche in questo caso, quando non sia chiaro l’atteggiamento che sta dietro all’interferenza e l’espressione straniera abbia già un corrispettivo nella lingua d’arrivo, si può restare nel dubbio, come per tavola rotonda, che sul modello dell’inglese round table ha assunto nell’italiano contemporaneo il nuovo significato di «discussione fra esperti» e che si può considerare un calco strutturale solo ipotizzando una introduzione del neologismo avulsa dalla precedente espressione letteraria che indicava un’assise di cavalieri.
Nei calchi strutturali, come si è accennato, viene riprodotta la ‘forma’ del modello, che deve poter essere interpretata e scomposta nei suoi elementi costitutivi, così da consentire una resa con materiali indigeni che abbiano la stessa articolazione strutturale della parola straniera e ne restituiscano la motivazione semantica. Occorre quindi che il modello straniero sia un derivato, o un composto, o una unità fraseologica analizzabili sincronicamente: con il calco si creerà una nuova formazione che andrà a collocarsi nell’inventario lessicale della lingua ricevente.
Merita distinguere fra calchi strutturali di ➔ derivazione e calchi strutturali di ➔ composizione. Nel primo caso i derivati stranieri, prefissati e suffissati, vengono riprodotti con elementi equivalenti della lingua d’arrivo. Se le due lingue sono affini, si instaurano corrispondenze quasi automatiche che talvolta possono contribuire alla fortuna di un morfema formativo, come avvenne nel XVIII e XIX secolo con i calchi di derivati francesi in -isme (autoritarismo, capitalismo, deismo, giansenismo, parallelismo) e poi coi calchi di parole inglesi in -al (attuariale, colloquiale, congeniale, costituzionale, cruciale, editoriale, educazionale). In qualche caso il calco derivazionale è preceduto dal prestito: dall’ingl. behaviourism prima si è avuto l’adattamento behaviorismo e poi il calco comportamentismo.
Carattere più vario e problematico possiede il calco strutturale di composizione. Per di più, nel caso dell’italiano, fino a tempi recenti lingua poco incline alla formazione di composti (a esclusione di quelli imperativali, sempre abbastanza produttivi, e di pochi altri tipi), tale categoria di calchi è stata uno dei principali fattori che negli ultimi due secoli hanno forzato le strutture tradizionali, aprendo la lingua a nuovi moduli compositivi. Infatti nel ricalcare i composti stranieri si sono progressivamente imitati tipi strutturali estranei all’italiano (➔ adattamento): ad es., calchi come banconota sull’ingl. bank-note, insieme alle neoformazioni con elementi classici (burocrazia, fotografia; ➔ elementi formativi), hanno aperto la strada nella composizione alla sequenza determinante + determinato propria del greco e delle lingue germaniche.
Tuttavia non di rado anche le strutture tradizionali sono riuscite a condizionare in vario modo la forma del calco inquadrando, ad es., le rese secondo la tradizionale sequenza neolatina determinato+determinante, come per il ted. Blitzkrieg capovolto in guerra lampo, l’ingl. hand-ball in pallamano, social climber in arrampicatore sociale. Nel caso di rendiconto (sul fr. compte-rendu), schiaccianoci (sul ted. Nussknacker), grattacielo (sull’ingl. sky-scraper) ci si è allineati al diffuso tipo dei composti imperativali; in altri casi ancora il calco si è risolto in un fraseologismo: il ted. Arbeitsgeber in datore di lavoro, l’ingl. brainwashing in lavaggio del cervello, summit conference in conferenza al vertice. In questo modo, come si distinguono i forestierismi integrali dai forestierismi adattati, ci sono calchi perfetti che riproducono fedelmente la struttura dell’archetipo, e calchi imperfetti o approssimativi che invece la adattano agli schemi propri della lingua.
Si parla di semicalchi quando l’imitazione del modello è resa con una certa autonomia sia sul piano formale che su quello semantico: ad es., campanilismo riproduce attraverso un derivato l’espressione francese esprit de clocher; guardalinee e fuorigioco non hanno perfetta corrispondenza con la semantica degli archetipi linesman e offside. Un’altra categoria è rappresentata dai calchi parziali o calchi-prestiti, quando ci si limita a tradurre solo un elemento del composto straniero: uomo-sandwich sull’ingl. sandwich-man. Nei calchi per falsa motivazione, infine, l’approssimazione della resa non dipende da restrizioni o da precise scelte, ma dall’errata o imperfetta interpretazione del modello: aria condizionata deriva da un travisamento dell’ingl. air-conditioned che si riferisce a un ambiente «condizionato con l’aria»; cartoni animati traduce in modo equivoco l’ingl. cartoons «disegni» (➔ anglicismi).
I calchi fraseologici (detti raramente sintematici) concernono la riproduzione di un’intera espressione polirematica (➔ polirematiche, parole): tornare alla carica sul fr. revenir à la charge; terra di nessuno sull’ingl. no man’s land. Spesso si tratta di fraseologismi che risalgono indietro nel tempo e che si sono irradiati sinonimicamente in molte lingue europee, ma il fenomeno concerne anche la lingua contemporanea, con una vitalità e una forza di penetrazione sorprendenti: the man in the street, uomo della strada, fr. homme de la rue, ted. Mann auf der Strasse, spagn. hombre de la calle.
Se con il calco strutturale viene imitato anche il significato del modello, come risulta in modo particolarmente evidente quando questo non corrisponde alla somma dei significati dei singoli componenti (anatra zoppa «persona o impresa in difficoltà» sull’ingl. lame duck), con il calco semantico l’interferenza concerne solo la sfera del significato: una voce che condivida certi tratti semantici con una parola straniera viene indotta a imitare l’articolazione del significato straniero e assume nuove accezioni motivate come estensioni, usi metaforici, specializzazioni, ecc. Il fenomeno non si instaura con la singola parola straniera presa isolatamente, ma scaturisce dai contesti in cui essa compare con quel significato particolare: forma «condizione fisica» è un significato nuovo della parola, ma che proviene dall’espressione essere in forma, calcata sull’ingl. to be in shape. Diversi calchi semantici di singole parole sono così preceduti dai calchi delle espressioni che li contengono: voga «reputazione» da essere in voga sul fr. être en vogue; affluente «benestante» da società affluente (o società opulenta) dall’ingl. affluent society.
I calchi semantici risultano meno appariscenti degli altri tipi d’interferenza, ma si stabilizzano in modo più rapido e profondo. Sono ovviamente favoriti dall’affinità formale fra i lessemi delle due lingue, ma questa può anche non sussistere: bambola «ragazza procace» sull’ingl. doll, congelare «sospendere un credito» sull’ingl. to freeze, falco «guerrafondaio» sull’ingl. hawk. Il rapporto di motivazione tra le diverse accezioni semantiche del modello alloglotto si basa sul significato comune con il termine corrispondente, e se è vero che il calco avviene tanto più facilmente quanto minore è il salto semantico da compiere, risulta poi più difficile dimostrare, senza prove che attestino il processo d’interferenza, che non si sia trattato di un parallelo sviluppo avvenuto autonomamente nella lingua. Ad es., solo l’ampia diffusione del forestierismo authority lo fa ritenere responsabile della nuova accezione di autorità «organismo di controllo»; solo la compresenza del prestito integrale single può spiegare la recente accezione di singolo «uomo che vive da solo» come un calco semantico sull’inglese.
La somiglianza della forma esterna può talvolta influenzare chi compie un calco, inducendolo a privilegiare un termine più affine al modello, anche se privo di tratti semantici perfettamente coincidenti: sulla scelta di fallo nel linguaggio sportivo per rendere l’ingl. foul «infrazione» ha certo pesato la somiglianza del significante. Se però fra i due termini c’è solo una corrispondenza formale, ma manca ogni antecedente comunanza di significati, non si ha più un calco semantico, ma un prestito omofono indipendente dalla parola preesistente: camera «macchina da presa» è un prestito dell’ingl. camera (a sua volta dall’italiano) e non un calco semantico ancorato al significato italiano di camera «stanza». In altri casi, quando fra il significato che viene indotto dal modello straniero e quello che la parola possedeva prima la distanza è notevole e difficilmente motivabile, non sempre è possibile stabilire se si tratti di un calco o di un prestito: realizzare ha assunto il significato di «comprendere» sul modello dell’ingl. to realize «accorgersi (di)», ma il salto dal precedente valore del verbo è tale che più che di estensione semantica si può parlare di omonimia.