CALCI (A. T., 24-25-26)
Paese e comune della Toscana nella provincia di Pisa, posto nella ridentissima valle del torrente Zambra detta già Valgraziosa, sul versante meridionale del M. Pisano. Il paese, formato dall'unione di più borgate e ville contigue, che hanno il loro centro alla Pieve, a 40 m. s. m., conta 3433 abitanti. Il comune (kmq. 24,74) ne conta 5438. A mezzo km. dal centro si trova la grandiosa Certosa di Pisa. Di Calci abbiamo notizie dal sec. VIII; nel XIII è ricordata, come castello dell'arcivescovo di Pisa. Una cospicua fonte di ricchezza è costituita dal reddito dei magnifici oliveti che popolano la valle e che forniscono olî reputatissimi. Il paese conta anche talune industrie alimentari e tessili. Un tronco di ferrovia secondaria di 8 km. lo congiunge a Navacchio e a Pisa.
Monumenti. - La Pieve, a tre navate, con colonne e capitelli romani, bizantini e romanici, già composta nel 1111, ha facciata dicroma ad archi e lesene e un grande fonte battesimale (sec. XII). Nei dintorni la Certosa, fondata nel 1366, ebbe dall'arte barocca l'attuale aspetto imponente. La chiesa, architettata nella facciata da C. Zola e da N. Stassi (sec. XVIII), ha nell'interno dipinti del Volterrano. del certosino Cassiani, del Poccetti (sec. XVII), un altare di G. Francesco e Alessandro Bergamini con ciborio bronzeo di G.B. Carrara (secolo XVII); stalli corali di Iacopo da Villa (1462), sculture di Andrea Vacca (1711). Il chiostro grande (1636-51), del certosino Feliciano Bianchi, è fiancheggiato dalle piccole abitazioni monastiche. Nel refettorio sono un affresco del Poccetti e sei dipinti di Pietro Giarré (1776) che decorò anche la foresteria (1772). L'archivio, ricchissimo, contiene anche le pergamene dei monasteri benedettini (aggregati alla Certosa nel 1425) dell'isola di Gorgona e di San Vito in Pisa, e una bibbia atlantica miniata del sec. XII.
Nei dintorni è il monastero di Sant'Agostino di Nicosia (fondato nel 1268), ora dei francescani, con affresco del sec. XIII sulla porta della chiesa e una Madonna di Alvaro Perez (sec. XV). Sulla ripida Verruca sorgono i resti della Badia benedettina di S. Michele, fondata nel sec. XI e devastata dai Fiorentini nel 1497.
Bibl.: E. Repetti, Dizionario, ecc. della Toscana, Firenze 1833-46, I, pag. 384; G. Carocci, Il Valdarno, Bergamo 1906, pp. 128 segg.; A. Manghi, La Certosa di Pisa, Pisa 1911; A. Bellini Pietri, Guida di Pisa, Pisa 1913, p. 184; M. Salmi, L'architettura romanica in Toscana, Milano-Roma 1928, pp. 14 e 43, 60 e 62; id., La scultura romanica in Toscana, Firenze 1928, pp. 73 e 94; P. Toesca, Miniature romane dei secoli XI e XII, in Rivista del R. Istituto di archeologia e storia dell'arte, 1929, p. 69 segg.