CALCIDICO (καλκιδικόν, chalcidicum)
Il termine equivale genericamente a portico, ma con qualche precisazione di planimetria o di alzato che sfugge per la poca chiarezza dei testi. Con tal nome, infatti, Augusto indica nel Monumentum Ancyranum (iv, 1) quell' annesso della Curia lulia, adiacente ad essa (continens ei) che sembra fosse destinato alla conservazione di oggetti e di vasellame preziosi; il termine vale in tal caso genericamente come "portico", le cui caratteristiche architettoniche ci sfuggono. L'edificio è ricordato anche in C. I. L., (i, 659; x, 810) e nelle Etymologiae di Isidoro di Siviglia. Lo stesso significato di portico viene attribuito al c. da Vitruvio (v, 1), ma con accezione più precisa, poiché, nel fissare il canone della basilica, la cui ampiezza deve essere compresa fra un terzo e la metà della lunghezza, egli ammette la possibilità di aumentare questa ultima, in particolari condizioni, con l'aggiunta di un c. sui lati corti. Si tratta in questo caso di un porticato che ha la funzione di raccordare con un braccio trasverso le navate laterali della basilica completando il giro dell'ambulacro intorno al vano più sviluppato in altezza (cioè intorno a quella che diverrà la "navata centrale"). Il termine viene generalmente usato con questa accezione, e quindi, oltre all'esempio della basilica Iulia Aquiliana citato da Vitruvio stesso, la più vasta e sontuosa applicazione del c. può considerarsi quella della basilica Ulpia, dove il porticato trasverso era doppio. Altri autori indicano con la parola chalcidica le parti superiori delle case, nel senso di cenacoli e luoghi all'aria aperta e nel significato degli omerici ὑπερωιοϑεν ed ὐπερῷν (Arnob., Adv. gentes, iv, 33; Auson., Perioch. Odyss., i, 23). La notizia che di c. ci dà Festo (s. v.) è la più laconica: e si limita a darci della parola un'etimologia probabile, ma non sicura: che il c. cioè è una specie di edificio; così detto dalla città di Calcide nell'Eubea. Non è possibile far derivare dal c., come alcuni studiosi vorrebbero, il transetto della basilica cristiana, che aveva altre caratteristiche d'alzato risultando sviluppato quanto il vano centrale. Una dipendenza diretta del c. si ha invece nell'endonartece di costruzioni bizantine.
Bibl.: A. Promis, Vocaboli latini di architettura, Torino 1875, p. 55; A. Mau, Osservazioni sull'edifizio di Eumachia in Pompei, in Röm. Mitt., 1892, p. 113; A. Sogliano, La Basilica di Pompei, in Memorie della R. Acc. d'Arch. di Napoli, 1913, p. 120; Dict. Ant., s. v. Chalcidicum.
(† F. Grana - G. Matthiae)