calcio - Cecoslovacchia
FEDERAZIONE
Denominazione ufficiale: Ceskomoravsky Fotbalovy Svaz
Anno di fondazione: 1901
Anno di affiliazione FIFA: 1907
NAZIONALE
Colori: rosso-blu-bianco
Prima partita: 5 aprile 1903, Ungheria-Cecoslovacchia, 2-1
Albo d'oro: 1 Campionato d'Europa (1976), 1 Olimpiade (1980), 1 argento olimpico (1976)
Albo d'oro della nazionale giovanile: 1 Campionato d'Europa under 23 (1972), 1 Campionato d'Europa under 18 (1968), 1 Campionato d'Europa under 16 (1990)
Giocatore con il maggior numero di presenze: Zdenek Nehoda (90)
Giocatore con il maggior numero di gol: Antonin Puc (34)
MOVIMENTO CALCISTICO
Primo club fondato: Slavia Praga, 1891
Vittorie internazionali dei club: nessuna
Campionati nazionali vinti dai club: 24 Sparta Praga (incluso Spartak Praga Sokolovo e CKD Sokolovo Praga); 11 Dukla Praga (incluso ÚDA Praga), Slavia Praga; 8 Slovan Bratislava (incluso NV Bratislava); 5 Spartak Trnava; 3 Baník Ostrava; 1 Bohemians Praga, CH Bratislava, Spartak Hradec Králové, TJ Vítkovice, Viktria Zizkov, Zbrojovka Brno
Coppe nazionali vinte dai club: 8 Sparta Praga (incluso Spartak Sokolovo), Dukla Praga; 5 Slovan Bratislava; 4 Spartak Trnava; 3 Baník Ostrava; 2 Lokomotíva Kosice; 1 DAC Dunajská Streda, FC Kosice (incluso VSS Kosice e ZTS Kosice), TJ Gottwaldov
Giocatore con il maggior numero di gol: Josef Bican (218)
Fondata nel 1901, la Federazione cecoslovacca esprime fin dall'inizio una buona rappresentativa nazionale capace di competere, nell'area danubiana, con le più quotate Austria e Ungheria. Nel 1920, la nazionale partecipa alle Olimpiadi di Anversa: domina la prima fase, travolgendo Iugoslavia, Norvegia e Francia ma, nella finale contro il Belgio, abbandona il campo per protesta contro le decisioni dell'arbitro inglese Lewis. Squalificata, perde anche l'argento. La consacrazione arriva negli anni Trenta, con i Mondiali di Italia e Francia. A Roma, guidata da Pelikan, impegna seriamente gli azzurri in finale: si porta in vantaggio con Puc, ma poi Orsi e Schiavio hanno la meglio sul leggendario portiere Planika. L'attaccante Nejedly si laurea capocannoniere con cinque gol. A Parigi, il cammino si ferma ai quarti di finale, dopo un aspro doppio confronto con il Brasile: la prima gara, caratterizzata da tre espulsioni, termina 1-1 dopo i supplementari, mentre nella seconda si impongono i sudamericani 2-1. Il buon comportamento della nazionale trova riscontro in quello dei club: Sparta e Slavia Praga hanno formazioni che si fanno rispettare in tutta Europa.
Il Secondo conflitto mondiale incide pesantemente sul calcio della Cecoslovacchia: il paese è invaso, gli stadi chiudono, i calciatori diventano soldati. Cessate le ostilità, la ricostruzione si rivela durissima: occorrono anni per tornare ad alti livelli. La Cecoslovacchia è assente ai Mondiali brasiliani del 1950, mentre in Svizzera, quattro anni dopo, subisce un'eliminazione immediata e dolorosa per effetto delle nette sconfitte inflitte dall'Uruguay (0-2) e dall'Austria (0-5). Va appena meglio in Svezia nel 1958, ma anche in quell'occasione la squadra esce al primo turno, tradita da uno spareggio con l'Irlanda del Nord, dopo un pareggio con la Germania Ovest e il successo sull'Argentina.
Il momento buio si chiude negli anni Sessanta, inaugurati dal terzo posto nei primi Campionati d'Europa della storia. La Cecoslovacchia supera Danimarca e Romania, ma viene travolta dall'URSS ‒ poi vittoriosa ‒ in semifinale; infine si assicura il terzo posto superando la Francia a Marsiglia. Nel 1962 arriva il secondo posto al Mondiale cileno: la Cecoslovacchia supera gli ottavi imbattuta (pareggio con il Brasile, vittorie con Spagna e Messico), batte l'Ungheria nei quarti (1-0) e la Iugoslavia in semifinale (1-0), arrendendosi al Brasile in finale (1-3), dopo l'illusorio vantaggio di Masopust. Due anni più tardi, nuovo argento alle Olimpiadi di Tokyo. La finale con l'Ungheria si gioca davanti a 70.000 spettatori: la Cecoslovacchia sconta la fatica accumulata contro la Germania, gli ungheresi segnano due reti, il gol di Brumovski si rivela inutile.
Seguono dieci anni di silenzio, interrotti nel 1976 dal trionfo agli Europei in Iugoslavia: il tecnico è Venglos, le stelle Ondrus e Nehoda. La Cecoslovacchia passa il primo turno scavalcando Inghilterra e Portogallo, supera l'URSS ai quarti e l'Olanda in semifinale, per poi prevalere nell'emozionante finale con la Germania Ovest, decisa ai calci di rigore. Quattro anni dopo, in Italia, non replica l'impresa, ma conquista un onorevole terzo posto dove, ancora una volta, sono determinanti i tiri dal dischetto a spese della squadra azzurra. A distanza di pochi mesi giunge la vittoria alle Olimpiadi di Mosca: la Cecoslovacchia, grazie a un gol di Svoboda, supera in finale i campioni uscenti della Germania Est. I Mondiali del 1982 si rivelano una delusione: fatale il primo turno che vede promosse Inghilterra e Francia. Assente nel 1986 in Messico, la nazionale della Cecoslovacchia ricompare ai Mondiali italiani del 1990, dove si ferma ai quarti contro la Germania, nei quali risulta decisivo il rigore di Matthäus.
In seguito allo scioglimento della Repubblica federativa cecoslovacca (31 dicembre 1992), la nazionale unica cessa di esistere. Alle qualificazioni per i Mondiali americani del 1994 partecipa ancora come RCS, mentre dalla stagione 1994-95 nascono due Federazioni e due rappresentative indipendenti: la Slovacchia e la Repubblica Ceca.