calcolatrice
calcolatrice [Uso sostantivato del f. dell'agg. calcolatore] [STF] [INF] Denomin. data nel passato a tutti i dispositivi per eseguire calcoli e all'inizio data anche a quelli che oggi si chiamano calcolatori (c. elettroniche; ma v. oltre); attualmente, il termine indica macchine per calcolare numericamente, sia meccaniche, sia elettromeccaniche, sia completamente elettroniche (qui comprendendo anche dispositivi di dimensioni estremamente ridotte), che in ogni modo si differenziano dai calcolatori per la riduzione delle prestazioni all'esecuzione delle sole operazioni aritmetiche, o poco più, e, in genere, per la mancanza o la piccolissima entità della capacità di memorizzazione e programmazione (salvo le c. elettroniche scientifiche: v. oltre). ◆ [STF] Dispositivi per rendere più rapidi i calcoli risalgono alla più remota antichità: Greci e Romani (in seguito Giapponesi, Cinesi e Russi) adoperavano l'abaco. Del 1642 è la macchina di B. Pascal, preceduta, nel 1617, dai "bastoni calcolatori" di Nepero; più tardi, nel 1671, a Leibniz è dovuta la prima moltiplicatrice per addizioni successive. Soltanto nel sec. 19°, dopo lo studio di molti altri tipi, si ebbero le prime c. di uso pratico; intorno al 1860 venne introdotto l'uso dei tasti, mentre fino allora era noto solo l'apparato di impostazione a leve. Il principio dei bastoni di Nepero venne reimpiegato, con notevoli perfezionamenti, nell'"aritmografo" di L.-A.-A. Bollée (1895), moltiplicatore e addizionatore, che consentiva l'esecuzione di tutte le operazioni dell'aritmetica, benché con rapidità minore e senza i mezzi di controllo delle odierne c. elettromeccaniche. ◆ [ELT] [INF] C. elettroniche: denomin. sia di c. con funzioni identiche a quelle delle c. elettromeccaniche (di cui ricordano la struttura esterna, salvo che i dispositivi meccanici di calcolo e di indicazione sono sostituiti da dispositivi elettronici), sia di dispositivi di calcolo per uso personale, di dimensioni estremamente ridotte (ve ne sono che hanno le dimensioni all'incirca di una scheda telefonica); queste ultime sono interamente elettroniche, con una capacità di calcolo che va da poco più delle operazioni aritmetiche, per le più semplici e più piccole, a qualche decina di algoritmi funzionali (funzioni esponenziali, logaritmiche, trigonometriche, ecc.) nelle c. elettroniche scientifiche; alcune di queste ultime sono provviste anche di modeste capacità di memorizzazione e di programmazione, configurandosi allora come veri e propri calcolatori personali, pur nei limiti della tascabilità. ◆ [ELT] [INF] C. meccaniche ed elettromeccaniche: alcune di tali macchine sono destinate principalmente a eseguire addizioni e sottrazioni (addizionatrici), altre sono capaci di eseguire anche operazioni più complesse, come moltiplicazioni, divisioni, estrazioni di radici, ecc. (c. propr. dette). I1 principio di funzionamento di queste ultime non è sostanzialmente diverso dal principio secondo cui funzionano le addizionatrici: la moltiplicazione viene infatti riportata a una successione di addizioni, la divisione a una successione di sottrazioni, e così via; esistono peraltro c., dette moltiplicatrici pure, che, anziché adottare il principio delle addizionatrici, si servono di "blocchi moltiplicatori" (cioè di dispositivi meccanici che hanno la funzione di tavola pitagorica), dando direttamente il risultato di una moltiplicazione o di una divisione. Gli organi essenziali di una c. sono: il meccanismo d'impostazione, a leve o a tastiera (la tastiera può essere completa, cioè provvista di tante colonne di nove tasti ciascuna, numerati dall'1 al 9, quante sono le cifre da impostare, ovvero a dieci tasti numerati dallo 0 al 9, con i quali si impostano, successivamente, le cifre del numero); gli organi cinematici, per la trasmissione della cifra impostata agli apparecchi totalizzatori e stampanti; il totalizzatore, che accumula le cifre impostate (costituito da un rotismo del tipo dei contagiri nel quale ogni ruota, provvista di dieci denti, fa un passo quando la ruota precedente ha compiuto un giro); gli organi di comando, generalm. una o più manovelle nelle macchine a mano, e pulsanti nelle macchine azionate da motorino elettrico; l'apparato stampante (ove ci sia), costituito da un gruppo di portacaratteri, in numero pari alla capacità di totalizzazione della macchina; l'impressione è fatta generalm. su una striscia di carta; vi sono macchine che possono stampare su fogli, moduli, anche di notevoli dimensioni. Vi sono c. a mano, nelle quali, come ora ricordato, il movimento è impresso ai meccanismi mediante rotazione di una manovella, e c. elettriche, azionate da un motore elettrico. Le c. sono talvolta dotate di automatismi che consentono di conservare i risultati parziali in apposite "memorie", di reimpostare i dati, ecc. Le moderne c., azionate elettricamente, sono automatiche: eseguita l'impostazione dei numeri, l'operazione viene compiuta tutta automaticamente; altre (semiautomatiche) richiedono in parte, anche durante le operazioni, l'intervento dell'operatore; alcuni tipi sono dotati di più totalizzatori, utili nel caso si debba operare su polinomi i cui termini siano prodotti e si desideri conoscere separatamente anche il valore dei singoli prodotti (c. duplex a due totalizzatori, c. triplex a tre totalizzatori, c. multiplex a molti totalizzatori). Tra le c. si possono far rientrare anche le macchine usate per i calcoli meccanografici; i registratori di cassa, macchine stampanti addizionatrici, che emettono scontrini con l'indicazione del prezzo; le macchine contabili, largamente usate, per es., nelle banche; macchine pesatrici c., che pesano un oggetto e, moltiplicando il peso per il prezzo di 1 kg, ne calcolano il prezzo di vendita, emettendo nel contempo uno scontrino con gli elementi anzidetti; ecc.