CALCOLO
. Dal latino calcúlus, che, come diminutivo di calx, vuol dire "sassolino" (significato che calcolo conserva in medicina: v. calcolosi). Poiché gli antichi si servivano talvolta di sassolini per effettuare in forma concreta le più semplici operazioni dell'aritmetica, la parola calcolo fu usata, fin da Cicerone e Livio, in senso figurato per indicare un qualsiasi insieme di operazioni aritmetiche. Più tardi la parola fu estesa al caso di operazioni matematiche di qualsiasi genere e, con un'estensione ancora maggiore, venne adoperata per designare interi rami delle scienze matematiche, caratterizzati ciascuno o dalla natura dei procedimenti algoritmici che si usano, come calcolo numerico (v. aritmetica; approssimazioni) algebrico (v. algebra), differenziale (v.), integrale (v.), infinitesimale (v.), assoluto (v. differenziale assoluto; calcolo), oppure dal tipo di grandezze su cui si opera, come calcolo geometrico e vettoriale (v. vettori).