CALCONDILA (Χαλκονδύλης, Χαλκοκονδύλης)
Famiglia ateniese resa illustre nel sec. XV dall'umanista Demetrio e dallo storico Laonico.
Demetrio nacque ad Atene nel 1424. Lasciata definitivamente la Grecia nel 1447, si diresse a Roma; dal 1450 al 1463 insegnò greco a Perugia: dall'ottobre 1463, a Padova. Nel 1472 fu chiamato da Lorenzo de' Medici a succedere a Giovanni Argiropulo passato a Roma. Alla fine del 1492 si trasferì a Milano, ove morì nel 1511. Ebbe larga fama e discepoli numerosi ed affezionati, fra cui Angelo Poliziano, Gian Giorgio Trissino, il Grocyn, il Linacre, il Reuchlin.
La produzione letteraria di D. si riduce agli Erotemata ('Ερωτήματα: grammatica greca per domanda e risposta, Milano 1493, e spesse volte ristampata), alla sua corrispondenza con gli umanisti del tempo, a traduzioni dal greco in latino, p. es., di opuscoli di Galeno. Fu tra i revisori della versione latina di Platone di Marsilio Ficino. Curò l'edizione principe di Omero (1488), di Isocrate (1493) e di Suida (1499).
Laonico (o Nicola), fratello o piuttosto cugino del precedente, nacque ad Atene circa il 1430 da Giorgio C., che tanto nella missione diplomatica presso Murad II affidatagli dall'ambiziosa duchessa Maria Melisseno sua congiunta nel 1435, quanto in quella conferitagli dal despota di Mistra Costantino Paleologo nel 1446 sofferse la prigionia. Al ritorno dalla prima legazione, espulso dal nuovo duca Nerio II Acciaiuoli, si rifugiò a Mistra col figlio. Dopo la conquista turca del Peloponneso (1461) Laonico si rifugiò a Creta, dove divenne sacerdote e protopapa di Chania, insegnò e intraprese la rielaborazione della sua storia, interrotta poi dalla morte avvenuta dopo il 1480.
La storia intitolata Dimostrazioni storiche ('Αποδείξεις ἱστοριῶν) in dieci libri, va dal 1298 al 1464, descrivendo specialmente l'origine e il progresso dell'Impero turco. In essa il C. con rara imparzialità descrive l'organizzazione e il grande trionfo del nemico della sua patria, mentre allarga il suo racconto oltre i limiti dell'impero greco, ai Serbi, ai Bulgari, ai Romeni, con interessanti e curiose digressioni, in stile erodoteo, sull'Europa occidentale (Ungheria, Germania, Francia, Spagna e Inghilterra), dedicando il maggior spazio all'Italia, su cui il C. ha raccolto informazioni sia di prima mano, sia dal cugino Demetrio e da altri. Non mancano errori cronologici e di fatti: produce confusione l'uso pedantesco di designare i popoli medievali con nomi antichi (i Bulgari son chiamati Mesi, i Serbi Triballi, ecc.). Stona l'affettata imitazione dello stile di Erodoto e di Tucidide, che spesso fallendo genera oscurità, pesantezza, monotonia.
In omaggio ai suoi modelli, l'A. mette in bocca dei personaggi storici discorsi di notevole ampiezza.
Edizioni: Historiae byzantinae scriptores tres, Ginevra 1613; nella Collezione bizantina del Louvre (Parigi 1650 e ristampa Venezia 1729); nel Corpus Scriptorum historiae byzantinae, Bonn 1843; in Patrologia Graeca, CLIX; ed. critica di E. Darkó, Laonici Chalcocondylae historiarum demonstrationes, Budapest 1922-1927; sul primo volume v. la recensione di N. Festa, in Rivista di filol. classica, LI (1923), p. 373 segg.
Bibl.: Su Demetrio: E. Legrand, Bibliographie hellénique des XVe et XVIe siècles, Parigi 1885, pp. xciv-ci e 304-311; H. Noiret, Huit lettres de D. C., in Mélanges d'archéol. et d'hist., VII (1887), pp. 472-500; A. Badini-Confalonieri e F. Gabotto, Notizie biografiche di D.C., in Giornale ligustico, XIX (1892), pp. 241-298 e 321-336; D. G. Kampouroglous, Οἱ Χαλκοκονδύλαι, Atene 1926, pp. 171-213.
Su Laonico: W. Miller, in Journal of Hellenic Studies, XLII (1922), pp. 36-49; E. Darkó, Zum Leben des L. C., in Byzantinische Zeitschrift, XXIV (1913), pp. 29-39; id., ibid., XXVII (1927), pp. 276-285; D. G. Kampouroglous, op. cit., pp. 104-171.