CALCUTTA
(VIII, p. 363)
La città (3.305.000 ab.) costituisce con Howrah il più grande agglomerato urbano dell'India. La Grande C. (9.166.000 ab.) si allunga per oltre 50 km sulle due rive del Hūglī ed è formata da un sistema lineare di 67 città. Essa si accresce costantemente grazie a una forte immigrazione rurale, che accentua gli effetti della già consistente crescita demografica naturale.
L'attuale struttura urbana è organizzata secondo fasce funzionali: il quartiere amministrativo, quello commerciale e quello destinato alle infrastrutture portuali (zona meridionale, presso il fiume); le aree residenziali; le aree destinate alle attività industriali, alla periferia della città vera e propria. L'ex quartiere europeo ha conservato le attività di direzione economica e politica: attorno all'antico forte Williams, circondato da una zona a giardini, sorgono grandi alberghi e abitazioni di elevato livello qualitativo. A nord di questo quartiere, e in contrasto assai stridente, si trova la vecchia città indiana, dove si affolla − in condizioni spesso molto disagiate − un terzo della popolazione dell'agglomerato. La città continua poi estendendosi verso Nord con una serie interminabile di centri (in maggioranza industriali) a forti densità, all'interno dei quali si trovano, sparsi qua e là e circondati da vegetazione, ricchi quartieri residenziali.
I problemi legati all'accelerata urbanizzazione di C. sono molteplici e gravi: alloggi sovrappopolati (più dei tre quarti delle famiglie dispongono di 4 m2 a persona), difficoltà nel rifornimento idrico ed elettrico, circolazione caotica e infrastrutture stradali e ferroviarie insufficienti (solo tre ponti, di cui due stradali, attraversano l'Hūglī su circa 80 km di percorrenza urbana del fiume), mancanza di controlli igienici nei quartieri più poveri.
È uno dei maggiori porti dell'Asia meridionale, con un traffico annuo di circa 11 milioni di t di merci tra esportazioni (ferro, manganese, tè, semi oleaginosi, iuta grezza e lavorata) e importazioni (petrolio, cotone, prodotti alimentari).
C. assicura circa il 20% del movimento commerciale con l'estero. Le strutture portuali sono superate: gli impianti a terra risentono del tempo, tra i docks e il mare ci sono 150 km di un percorso difficile (che richiede il pilotaggio) e le navi sono costrette ad attendere l'alta marea per avere via libera. Si è tentato di aumentare l'afflusso d'acqua al fiume deviando una parte delle acque del Gange con la costruzione dello sbarramento di Farakka alla testa del delta, ma non è possibile utilizzare al massimo l'impianto per un contenzioso con il Bangla Desh.
L'industria è dominata dal settore tessile (iuta, cotone, seta); segue la metallurgia, concentrata a Haora, e un certo rilievo hanno anche i settori meccanico, cartario, navale, chimico e alimentare. Piuttosto forte è il settore terziario, che fornisce più della metà delle occupazioni. Tuttavia questo quadro economico, apparentemente ricco e vario, in realtà reca i pesanti segni del sottosviluppo: disoccupazione e attrezzature obsolete.
Bibl.: N. R. Kar, Pattern of urban growth in lower West Bengal, in Geogr. Rev. India, september-december 1962; N. K. Bose, Calcutta: a premature metropolis, in Scientific American, september 1963; Calcutta Corporation, Director of Conservancy: Collection, transportation and disposal of garbage in Calcutta city, Calcutta Metropolitan Development Authority report n. 32, Calcutta 1976: D. Mookherje, A profile of slums in a Third World city: Calcutta, in Ekistics, 49, 297 (1982), pp. 476-80; C. Furedy, Survival strategies of the urban poor. Scavenging and recuperation in Calcutta, in Geojournal, 8, 2 (1984), pp. 129-36.