CALDARO (A. T., 24-25-26)
Comune della provincia di Bolzano, il più importante dell'Oltradige bolzanese. Il capoluogo, a 424 m. s. m., è costituito da un denso ed esteso gruppo di case bianche. Degna di menzione la chiesa gotica, con affreschi del sec. XIV. La popolazione del comune che si mantenne stazionaria nell'ultimo cinquantennio, nel 1921 era di 3938 abitanti.
L'area comunale (47,95 kmq.) è per oltre la metà coperta da boschi; quasi il 30% è a coltura intensiva e meno del 10% a prati e pascoli. Sviluppatissima la viticoltura a pergolato e la frutticoltura. Oltre il capoluogo (1650 ab.), il comune conta altre 7 frazioni (Villa di Mezzo comprende un centro di 1054 ab.); 3 km. a S. del capoluogo, chiuso fra terreni alluvionali, c'è il lago di Caldaro (214 m. s. m., 148 ett. di superficie, 7 m. di profondità) circondato da un'ampia zona paludosa. Caldaro, importante centro vinicolo, è unito dalla ferrovia elettrica d'Oltradige, lunga 19 km., con Bolzano, e da una ardita funicolare con la Mendola.
Monumenti. - Il mandamento di Caldaro, detto l'Oltradige, è in fatto di arte uno dei più interessanti della Venezia Tridentina. Il sepolcreto italico di Vadena, venuto alla luce nel secolo scorso, si sta ora scavando sistematicamente. I ruderi della chiesa di Castelvecchio (Altenburg) si vuole rappresentino l'edificio sacro più antico della provincia.
Il castello Formigaro, ossia Firmiàn (poi Sigmundskron), esisteva già nel 945. Ma anche nell'epoca romanica altre chiese ed altri castelli si segnalano per i particolari architettonici e per le decorazioni a fresco: da Boimont ad Appiano (v.), da S. Giacomo di Termeno a S. Nicolò di Caldaro. Fra i monumenti gotici e della Rinascenza merita un posto speciale la chiesa di S. Paolo ad Appiano, alla quale lavorò anche l'architetto trentino Andrea Crivelli. Dopo di allora i palazzotti, i manieri, e le stesse case borghesi che si incontrano a decine e decine in ogni parte della plaga, con una frequenza che non ha riscontro altrove, assumono quella particolare foggia architettonica che suole denominarsi "stile d'Oltradige", consistente in un tardo adattamento locale dei modelli della Rinascenza italiana, pieno di spirito e di gusto.
Bibl.: P. Orsi, Il sepolcreto italico di Vadena, in Annuario della Società Alpinisti Tridentini, IX (1882-83), con tav.; ristampato in Archivio per l'Alto Adige, IV (1909); J. C. Platter, Überetsch und die Bahn von Bozen nach Kaltern, Innsbruck 1899; J. Weingartner, Bozner Burgen, Innsbruck 1922; J. Garber, Die romanischen Wandgemälde Tirols, Vienna 1928; J. Weingartner, Die Kunstdenkmäler des Etschlandes, I, Vienna 1923, p. 31 segg.; III, Vienna 1929, p. 227 segg.