CALDERONI, Francesco, detto Silvio
Fu uno dei più eccellenti comici della commedia dell'arte. Fiorì nella seconda metà del sec. XVII. La compagnia di Silvio, secondo il Riccoboni, "serbò la modestia sul teatro" in quel periodo di decadenza: una delle poche. Dal 1687 al 1691 fu la compagnia di corte di Massimiliano Emanuele, principe elettore di Baviera; tornò poi in Italia, dirigendosi a Mantova, dov'era desiderata. Più tardi Massimiliano Emanuele volle nuovamente la compagnia con sé anche nella sua corte di Bruxelles. Nel 1699 la compagnia era a Vienna, al servizio dell'imperatore Leopoldo; e qui il C. diede a stampare al van Ghelen la commedia di G. B. Boccabadati: Quando sta peggio sta meglio, ovvero la donna innocente creduta colpevole, con sue "aggiunte". Nel 1703 recitò ad Augusta e l'anno dopo tornò a Vienna. Il repertorio era, naturalmente, italiano e nessuna difficoltà fu messa all'approvazione di esso e dei "soggetti" spesso pericolosi per ironia e impertinenza. Principale ornamento della compagnia era la moglie, Agata C., notissima come Flaminia. La sua vita d'arte si fonde con quella del marito.
Bibl.: C. Trautmann, Italienische Schauspieler am bayrischen Hofe, Monaco 1887; L. Rasi, I comici italiani, II, Firenze 1898 seg.