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CALENDA DI TAVANI, Andrea

di Francesco Barbagallo - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 16 (1973)
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CALENDA DI TAVANI, Andrea

Francesco Barbagallo

Nacque nel 1831 a Nocera Inferiore (Salerno). Nel 1853 entrò, con il fratello Vincenzo, nella Consulta di stato napoletana - tre anni dopo fu promosso sottoprefetto nel circondario di Geraci. Nel 1859 era sotto intendente a Gallipoli quando fu sospeso dal governo borbonico per aver lasciato festeggiare la vittoria di Solferino. Dopo la liberazione del Mezzogiorno, nel 1860, fu governatore della provincia di Lecce. Nel 1862 fu inviato in missione a Torino presso il ministero dell'Interno, dove collaborò con i ministri Peruzzi e Spaventa fino al trasferimento della capitale a Firenze. In uno scritto del 1865 sulle circoscrizioni amministrative mostrò di aderire pienamente alla tradizione liberale di decentramento amministrativo e sostenne la tesi - approfondita trent'anni dopo - di un ordinamento regionale che superasse la tradizionale divisione in province, circondari e mandamenti. Nel 1867 fu nominato direttore generale delle imposte. Fu quindi prefetto a Forlì, Ravenna, Alessandria, Messina, Bari, Ancona, Palermo e infine Roma. Nel 1890 fu nominato senatore, partecipò attivamente ai lavori dell'assemblea e fu, tra l'altro, relatore del progetto di riforma delle funzioni delle autorità governative e amministrative nelle province. Era prefetto di Roma quando il 19 ag. 1893 scoppiarono violente dimostrazioni di protesta per i sanguinosi incidenti tra operai italiani e francesi a Aigues-Mortes. A Roma venne assalito il palazzo Farnese, sede dell'ambasciata francese, abbattuti gli stemmi pontifici del seminario francese di S. Chiara, assediata anche l'Accademia di Francia. Il 20 agosto, assente Giolitti, il sottosegretario all'Interno Rosano sospese il prefetto e nominò una commissione d'inchiesta - composta dal senatore Canonico, dal generale Dal Verme e dal consigliere di Stato Guala - per accertare le responsabilità della mancata protezione delle sedi diplomatiche della Francia.

Nel 1895 pubblicò a Roma un saggio su La regione nell'ordinamento amministrativo italiano in cui rilanciava la tesi del decentramento istituzionale, "cioè la gestione degli affari negli scompartimenti del territorio del Regno a fronte del potere centrale, per quanto concerne tutela dell'ordine pubblico, finanze, lavori pubblici, agricoltura e commercio". Si trattava in definitiva di una proposta molto simile ai progetti fatti propri dal Alinghetti nei primi anni dell'unificazione, e si configurava la regione come un "consorzio obbligatorio tra le Provincie che la compongono per le spese relative: 1º agli Istituti d'istruzione superiore, agli Archivi Storici, alle Accademie di belle arti; 2º ai lavori pubblici per fiumi, torrenti, ponti, argini e strade…" e a poche altre attribuzioni. L'affermazione del C. di volere un decentramento istituzionale e non burocratico era contraddetta dal sistema di rappresentanza proposto: un governatore come commissario regio e un consiglio di delegati delle province. L'autorità non proveniva democraticamente dal basso ma scendeva oligarchicamente dall'alto.

Il C. morì a Roma il 4 ag. 1904.

Fra i suoi scritti: Ramondello Orsini. Storia napolitana del Trecento, Trani 1886; Patrizi e popolani del Medio Evo nella Liguria occidentale, Trani 1891-92; Fra' Tommaso Campanella e la sua dottrina sociale e politica di fronte al socialismo moderno, Nocera Inferiore 1895; Tre famiglie del Napoletano nel secolo che muore, Trani 1898.

Fonti e Bibl.: D. Farini, Diario di fine secolo, a c. di E. Morelli, Roma 1962, p. 320; B. Lomonaco, La regione nell'ordin. amministrativo italiano, in La giustizia amministrativa, VI(1895), pp. 29-35; A. Malatesta, Ministri, deputati, senatori dal 1848 al 1922, Milano 1940, I, p. 181; C. Pavone, Amministrazione centrale e amministrazione periferica…, Milano 1964, p. 188; Diz. del Ris. naz., II, p. 485.

Vedi anche
Roma Città del Lazio, capitale della Repubblica Italiana; capoluogo di regione e di provincia (Comune di 1307,7 km2 con 2.718.768 ab. nel 2008). ● Il problema dell’etimologia del nome di Roma si era presentato già alla mente degli antichi, ma le soluzioni da essi offerte non reggono alla critica scientifica. ... Italia Stato dell’Europa meridionale, corrispondente a una delle regioni naturali europee meglio individuate, data la nettezza dei confini marittimi e di quello terrestre: la catena alpina, con la quale si collega all’Europa centrale (da O a E: Francia, Svizzera, Austria, Slovenia). Come regione naturale, tra ... Forlì Forlì Comune della Romagna (228,2 km2 con 114.683 ab. nel 2008), capoluogo della prov. di Forlì-Cesena. È situata presso lo sbocco in pianura delle valli confluenti del Montone e del Rabbi. Chiusa a NE dalla ferrovia Bologna-Ancona e a O dal torrente Montone, si è estesa principalmente lungo l’asse SE ... monarchia Forma di governo nella quale i poteri di sovranità popolare e nazionale fanno capo a un’autorità sostanzialmente, ma non esclusivamente, monopersonale, basata su fattori di legittimazione tradizionale (monarchia assoluta) o legale (monarchia costituzionale) e comunque, in genere, sul principio della ...
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Vocabolario
calare
calare v. tr. e intr. [lat. calare, chalare, dal gr. χαλάω «allentare»]. – 1. tr. a. Far discendere, mandare giù lentamente, a poco a poco: c. una corda dalla finestra; c. in mare una scialuppa; lo calarono con una fune nel pozzo; la bara...
calènde
calende calènde (ant. calèndi) s. f. pl. [lat. calendae -arum, di origine incerta, forse connesso con il lat. calare, gr. καλέω («chiamare»); la forma calendi è dall’abl. calendis]. – Nella notazione romana (notazione che soltanto nel medioevo...
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