CALIARI
Famiglia di artisti originaria della Lombardia, che si stabilì a Verona nel 1492 (Biadego, p. 108) e quindi a Venezia intorno alla metà del sec. XVI. Il fatto che ad essa appartenga Paolo Veronese, a paragone del quale gli altri sono artisti di nessun rilievo, rende difficile prescindere da lui nel prendere in considerazione i vari membri della famiglia.
Piero, nonno di Paolo, il padre Gabriele (nato tra il 1493 e il 1498, cfr. Biadego, p. 109) e suo fratello Francesco furono tutti scultori ("spezapedra") a Verona. Non hanno trovato conferma i tentativi del Caliari (1888) di attribuire alcune opere di scultura a Gabriele: evidentemente non erano scultori importanti.
Dalla moglie Caterina, Gabriele ebbe otto figli, dei quali sappiamo il nome; di questi Paolo era il quinto (terzo dei maschi) e Benedetto, anche lui pittore, il settimo. Furono pittori anche i figli di Paolo, Gabriele e Carletto. Gabriele, il maggiore, secondo il Ridolfi (p. 361) che ne ricorda alcune tele, era anche mercante e morì nel 1631 all'età di sessantatré anni. Recentemente (Crosato Larcher, 1964) è stata richiamata l'attenzione su una Madonna con s. Anna, nella parrocchiale di Liettoli (Padova), unica opera conosciuta con la sua firma; la stessa mano è però riconoscibile in una tela analoga dei Musei Capitolini.
Dopo la morte di Paolo Veronese nel 1588, Gabriele e Carletto si misero in società con Benedetto: "incaminati nella maniera del Padre diedero compimento à molte opere da lui non finite prestandogli qualche aiuto il Zio in particolare nelle architetture" (Ridolfi, p. 354). E anche una lettera di Benedetto a Giacomo Contarini (in G. Gaye, Carteggio ined. d'artisti, III, Firenze 1840, p. 551) conferma l'esistenza di questa "bottega".
Le seguenti opere sono firmate "Heredes [o "Aeredes" o "Haeredes"] Pauli Caliari Veronensis": Venezia: Palazzo ducale, sala del Maggior Consiglio, Ilpapa Alessandro III arriva a Venezia fuggendo Federico Barbarossa, Gli ambasciatori del papa partono per recare al Barbarossa proposte di pace;Accademia, Adorazione dei pastori (proveniente dalla chiesa d'Ognissanti di Treviso); chiesa del Redentore, Battesimo (da non confondere con la tela di Paolo nella stessa chiesa). Reggio Emilia: Museo civico, Annunciazione.Napoli: Museo di S. Martino, Ultima cena.New York: cattedrale di St. John the Divine, Battesimo (Suida).
Il Ridolfi elenca altre opere fra quelle degli "eredi", ma alcune di esse sono documentate come di Benedetto e poche altre sono più giustamente attribuite a Carletto. Probabilmente la divisione del lavoro tra gli "eredi" variava; alla morte del Veronese alcune opere saranno state più incomplete di altre e inoltre dei tre "eredi" uno - e probabilmente Carletto - può avere avuto più parte in una determinata opera o può, in genere, essere stato più attivo. Comunque tutte le opere firmate dagli "heredes", come pure quelle di Carletto, hanno l'aria di un tardo Veronese annacquato; hanno cioè i modi compositivi e, in misura più limitata anche il colorire, del suo ultimo periodo ma senza la sua vivacità.
Fonti e Bibl.: C. Ridolfi, Le maraviglie dell'arte …, [1649], a cura di D. von Hadeln, I, Berlin 1914, ad Indicem;P.Caliari, Paolo Veronese…, Roma 1888, ad Indicem;G. Biadego, Intorno a Paolo Veronese…, in Atti dell'Ist. veneto di scienze, lettere e arti, LVII (1898), pp.109, 209; W. Suida, Paolo Veronese and his circle, in The Art Quarterly VIII(1945), p. 175; Gallerie dell'Accademia di Venezia, S. Moschini Marconi, Opere d'arte del sec. XVI (catal.), Roma 1962, ad Indicem;L. Crosato Larcher, Per Gabriele Caliari, in Arte veneta, XVIII(1964), pp. 174 s.; Id., Per Carletto Caliari, ibid., XXI(1967), pp. 108-124 (passim);U.Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, p. 391 (Gabriele; Gabriele di Piero; Piero di Gabriele).