calibrazione
Operazione con cui si regola uno strumento di misura per migliorarne l’accuratezza. Neologismo tratto dall’inglese calibration («taratura»), la c. include due distinti concetti: precisione e accuratezza. Precisione è sinonimo di bassa dispersione intorno alla media dei valori forniti da uno strumento di misura, accuratezza significa lieve distanza della misura media rispetto al valore oggettivo del fenomeno da misurare. Potrebbero esservi dunque strumenti precisi, ma non accurati e strumenti accurati, ma non precisi. In generale, la precisione può essere migliorata semplicemente aumentando il numero delle prove. L’accuratezza richiede invece l’eliminazione di errori sistematici.
La c. di modello è l’operazione con cui si cerca di ottenere la miglior accuratezza possibile da un modello che descrive in maniera astratta un fenomeno del mondo reale. Una buona c. richiede di eliminare, o ridurre al minimo, gli errori nella raccolta dei dati e di scegliere un modello teorico che sia la miglior descrizione possibile della realtà. Decisiva è poi la scelta dei parametri del modello, che va fatta in modo tale da minimizzare lo scostamento dei suoi risultati quando siano applicati a dati storici (➔ backtesting). In statistica, per es., la c. è importante nel modello logistico. In finanza, le principali applicazioni della c. sono riferite ai metodi per determinare i parametri di volatilità impliciti nei prezzi delle opzioni, o per determinare i criteri che governano l’evoluzione, in un mondo neutrale al rischio (➔ rischio, valutazione del), dei prezzi di un determinato asset.