Vedi CALIMNO dell'anno: 1959 - 1994
CALIMNO (v. vol.II, p. 275)
Le conoscenze sui monumenti e la storia dell'isola si sono arricchite in questi ultimi decenni grazie a nuovi studi ed esplorazioni. G. E. Bean e J. M. Cook avevano effettuato nel 1957 una descrizione generale dei siti e dei monumenti antichi di C., riconsiderando e datando i rinvenimenti di C. T. Newton dalla necropoli di Damos e definendo la posizione dei tre demi dell'isola dall'epoca della sua annessione a Coo, alla fine del III sec. a.C., in poi. Uno studio inedito (Karabatsos, 1987) esamina il tipo architettonico di basilica paleocristiana sviluppatosi a C. e a Telendos e presenta le basiliche dal V alla fine del VII sec. d.C.
Nell'area di Vathy l'insediamento ha inizio - sulla base di un recente studio che propone una nuova datazione per i rinvenimenti di A. Maiuri - tra il Tardo Neolitico e gli inizî dell'Età del Bronzo e continua in epoca micenea. Frammenti ceramici arcaici sono venuti alla luce sulla piatta cima rocciosa di Kastella, che domina la vallata di Vathy, dove una fortificazione antica, con muri disposti a terrazze, è stata collegata con la presenza di Cari, all'epoca in cui il settore occidentale dell'isola era occupato dai Dori. Nello stesso sito si rinvennero anche (1965) un utensile litico preistorico e un frammento di ceramica micenea che probabilmente testimoniano una situazione più antica. Nella vallata di Vathy con i significativi resti del IV sec. a.C. e di età ellenistica - tra cui un grande muro di cinta difensivo in località Empolas, un edificio a due vani, forse parte di qualche corpo di guardia, detto Phylakès, e resti di una necropoli - G. E. Bean, J. M. Cook e altri studiosi localizzano l'antico demo di Orkatos, uno dei tre demi dell'isola dall'epoca della όμοπολιτεία, cioè dell'annessione politica di C. alla vicina Coo, alla fine del III sec. a.C.
Numerose tracce di età romana si sono rinvenute nella zona di Rhina, ove si ritiene sorgesse l'insediamento di età imperiale.
Nell'area della vallata che occupa la parte meridionale dell'isola, all'estremità orientale della quale si trova Pothia, attuale capoluogo e porto di C., il Bean e il Cook pongono la sede del demo di Pothaia, probabilmente con centro a Damos. A Pothia, oltre all'insediamento preistorico, a un santuario antico e alle tombe scavate dal Newton, oggi datate in epoca tardoromana, è stata rinvenuta (1990) una grande cisterna di età romana con perimetro circolare e rivestimento interno in calcestruzzo. Sulla strada da Pothia verso Choriò sono state scoperte, nel 1984, quattro tombe rettangolari in muratura del II sec. a.C., con copertura piatta a blocchi squadrati di pòros. Importante, nel 1968, la scoperta di un grande torso in marmo, probabilmente da una statua di culto di Asklepios, nelle fondazioni della basilica paleocristiana di Haghia Sophia 0 del- l'Evanghelistria, a SE di quella del Cristo di Gerusalemme. In quest'area, dove si trovava il santuario di Apollo Dàlios, sono sparsi elementi architettonici in pietra, parti di gèison, rocchi di colonne, blocchi, capitelli dorici e pezzi iscritti. I trovamenti più importanti ne riconducono il culto a epoca molto antica: l'alto livello qualitativo delle figurine tardogeometriche e della ceramica, geometrica e del primo orientalizzante, provenienti dal santuario è indice di una ricca tradizione artistica. A Coo e a C. dovrebbe localizzarsi il centro di produzione della ceramica dorico-orientale, della c.d. Ostdoris (Walter- Karydi, 1973). Anche il piatto di Euphorbos, rinvenuto nella necropoli di Camiro, esempio significativo della produzione dorico-orientale, che reca un'iscrizione nell'alfabeto di C., è ritenuto opera eseguita in quest'isola. A NE della chiesa del Cristo di Gerusalemme, a Damos, con l'estesa necropoli ellenistica e i resti di un muro e di un insediamento individuati nelle ricerche del Newton, sono stati rinvenuti (1971) avanzi di un edificio antico con pavimento a mosaico che conserva parte di una raffigurazione di un felino. In località Archanghelos (Damos) sono stati inoltre scavati (1973) un tratto di recinto funerario e tre tombe in muratura, due delle quali si datano alla fine del IV-inizî del III sec., mentre nella terza si rinvenne una moneta del I sec. a.C. Più a N, in località Haghios Antonios (Panormos), è stato parzialmente messo in luce (1974) un grande edificio pubblico di età romana, che appartiene probabilmente a un complesso termale.
Nella più ampia zona del lato occidentale dell'isola, da Myties a Emporion, G. E. Bean e J. M. Cook localizzano il demo di Panormos, nel quale era inclusa anche la vicina isola di Telendos. Lungo la linea costiera occidentale, fino ad Arghinonda, sono state individuate delle tombe; tratti di fortificazione si conservano in località Vriokastro e, nel golfo di Arghinonda, anche muri, probabilmente avanzi dell'abitato cario, ad Anghinariès, tra Arghinonda e Skalia. Skalia è identificata con l'antico demo di Skaliodan, uno degli otto o nove demi dell'isola, dall'epoca dell'indipendenza. Sopra il golfo di Emporion, nella zona circostante Kastrì - dove esiste una piccola fortificazione su una scoscesa altura rocciosa, con muro, due torri rettangolari, porta e gradini tagliati nella roccia e, al suo esterno, pressa per olive cuoriforme in pietra - si rinvennero (1983) frammenti ceramici del Neolitico Finale e scaglie di ossidiana.
Monumenti paleocristiani. - Oltre alle tre basiliche paleocristiane del «Cristo di Gerusalemme», di Haghia Sophia o dell'Evanghelistria e di Haghios Ioannis Melissa- cha, scavate dal Segre, erano segnalati (Lazaridis 1953), in località Katalymata (Pothia), i resti di una basilica paleocristiana con abside poligonale e in località Vlychadia, a SO di Pothia, altri avanzi di basilica e di pavimento musivo. In uno studio sui mosaici pavimentali paleocristiani della Grecia insulare (Pelekanidis, 1974) sono compresi, oltre ai mosaici rinvenuti nei monumenti menzionati, anche quelli della zona di Vathy, dove si trovano la basilica della Panaghìa e la basilica paleocristiana in località Empolas, con la cappella dell'Arcangelo Michele. Nell'ultimo decennio sono stati segnalati resti di altre basiliche paleocristiane, di necropoli e di edifici che attestano l'esistenza di un importante centro abitato, fiorito in questo periodo.
In località «Palaeopanaghià», a breve distanza dalla cappella di Haghios Panteleimon, alle pendici meridionali del monte «Kyrà-Psilì», si conservano gli avanzi di una basilica paleocristiana a tre navate, con annessi, ed elementi architettonici in pietra sparsi nell'area. A Ν del porto di Rhina si trova la basilica a tre navate con la più tarda cappella di Haghia Irini. Nella basilica, che non è stata ancora scavata, si può osservare più di una fase struttiva: presenta un'abside semicircolare nella navata centrale e un synthronon. A E di Haghia Irini sono state recentemente evidenziate le rovine di un'altra basilica paleocristiana, detta «chiesa Est» (Karabatsos, 1987). A S del porto si trova una basilica paleocristiana con mosaici pavimentali del V e del VI sec. d.C. e la successiva cappella della Resurrezione di Cristo; è stata inoltre individuata un'altra basilica paleocristiana sulle cui rovine fu costruita la cappella di Haghios Gheorghios. Nella stessa zona sono state parzialmente scavate (1988) le rovine di una basilica paleocristiana con pavimenti a mosaico. Sul lato meridionale dell'abitato, dove si trova la chiesa della Kyrà Chostì, con pitture del XII-XIII sec., si conservano, a O di questa, resti di una basilica paleocristiana a tre navate con la più recente cappella della Croce e un pavimento a mosaico (Pelekanidis, 1974); a SO della Kyrà Chostì, nel luogo della cappella di Haghia Anna Kalliotissas con pitture del XIII sec. si trovano i ruderi di una basilica ed elementi architettonici in pietra sparsi sul terreno. Infine, a E della Kyrà Chostì è stata segnalata una basilica paleocristiana a tre navate di piccole dimensioni con tre absidi semicircolari, nota come Haghia Sophia.
Sul versante occidentale dell'isola, a Panormos, a S della moderna cappella della Zoodochos Pighì, sono stati localizzati i resti di una basilica paleocristiana a tre navate.
Museo di C. - A Pothia, nel rinnovato palazzo Vouvalis, edificio della fine del XIX sec., dal 1982 è aperta una piccola esposizione di rinvenimenti dalle grotte preistoriche di C., nonché di vasi, icone, manoscritti, frammenti di pitture murali di epoca bizantina e post-bizantina.
Dintorni di C. - Tra le piccole isole che si trovano intorno a C., già ricordate da Omero (Iliade, II, 677: «νήσους τε Καλυδνας»), Telendos e Pserimos conservano resti di antichità di epoca romana e paleocristiana.
Telendos. - Piccola isola rocciosa, dal nome preellenico, situata a O di C., dinanzi all'abitato costiero di Myrtiès e a breve distanza da questo. Secondo il Bean e il Cook, che danno informazioni sull'isoletta e sui monumenti fino ad allora conosciuti, Telendos apparteneva al demo di Panormos. Abbondanti sull'isola sono i resti tardoantichi, per la maggior parte sulla costa orientale. Terme romane si conservano a S della grande basilica paleocristiana a tre navate di Haghios Vasilios, a breve distanza dal mare, mentre a E della medesima basilica sono stati recentemente individuati resti di edifici termali di età paleocristiana.
Un complesso termale romano si trova, inoltre, a Ν del moderno abitato, con la cappella di Haghios Charalambos. A SO della basilica di Haghios Vasilios, si conservano i ruderi della basilica paleocristiana a tre navate della Panaghia. Nel cimitero dell'isola si trovano i ruderi della basilica paleocristiana della Theotokos, in uno schema a croce libera con il transetto sporgente. Di recente, in località Chochlakas, vicino al mare, a O dell'abitato sono stati localizzati avanzi di un'altra basilica paleocristiana a tre navate.
In località Pefkì o Tholaria, a SO dell'abitato, si conservano, emergenti da terra, nove costruzioni in muratura con copertura a cupola e rivestimento di intonaco all'interno, che sono indicati come tombe di epoca paleocristiana. Presso questa necropoli è stato recentemente segnalato vicino al mare un edificio costituito da un unico ambiente absidato, forse chiesa cimiteriale. A O di Tholaria è il sito del c.d. teatro, una cavea di forma curvilinea e con terrazzamenti contenuti da muri di sostegno. Nella parte settentrionale dell'isola, sullo scosceso e alto monte di Haghios Konstantinos, si trovano un castello bizantino, un abitato e resti di una grande basilica con avancorpi e synthronon circolare nell'abside, in cui si conserva una parte dell'ornamentazione aniconica dell'VIII-IX secolo. In località Vlychada, a SE del castello di Haghios Konstantinos, sono stati segnalati, al di sopra di un piccolo ormeggio, un edificio circolare e frammenti ceramici in superficie nella circostante area rocciosa, indizio di qualche impianto artigianale, probabilmente di età tardoantica.
Pserimos. - Piccola isola rocciosa a SE di C. e a breve distanza da questa, con un piccolo abitato, Chora, nella parte SO, sul fondo in un porticciolo. Nel 1888 W. R. Paton pubblicava un'iscrizione che era custodita nella chiesa del villaggio; il testo, in cui è presente anche il nome dell'isola ([...] Σ έν κάττοις έν Ψηρίμω ....), è datato (Segre, 1944-1945) non prima del III sec. d.C. e la menzione in esso degli arconti di Coo dimostrerebbe l'annessione di Pserimos da parte dell'isola vicina. In una recente ricerca sull'antica Coo (Scherwin-White, 1987) è appurato che le piccole isole intorno a C. erano già sottomesse a Coo, con la costituzione di una cittadinanza comune (omopolitèia), nel III sec. a.C. Nell'isoletta, dove, oltre a rinvenimenti monetali, si osservano elementi architettonici sparsi, si è ipotizzata (Koukoulis, 1980) la localizzazione di Peraiotas, antico demo di Calimno.
Per quanto riguarda i monumenti cristiani dell'isola, sono stati osservati e descritti resti di muri di due basiliche paleocristiane ed elementi architettonici in marmo (Volanaki, 1987, 1989). A E del villaggio, presso l'attuale cimitero, dove è la chiesa della Koimesis tis Theotokou, sono stati localizzati i resti di una basilica e in località Letrì - a SE dell'abitato, dove si trova la cappella dell'Arcangelo Michele - sono stati individuati i resti di un'altra basilica con annessi elementi architettonici.
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(Α. Dreliossi)