Vedi CALLATIS dell'anno: 1959 - 1973 - 1994
CALLATIS (v. vol. ii, p. 277)
Oggi Mangalia, colonia di Heraklea Pontica sulla costa occidentale del Mar Nero, tra Tomis a N e Bizone a S (Memnon, fr. 21 = Fr. Hist. Gr., iii, 537; Ps. - Skymnos, 761 s.; Strabo, Geogr., vii, 6, i; xii, 3, 6) forse sul sito di un centro indigeno, il cui nome sembra essere stato Cerbatis o Acervetis (Plin., Nat. hist., iv, 11, 44).
Secondo il passo dello Pseudo-Skymnos sopra citato C. sarebbe stata fondata "sull'ordine di un oracolo, all'epoca del re Amyntas", con ogni probabilità Amyntas I di Macedonia (540-498). La città sarebbe sorta dunque alla fine del sec. VI, secondo un consenso quasi unanime, anche se gli editori della Lista dei tributi attici del 425 cercano di abbassare tale data sino al secolo IV (ATL., i, p. 539; cfr. D. M. Pippidi, in St. Clasice, vii, 1963, pp. 329-330).
Mancano ulteriori notizie sul periodo più antico della città; nessuna fonte la ricorda prima del sec. IV, quando appaiono le prime iscrizioni (W. Peek, in St. Clasice, vi, 1964, p. 124, n. 13; Pippidi, in Akte IV intern. Kongr. f. Epigraphik, Vienna 1964, p. 327). Si può postulare tuttavia che il suo sviluppo lungo i secoli V-IV sia stato rapido e vigoroso, una volta che, alla fine del sec. IV, è a capo delle città pontiche che si erano ribellate a Lisimaco (Diod., xix, 73, 1-5; xx, 25; cfr. G. Saitta, in Kòkalos, i, 1955, p. 68 s.). Verso il 262 a. C., alleata di Histria, C. sopporta una dura guerra contro Bisanzio per la supremazia sull'emporio di Tomis (Memnon, fr. 21). Sebbene sconfitta, non tarda a riguadagnare il primo posto tra le città della Dobrugia, stabilendo rapporti economici e culturali con le altre colonie greche della costa settentrionale e occidentale del Mar Nero, con numerosi porti della Grecia metropolitana e persino con Alessandria (vedi i testi in Pippidi, Contributii2, pp. 51 s., 260 s.). Il benessere materiale ha favorito lo sviluppo di una vita culturale di un singolare interesse: callatiani come Demetrio, Eracleides Lembos e Satyros "il peripatetico" diventano famosi in tutto il mondo ellenistico con le loro opere letterarie o scientifiche.
Verso la fine dell'epoca ellenistica C., come tutte le città pontiche, attraversa un periodo di crisi. Nel primo trentennio del sec. I deve aver fatto parte dell'unione pontica creata da Mitridate Eupatore; per questo, verso il 72-71 a. C., viene attaccata e conquistata da M. Terenzio Varrone Lucullo. Così i callatiani diventano alleati di Roma (importante frammento del trattato conchiuso: Dacia, III-IV, 1927-32, p. 456; Compt. rend. Accad. Inscr., 1933, p. 278-288; C.I.L., 12, 2676; cfr. A. Passerini, in Athenaeum, xiii, 1935, p. 57-72) anche se dieci anni dopo si oppongono a C. Antonio Hybrida (Cass. Dio, xxxviii, 10, 3; li, 26, 5). Verso la metà del I sec. il dominio del re geta Burebista sulle colonie pontiche, da Olbia ad Apollonia, si deve essere esercitato anche su C. (Strabo, Geogr., vii, 3, ii; Dione Prus., Or., xxxvi, 4 s.). Dopo le campagne di Licinio Crasso lungo il Danubio (29-27 a. C.), in ogni caso prima dell'8 d. C., C., insieme ad altre città greche della costa occidentale del Mar Nero, è annessa all'Impero, parte integrante di un κοινὸν con capitale a Tomis (J. Toutain, Mém. Soc. Ant. de France, lxii, 1902, p. 126 ss.; Pippidi, Contribut,ùtii2, pp. 410-431 con precedente bibliografia). Dopo la trasformazione della Tracia in provincia romana, C. fa parte della Moesia; a cominciare dall'86 d. C., della Moesia Inferiore. Forse già dal sec. I, certo dai primi anni del sec. Il troviamo qui un conventus civium Romanorum, condotto da un quinquennalis perpetuus (A. Rǎdulescu, St. Clasice, iv, 1962, p. 275). Da questo momento C. non ha più una storia propria e passa per le vicende di qualsiasi città di provincia situata presso una frontiera minacciata. Le iscrizioni greche e latine dedicate agli imperatori o relative alla vita della città non oltrepassano l'epoca di Giustiniano.
L'organizzazione interna (l'eponimo è un βασιλεύς), le istituzioni politiche e la magistratura di C., nel periodo dell'autonomia sono simili a quelle delle altre colonie megaresi del Mar Nero e della Propontide (Kr. Hanell, Meg. Studien, 149 Ss.; Pippidi, Geţi Şi greci, pp. 203 ss.; 243 ss.). Lo stesso può dirsi delle istituzioni religiose, a cominciare dal calendario (Hanell, op. cit., 190 ss.; Pippidi, Contribuţii2, pp. 265-266). Del pantheon tradizionale hanno goduto di un favore eccezionale - oltre Apollo, Demetra, Afrodite, Atena, Zeus, Ercole, Artemide e Agathos Daimon - Dioniso, la cui epiclesi locale sembra essere stata quella di Dasyllios (Arch. Ep. Mitt., xvii, 1894, p. 101, n. 43; Prott-Ziehen, Fasti Graecorum Sacri, i, p. 43, n. 22), e Cibele. Numerose iscrizioni dell'epoca ellenistica e dell'inizio dell'età romana parlano di un'intensa attività dei thiasoi callatiani; molti decreti menzionano la costruzione o il rifacimento di alcuni templi (Dacia, i, 1924, p. 126-144; Rev. Arch., xxi, 1925, pp. 258-192; St. Clasice, viii, 1966, pp. 87-96); una dedica del sec. I d. C. ci ha conservato il ricordo di un ἄντον destinato agli iniziati (Pippidi, Bull. Corr. Hell., lxxx, viii, 1964, pp. 151-159). Verso la metà del sec. I d. C. esisteva a C. anche una gerusia (Pârvan, Gerusia din Callatis, pp. 51-90 = SEG, i, 327; cfr. Pippidi, Contribuṭii2 pp. 329-337).
Bibl.: V. Pârvan, Gerusia din Callatis, in An. Acad. Rom., XXXIX, Mem. Sec. Ist., 1920, p. 51-90; O. Trafali, La cité pontique de Callatis, in Rev. Arch., XXI, 1925, pp. 258-292; Kr. Hanell, Megarische Studien, Lund 1934; R. Vulpe, Histoire ancienne de la Dobroudja, Bucarest 1938; T. Sauciuc-Sǎveanu, L'Archéologie en Roumanie, Bucarest 1938, pp. 1-24; D. M. Pippidi-D. Berciu, Geţi Şi greci la Dunǎrea-de-jos din cele mai vechi timpuri pînǎ la cucerirea romaná, Bucarest 1965; Contribuţii la istoria veche a României2, Bucarest 1967.
(D. M. Pippidi)
Il fatto che sul sito dell'antica C. sorga la moderna città balneare di Mangalia ha impedito sistematiche ricerche sul terreno. Gli scavi iniziati nel 1915 e continuati nel 1924-1942 si sono risolti in una serie di sondaggi non troppo concludenti e in un recupero di materiale disparato (iscrizioni, frammenti architettonici, statue e rilievi marmorei di piccole e medie proporzioni, numerosissime statuette fittili, monete). Gli scavi ripresi nel 1949 e poi nel 1958, si sono limitati sinora al problema della cinta e alla ricerca dell'immensa necropoli, specialmente di quella a tumuli.
Della topografia generale dell'antica pòlis si è potuto rintracciare il sito del porto, oggi sotto il livello del mare, piuttosto una statio per le navi, a detta di Arriano (Per., xxiv, 3), a circa 70-80 m a S della città e la linea della cinta di epoca romana in grandi blocchi di pietra calcarea e torri esterne quadrangolari. A differenza di quanto si verifica a Histria, questa si sovrappone esattamente al tracciato del muro di epoca ellenistica (secondo le più recenti scoperte). In epoca romana e tardoromana essa ha avuto più rifacimenti, uno dei quali dovuto al governatore Valerio Bradua, testimoniato epigraficamente (S. Lambrino, Homm. Grénier, ii, p. 935 s.). Presso le mura correva un fossato profondo 5-6 m, mentre un altro fossato difendeva una superficie assai più vasta di quella compresa nelle mura.
L'unico edificio scoperto sull'area della città, proprio addossato al muro settentrionale di essa, è una basilica cristiana di tipo siriaco con aula a tre navate e cortile laterale nella prima fase (sec. V), trasformata all'epoca di Anastasio con aggiunta di due pastophoria, cortile trasformato in atrio. Quanto alle costruzioni sacre o profane di epoca greca o romana le nostre conoscenze si limitano agli aridi accenni delle iscrizioni e ad alcuni frammenti architettonici - spesso di fine fattura - che, come le iscrizioni, non risalgono oltre l'inizio del sec. IV. Alcune stele funerarie, piccoli fregi ellenistici con bucrani e ghirlande o scene mitiche, statuette di divinità - prima fra tutte Cibele - eleganti capitelli, una produzione coroplastica singolarmente ricca e variata, ci permettono di conoscere una produzione minore, ma di non scarsa importanza, a volte con decisi accenti periferici, gia in buona epoca ellenistica; essa continua senza soluzione di continuità sino ad epoca tardoromana;
Le emissioni monetali hanno inizio nel IV sec. a. C. (secondo il sistema ponderale eginetico) e continuano, con brevi intervalli, sino alla metà del III sec. d. C.
Gli scavi condotti da più decenni nella necropoli piana e tumulare, in diversi settori, hanno permesso la conoscenza di centinaia di tombe dal IV sec. a. C. al V sec. d. C., assai diverse dal punto di vista struttivo e rituale. Il rito dell'inumazione, preponderante, è contemporaneo e parallelo a quello della cremazione, tanto in epoca greca che romana, com'è dimostrato dall'identità dei corredi. Per i secoli iv-ii i tipi principali di tomba sono: 1) a fossa con le pareti sostenute da muretti in opera isodoma o da grandi tegole, talora con ricchi corredi (degna di nota una tomba contenente un papiro); 2) più rare - sinora soltanto tre - le tombe a camera con vòlta a botte, preceduta da un dròmos, costruite in blocchi di pietra accuratamente tagliati, del tipo diffuso in Macedonia; 3) frequenti le tombe a semplice fossa coperte con più tegole disposte a uno o due spioventi e poverissimo corredo. Non mancano seppellimenti di bambini in anfora.
Nei tumuli di epoca romana e tardo-romana (che si estendono verso O) è assai diffusa la cista litica - più raramente il sarcofago - e la tomba impropriamente detta "a catacomba", costituita da un profondo pozzetto che immetteva in una cameretta a vòlta scavata nella terra, senza aiuto di opera muraria. Il corredo è generalmente modesto; ma non mancano, specialmente nel II sec., corredi più variati con vetri, vasi e candelabri di bronzo, a volte modesti gioielli d'oro.
Il materiale ricavato dallo scavo è diviso fra il piccolo museo di Mangalia, quello di Costanza (Museo Archeologico), e due musei di Bucarest (Museo Nazionale di Antichità, Museo Severeanu).
Bibl.: Vecchi scavi: Th. Sǎuciuc-Sareanu, Callatis (Rapporti preliminari di scavo), in Dacia, I, 1924, pp. 8-165; II, 1925, pp. 104-147; 1927-1932, pp. 411-482; V-VI, 1935-1936, pp. 247-319; VII-VIII, 1937-1940, pp. 223-281; IX-X, 1941-1944, pp. 243-347. Dati topografici generali: C. Preda, Callatis (Monumentele patriei noastre), Bucarest 1963; S. Lambrino, Traces épigraphiques de centuriation romaine en Scythie Mineure (Roumanie), in Hommages A. Grénier, Bruxelles 1962, II, pp. 928-939. Basilica romano-bizantina: D. Theodorescu, L'édifice romano-byzantin de Callatis, in Dacia, N. S. VII, 1963, pp. 257-300. Frammenti architettonici e scultorie: G. Bordenache, Antichità greche e romane nel nuovo Museo di Mangalia, in Dacia, N.S. IV, 1960, pp. 399-509. Monete: B. Pick-K. Regling, Die antiken Münzen Nord-Griechenlands, I, i, Berlino 1898, pp. 83-124; C. Preda, Date si concluzii preliminare asupra tezaurului descoperit la Mangalia în anul 1960, in Studi Cercetari Istorie Veche, 1961, 2, pp. 385. Necropoli sec. IV-II a. C.: C. Preda, Archeological Discoveries in the Greek Cemetery of Callatis-Mangalia (IV-III centuries b. C.), in Dacia, N. S., V, 1961, pp. 275-303; id., Una nuova tomba a volta scoperta presso Mangalia Callatis, ibid., VI, 1961, pp. 157-172; D. M. Pippidi, In jurul papirilor de la Derveni dei Callatis, in St. Clasice, IX, 1967, p. 203-210. Necropoli romana: C. Preda, Découvertes récentes dans la nécropole tumulaire du début de l'époque romaine à Callatis, in Dacia, N. S., IX, 1965, pp. 233-252.
(G. Bordenache)