GHIGI, Callisto
Nacque a Bologna, da Raffaele e da Maria Boriani, il 21 marzo 1904, e nell'ateneo della sua città studiò medicina e chirurgia. Durante gli anni del corso fu allievo interno presso l'istituto di anatomia umana normale diretto da G. Valenti. Si laureò con il massimo dei voti e la lode l'11 luglio 1928, discutendo, con G.G. Forni, una tesi di interesse oncologico, poi pubblicata (Contributo allo studio della "riserva alcalina" neitumori, in Tumori, XV [1929], pp. 482-503), nella quale sostenne che la diminuzione della riserva alcalina nei portatori di neoplasie maligne doveva essere messa in relazione all'abnorme produzione di acido, segnatamente di acido lattico, da parte dei tessuti tumorali, associata alla diminuita efficienza dei mezzi di neutralizzazione fisiologica degli stessi. Il 1° nov. 1928, superato il relativo concorso, divenne assistente effettivo presso l'istituto di anatomia umana normale dell'Università di Bologna ove, dall'anno accademico 1928-29, fu incaricato delle esercitazioni pratiche sul cadavere, ufficio che avrebbe ricoperto ininterrottamente fino al 1939-40. Conseguita nel 1933 la libera docenza in anatomia umana normale, nel 1936 fu nominato aiuto nell'istituto bolognese, la cui direzione era stata assunta nel 1933 da A.C. Bruni.
Avviatosi decisamente alla carriera accademica, il G. fu dapprima incaricato, presso l'Università di Bologna, dell'insegnamento di anatomia topografica per la facoltà di medicina e chirurgia dal 1932-33 al 1936-37 e di quello dell'anatomia umana per la facoltà di scienze nel 1939-40, nonché di quello di anatomia umana normale e dell'istologia ed embriologia presso la libera Università di Ferrara dal 1936-37 al 1939-40; quindi, vinto il relativo concorso, fu chiamato come professore straordinario di anatomia umana normale dall'Università di Siena nel 1940 e, dopo un triennio, come ordinario della stessa disciplina presso quella di Bari. Infine, assunta nel 1948 la direzione della cattedra di anatomia umana normale dell'Università di Modena, vi insegnò ininterrottamente fino alla prematura scomparsa. In questo ateneo ricoprì anche la carica di rettore dal 18 febbr. 1954 al 31 ott. 1955 e di membro del consiglio di amministrazione.
Sul piano didattico, il G. si distinse per l'accurata impronta pratica che caratterizzò il suo insegnamento, basato soprattutto sullo studio approfondito dell'anatomia topografica, onde assicurare il necessario bagaglio culturale agli studenti che, per la maggior parte, avrebbero dopo la laurea esercitato la professione medica. Riteneva che lo studio dell'anatomia dovesse giovarsi non solo del bisturi, ma di tutti i mezzi più o meno sofisticati offerti dalla tecnica per procedere a una minuziosa osservazione; alla quale, comunque, ognuno poteva dare inizio nel modo più semplice e diretto, procedendo all'ispezione, alla palpazione, alla percussione, all'esame della mobilità funzionale e passiva degli organi in esame o di loro parti. Era questo un metodo di studio e di insegnamento della materia sino ad allora sconosciuto nei laboratori anatomici, che bene illustrò in un lavoro pubblicato in occasione del suo arrivo all'Università di Bari: L'anatomia umana normale e la sua importanza attuale dalpunto di vista didattico e scientifico, Bologna 1943.
Accanto all'impegno didattico, il G. svolse una apprezzata attività di ricerca scientifica. Formatosi alla scuola di due illustri anatomisti, il Valenti e il Bruni, egli fu un eccellente morfologo, autore di studi ispirati soprattutto a tre linee guida: l'anatomia con diretta relazione alla attività clinico-pratica, le modificazioni di tessuti e organi del corpo umano durante l'accrescimento e la senescenza, l'anatomia quantitativa e costituzionalistica.
La perfetta conoscenza delle tecniche istologiche, che, tra l'altro, gli consentì di recare miglioramenti al metodo di colorazione delle fibre precollagene (Sul metodo di impregnazione argentica delle fibre precollagene secondo la tecnica di J.R. Perrau, in Monitore zoologico italiano, XLI [1930], pp. 155-161), fu alla base delle accurate indagini condotte dal G. in vari settori della morfologia. Dimostrò nei tubuli seminiferi retti e nelle lacune della rete testis l'esistenza, contrariamente a quanto sostenuto da eminenti trattatisti, di una lamina basale, diretta continuazione di quella del tubulo seminifero contorto (Contributo allostudio della parete dei tubuli seminiferi retti e delle lacune della rete testis, in Boll. della Società italiana di biologia sperimentale, V [1930], pp. 346 s.). Stabilì che il canalis infrasquamosus, la cui possibile esistenza deve sempre essere tenuta presente nelle indagini cliniche per le importanti implicazioni patologiche specialmente in corso di traumatismi e di processi infettivi, è riscontrabile nell'8% degli individui, soprattutto nei brachicefali (Contributo allo studio del canalis infrasquamosus, in Ricerche dimorfologia, XI [1931], pp. 1-51). Studiò le differenze radiologiche tra os trigonum tarsi e fratture del processo posteriore dell'astragalo, delle quali illustrò la patogenesi (Contributo allo studio dell'"os trigonum" e delle fratture delprocesso posteriore dell'astragalo, in Chirurgia degli organi di movimento, XVI [1931], pp. 499-530, in coll. con A. Morelli; Contributo sperimentale allo studio delle fratture di Shepherd, ibid., XVII [1932], pp. 177-184). Eseguì interessanti osservazioni morfologiche improntate a evidenti finalità cliniche a carico dell'arto superiore (Contributo allostudio della architettura radiografica della scapola dell'uomo, ibid., XIX [1934], 20, pp. 51-68; Contributo allostudio dell'articolazione della mano, ibid., XXIV [1939], pp. 344-372; Studio dell'anatomia topografica della meccanica articolare del polso e della costituzione interna dell'osso navicolare, ibid., XXX [1946], 30, pp. 106-116). Particolarmente importanti per la nascente chirurgia polmonare furono le ricerche eseguite dal G. sulla costituzione del cosiddetto seno polmonare, nelle quali dimostrò che tale formazione anatomica è uno spazio reale scavato entro i polmoni e situato lateralmente all'ilo polmonare nel cui interno decorrono i bronchi, le arterie e le vene polmonari diretti ai singoli lobi; e mise in evidenza che il connettivo delle porzioni periferiche del polmone alla nascita e nella fanciullezza possiede ancora attività morfogenetica (La parte intrapolmonare di alcuni componenti del peduncolo polmonare, in Atti della Società italianadi anatomia. VI convegno, Roma… 1934, Suppl. al Monitore zoologicoitaliano, XLVI [1935], pp. 198-201; La distribuzione e disposizione intraviscerale dei bronchi, delle arterie e delle vene polmonari, in Ricerche di morfologia, XV [1936], pp. 273-407; Contributo allo studio del connettivo del polmone dell'uomo, ibid., XVII [1939], pp. 235-271). L'ultimo dei lavori citati, che pone in evidenza come le modificazioni subite dallo stroma connettivale nell'arco dell'esistenza possano in parte chiarire i meccanismi patogenetici delle malattie del polmone e i motivi della loro incidenza nelle differenti età, è inquadrabile nel vasto gruppo di ricerche sul connettivo e sulla sua evoluzione nei vari organi nel corso del ciclo vitale accuratamente condotte dal G.: Contributo allo studio della involuzione senile della parete connettivale del tubulo seminifero contorto dell'uomo, in Monitore zoologico italiano, XLIII (1932), 4-5, pp. 103-114; Contributo allo studio del connettivo della mucosa nasale, in Arch. italiano di anatomia e di embriologia, XXIX (1931), pp. 256-294; Contributo allo studio del tessuto connettivo della milza umana nelle varie età, in Boll. della Società italiana di biologia sperimentale, VII (1932), 3, pp. 205-211; Contributo allo studio della capsula tonsillare della tonsilla palatina, in Oto-rino-laringologia italiana, VI (1936), pp. 175-190, importante dimostrazione dei rapporti esistenti tra costituzione anatomica degli organi e loro suscettibilità allo sviluppo di processi infiammatori. Di interesse eminentemente specialistico otorinolaringologico furono alcuni lavori del G. di ordine morfologico e morfogenetico (Contributoallo studio dello sviluppo delle ghiandole esofagee profonde nell'uomo, in Arch. italiano di anatomia e di embriologia, XXX [1932], pp. 259-292; I capillariintraepiteliali della mucosa nasale dell'uomo, in Monitore zoologico italiano, XLIII [1932], 1-2, pp. 35-43; Contributo allo studio dello sviluppo delle ghiandole della laringe, trachea e grossi bronchi nell'uomo, in Oto-rino-laringologiaitaliana, III [1933], pp. 496-520; Le trasformazioni della struttura della mucosa laringea nelle varie epoche della vita, in Ricerche di morfologia, XVII [1939], pp. 273-316) e anatomopatologico (Contributo alla conoscenza della tubercolosi ulcerosa dell'esofago, in Oto-rino-laringologia italiana, VII [1937], pp. 437-458); e quelli sperimentali-fisiopatologici, eseguiti in collaborazione con A. Giovanardi, allora direttore della clinica otorinolaringoiatrica dell'Università di Bari (Ricerche sperimentali sugli effetti dell'esposizione prolungata al caldo seccoed al caldo umido, ibid., XIII [1943], pp. 85-104; Sulle condizioni anatomo-funzionali delle prime vie respiratorie in un gruppo d'operaie esposte prolungatamente al caldo secco, ibid., pp. 363-380), che fornirono la dimostrazione che l'esposizione prolungata all'ambiente caldo secco, che caratterizzava le condizioni lavorative di un gruppo di operaie, era in grado di indurre nella mucosa della cavità nasale trasformazioni di tipo atrofico e metaplasico dell'epitelio di rivestimento, favorendo così lo sviluppo di processi infiammatori e contribuendo allo sviluppo di alcune patologie a carico delle prime vie aeree.
Alla conoscenza morfologica e funzionale della tiroide e delle paratiroidi, e ai rapporti fisiopatologici intercorrenti tra queste ghiandole, il G. recò contributi di importanza fondamentale: dimostrò l'esistenza di rapporti anatomo-topografici così intimi tra tali strutture da rendere estremamente arduo procedere alla tiroidectomia sperimentale totale o parziale senza ledere le paratiroidi, mise in evidenza le modificazioni in senso ipertrofico e iperplastico cui possono col tempo andare incontro alcune porzioni della tiroide e le variazioni ponderali della ghiandola riscontrabili nelle diverse età e nei vari tipi costituzionali, osservò e descrisse la stretta correlazione funzionale tra tiroide e paratiroidi, ritenne di attribuire all'epitelio interfollicolare tiroideo una potenziale funzione secretiva di riserva, studiò l'anatomia topografica e la vascolarizzazione delle paratiroidi e ne tentò la determinazione del peso interpretandone inoltre le variazioni di volume dei nuclei cellulari come indice dell'attività ghiandolare (Ricerche sperimentali sulla correlazione funzionale fra paratiroidi e corpotiroideo, ibid., VII [1937], pp. 204-246; Ulteriori ricerche sulla correlazionefunzionale fra paratiroidi e corpo tiroideo, ibid., pp. 338-349; Contributo allostudio della ghiandola tiroide in condizioni sperimentali. Rigenerazione dellavescicola tiroidea, in Arch. italiano di anatomia e di embriologia, XL [1938], pp. 268-280; Ricerche citometriche sulla ghiandola paratiroide in particolari condizioni, ibid., XLII [1939], pp. 128-142; Contributo allo studio delle variazioni della ghiandola tiroide in individuidi età diversa e di differente tipo costituzionale, in Endocrinologia e patologiacostituzionale, XIV [1939], pp. 402-424, in collaborazione con E. Reggiani; Contributo allo studio della colloide tiroidea, in Oto-rino-laringologia italiana, XI [1941], pp. 113-127; Contributo allo studio dell'epitelio interfollicolare delparenchima tiroideo, in Ricerche di morfologia, XIX [1942], pp. 17-61; Contributo allo studio del peso delle ghiandole paratiroidi, in Atti della Accademia deiFisiocritici in Siena. Sezione medico-fisica e studi della facoltà medica senese, s. 11, X [1942], pp. 214-220; Contributo alla conoscenza della anatomia topografica delle ghiandole paratiroidi, in Quaderni di anatomia pratica e ortogenesi, s. 1, II [1942], pp. 3-15; Contributo allo studio della circolazione arteriosadelle ghiandole paratiroidi dell'uomo, in Quaderni di anatomia pratica, s. 3, II [1948], pp. 2-21).
Il G. fu anche autore di alcune pubblicazioni a carattere monografico: Compendio di anatomia umana normale, Modena 1964; Considerazioni su alcune tecnicheistometriche, ibid. 1966; Nozioni di anatomia umana normale, ibid. s.d.; Nozionidi istologia e di embriologia generale, ibid. s.d.
Il G. morì a Bologna il 9 ott. 1968.
Fonti e Bibl.: Oltre al fascicolo personale del G. nelle Università di Bologna, Ferrara e Modena, si veda: Necr., in Annuario della Università di Modena per l'anno accademico 1967-68, Modena 1970, p. 310; G. Lambertini, Dizionario anatomico. Anatomici e morfologi e lorotrovati, Napoli 1949, pp. 164, 400; C. Toni, Ricordo del prof. C. G., in Pubblicazioni dell'Istituto di anatomia umana dell'Università di Modena, n.s., 1970, pp. n.n.; C.G. Mor - P. Di Pietro, Storia dell'Università di Modena, I, Firenze 1975, pp. 192, 254 s.