CALLISTO I, san, papa
, Figlio di Domizio, era nato a Roma verso il 155. Era schiavo di un certo Carpoforo; battezzato e divenuto uomo di fiducia del suo padrone, fu condannato da lui alla macina, per aver fatto cattivi affari col denaro affidatogli; graziato, venne condannato una seconda volta, tra il 186 e il 189, ai lavori forzati nelle miniere di Sardegna per essere venuto a contesa con gli ebrei nella loro sinagoga di Roma. Ottenuta la liberazione tra il 190 e il 192, fu inviato da papa Vittore ad Anzio, e vi risiedette fino all'elezione di Zefirino, verso il 200, quando, per fiducia del nuovo pontefice, fu richiamato a Roma e nominato arcidiacono della chiesa romana e amministratore del cimitero sulla Via Appia (v. catacombe). Eletto papa nel 218, fece costruire un oratorio in Trastevere, istituì il digiuno del sabato nei tre periodi della mietitura, della vendemmia, della raccolta delle olive Prima e dopo l'assunzione al papato fu in lotta con Ippolito sulla questione trinitaria e sulla disciplina penitenziale, donde in gran parte le accuse e le insinuazioni lanciate da quest'ultimo nei Φιλοσοϕμενα contro l'antagonista.
Morì nel 222; il suo nome si legge nelle Depositiones martyrum sotto la data del 14 ottobre.
Bibl.: L. Coccolo, San Callisto, in La Scuola cattolica, s. 6ª, II (1923), pp. 765 segg., 853 segg.; Dictionnaire de Théologie Catholique, II, col. 1333 seg.; Realencyclopädie für protestantische Theologie und Kirche, 3ª ed., III, p. 640 seg.; XXIII, p. 292 seg.