CALLISTO (Καλλιστώ, Callisto)
Secondo la forma più antica della leggenda che risale, pare, ad Esiodo, Callisto, giovane fanciulla compagna di caccia di Artemide, è violentata da Zeus e da Artemide cambiata in orsa. Sotto tale forma giunge al monte Liceo, dove dà alla luce Arcade, e per comando di Zeus viene nutrita da Ermete. Un'altra versione narra che Callisto, divenuta orsa, fu presa da certi pastori che la consegnarono col figlioletto al padre di lei Licaone, il quale in un banchetto in onore di Zeus gl'imbandiva le carni del bambino; ma Zeus le respingeva inorridito, fulminava la casa, cangiava Licaone in lupo, e faceva risuscitare il bambino che consegnava a un pastore. Arcade, divenuto grande, stava un giorno per trafiggere a caccia la madre, e l'inseguiva fin nel sacro recinto di Zeus; gli Arcadi vorrebbero punirli con la morte della profanazione, ma Zeus cangia Callisto nell'Orsa maggiore e Arcade nel custode dell'Orsa (cfr. Ovid., Metam., II, 409-530 e Fasti, II, 155-192).
Callisto, la cui tomba si mostrava in Arcadia sotto il tempio di Artemide Calliste, è in origine identica con Artemide, dalla qluale si distacca divenendo una ninfa quando prevale la concezione di Artemide come dea vergine. La mutazione in orsa sembra alludere a un'antica divinità teriomorfa. Forse nell'orsa progenitrice degli Arcadi è da vedere un caso di totemismo.
Bibl.: Il lavoro fondamentale su Callisto rimane sempre quello di R. Franz, De Callistus fabula, in Leipziger Studien, XII (1890). Si veda pure Franz, Kallisto, in Roscher, Lexikon der griech. und röm. Mythologie, II (1890-94), col. 931 segg.; Adler, Kallisto, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., X, col. 1726 segg.; Preller-Robert, Griech. Mythologie, I, i, Berlino 1894, p. 469 seg.