CALONIMO (Calonymos, Kalonymos), Calo
Terzo dei quattro figli maschi del "maestro" Davide Calonimo di Iacopo Meir, nacque intorno al 1480 e passò la gioventù e praticò medicina a Napoli, dove il padre era medico e astrologo reale. A Napoli il titolo di artium et medicine doctor fuconcesso tanto al padre che a Calo.
La famiglia continuò a godere la protezione degli Aragonesi anche quando si trasferì a Bari all'epoca dell'invasione francese. Nel 1497 la cittadinanza napoletana fu concessa a Davide, ai figli suoi ed al genero Giuseppe Bellinfante; furono inoltre rinnovati ed estesi anche al ducato di Bari alcuni privilegi già concessi a Davide ed ai suoi figli.
Le fonti dell'epoca indicano la collaborazione del C. col padre ed il fratello Haim nello studio di opere astrologiche, mentre continuarono a mantenere i loro contatti con altre famiglie ebree. Fin dal 1508 il C. ebbe rapporti con Abramo de Balmes il giovane, il quale, già stabilito a Venezia, era parente dei Calonimo e nipote di Abramo de Balmes il vecchio, che era stato collega di Davide fra i medici di Ferrante I. Del resto la ramificazione dei rapporti che univano gli ebrei regnicoli con i loro parenti emigrati nell'Italia settentrionale, e specialmente nel Veneto, formava una rete altrettanto imponente di quella realizzata, su base matrimoniale, dal re Ferrante I. Nel 1508 il C. aveva profetato la guerra che la lega di Cambrai avrebbe iniziato contro Venezia. Nel marzo 1513 avvertì il doge Leonardo Loredan che l'eclisse di sole in quell'anno non avrebbe comportato danni per la Serenissima. A Venezia si trasferì nel 1517, dopo la morte del padre, continuando a praticare come medico. I suoi contatti col circolo veneto di ebrei eruditi si estesero per il matrimonio di una sua figlia con Elia Menahem, figlio di Abba Mari Halfan, il quale aveva già studiato astronomia a Napoli e godeva a Venezia di grande notorietà.
Nel 1530 le opere a stampa del C. furono inviate in Inghilterra a Enrico VIII. Queste accompagnavano il documento steso da Elia Halfan in favore del divorzio del re da Caterina d'Aragona, contro l'opinione della maggioranza dei rabbini che mantenevano l'obbligo mosaico ed erano dunque in accordo col divieto papale.
A segno della rinomanza goduta dal C. nel campo degli studi classici, v'è da segnalare che egli collaborò con G. B. Camozzi per redizione degli Opera omnia di Aristotele che furono stampati a Venezia tra il 1551 e il 1552.
Si ignora il luogo e la data di morte del Calonimo.
Come già notava nel 1506 Pescennio Francesco Negro, il C. fu il terzo della famiglia a dedicarsi allo studio di astrologia e medicina, forse seguito da un figlio per il quale un dr. C., utilizzava un assegno concesso dal Senato veneto nel 1553 onde "renderlo utile al servizio di questa illustrissima città" (Roth, p. 75).
Opere: Porta accentum, Venetiis 1523 (un supplemento in ebraico e latino alla grammatica ebraica di Abramo de Balmes); Liber de mundi creatione physicis rationibus probata (opera originale, stampata a Venezia nel 1527); Libellus seu epistola Averois de connexione intellectus abstracti cum homine, descritta come opera di "Calo Calonymos hebreo neapolitano Venetiis commorante", senza colophon (Venetiis 1527); Subtilissimus liber Averois qui dicitur destructio destructionum philosophie Algazelis nuperrime traductus et sue integritati restitutus. Adiunctis multis disputationibus Algazelis nusquam penes Latinos repertis: cui additus est libellus seu epistola Aver. De connexione intellectus abstracti cum homine ab eximio Artium et Medicine Doctor Calo Calonymos hebreo neapolitano atque preclarum eiusdem volumen De mundi creatione physicis probata rationibus, Venetiis 1527; Alpetragii Arabi Theorica Planetarum nuperrime latinis mandata literis a Calo Calonymos hebreo neapolitano, ubi nititur salvare apparentias in motibus planetarum absque eccentricis et epicyclis, Venetiis 1531, nella silloge giuntina sulla Sphaera (opera del 1528).
Bibl.: Per la vita e le attività: B. Chioccarelli, De illustribus scriptoribus qui in civitate et regno Neapolis… floruerunt, Neapolis 1780, I, p.123; N. Ferrorelli, Gli ebrei nell'Italia meridionale, Torino 1915 (ristampa anastatica, Bologna 1966), ad Ind.;G.Mercati, Ultimi contributi alla storia degli umanisti, II, Città del Vaticano 1939, pp. 83 s.; C. Roth, The Jews in the Renaissance, New York 1965, pp. 75 ss., 160, 234. Per le opere, M. Steinschneider, Cat. lib. Heb. Bibl. Bodl., Berolini 1852-60, coll. 1574-75; Id., Die hebr. Uebersetzungen des Mittelalt., Berlin 1893, pp. 333, 641 s.; P. Duhem, Le système du monde, Paris 1912-17, II-V, ad Indicem; S.Wininger, Grosse jüdische national Biographie, Cernauti 1928, III, p. 382; M. Bouyges, Averroès, Tahâfot-at-tahâfot, Beyrouth 1930, pp. XXI-XXIII;G. Sarton, Introduction to the history of science, Baltimore 1931, II-III, ad Indicem.
Da notare anche una ed. moderna del Destructio destructionum philosophiae Algazelis in the Latin version of Calonymos, a cura di B. H. Zedler, Milwaukee 1961.