calore
Forma di energia che passa da un sistema fisico a un altro, o da una parte all’altra internamente a uno stesso sistema, a causa di differenze di temperatura. L’unità pratica più comun. impiegata nella misura del c. negli esseri viventi è la chilocaloria (kcal), multiplo della caloria (1 kcal = 103 cal); questa unità pratica è compresa nel Sistema Internazionale delle unità di misura che prevede per il calore, come per le altre forme di energia, l’unità di misura in joule (1 cal ≃ 4,186 J). Negli organismi viventi la produzione di c. è detta termogenesi e deriva dal catabolismo delle molecole organiche; quelle che forniscono il maggiore apporto energetico appartengono ai lipidi e ai glucidi. Le reazioni chimiche che nell’organismo producono più c. sono le ossidazioni (metabolismo aerobico); la quantità complessiva di c. prodotto dipende dall’intensità del metabolismo, che è minima in condizioni di assoluto riposo e che aumenta soprattutto durante l’attività muscolare. La perdita di c. dal corpo avviene attraverso la superficie corporea (cessione di c. all’ambiente circostante, evaporazione di acqua attraverso il sudore).
Quadro clinico causato da temperatura elevata in tutto l’organismo. Ne esistono due forme: la lipotimia termica e il colpo di c. tropicale, di solito favorito dall’intensa umidità e quindi dalla ostacolata evaporazione del sudore. Differisce dal colpo di sole soprattutto per non essere in rapporto con l’azione diretta dei raggi solari.
L’uso del c., umido o secco, ha numerose applicazioni, sia generali, sia locali. Le prime comprendono tra l’altro le soste in grotte e i bagni a vapore che determinano una profusa sudorazione. Le applicazioni locali del c., che si attuano a scopo antispastico, antidolorifico, antiflogistico, ecc., possono essere attuate impiegando tanto il c. umido (cataplasmi, impacchi caldo-umidi, ecc.) quanto il c. secco (termofori, recipienti con acqua calda, impacchi di paraffina, forni alla Bier, ecc.). Esistono però altre forme di terapia fisica (diatermia e marconiterapia, radarterapia, ecc.) mediante le quali è possibile portare il c. in seno ai tessuti profondi.