calura
La voce appare in Fiore CXXVI 8 i' proverò ched e' son Paterini, / e farò lor sentir le gran calure, che svolge (immettendovi nuovo vigore di rappresentazione) Roman de la Rose 11752-11753 " Il avra de corde une longe / A qui l'en le menra bruler ". Tutta l'espressione significa " farò sentir loro il gran caldo ", con allusione al supplizio del rogo, cui erano condannati gli eretici. Essa ricorda quella di Griffolino in If XXIX 109-110 " Io fui d'Arezzo, e Albero da Siena ", / rispuose l'un, " mi fé mettere al foco... ", che presenta analoghe colorazioni ironiche. C. è voce diffusa anticamente sia in prosa che in poesia (cfr. M. Corti, I suffissi dell'astratto -or e -ura nella lingua poetica delle origini, in " Atti Accad. Naz. Lincei, Rendic. " s. 8, VIII [1953] 308).