CAMBODUNUM
Antica città dei Vindelici nella Rezia, nel punto d'incrocio fra la strada romana che dalla Gallia portava alla provincia del Reno e la via Claudia, che da Verona portava al Danubio.
La città romana non si elevò nello stesso luogo dell'oppidum gallico, ma su una terrazza ad E del fiume Iller, dirimpetto all'odierna Kempten (Strabo, iv, 206; Ptol., ii, 12, 4; Itin. Ant., 237, 250, 258).
Lo sviluppo della città ai primi tempi dell'Impero fu rapido ma, quando sotto Vespasiano la grande arteria dal Reno al Danubio fu deviata su un'altra direttrice, la città rimase in precarie condizioni, soggetta a sempre maggiori disagi economici, finché fu distrutta nel 260.
I più antichi trovamenti archeologici a C. sono rappresentati da vasi aretini e monete augustee; i resti di edifici più antichi risalgono a Tiberio. Per un lungo periodo di tempo appare una ceramica con ingubbiatura rosso-chiara. Molti gli oggetti di metallo recuperati, per lo più monete e fibule; tra i pezzi più tardi sono monete di Diocleziano.
Le costruzioni si possono dividere in tre periodi: il primo, in cui le case erano costruite in argilla, specie alla periferia. Vi sono tracce di un incendio, che può aver avuto una funzione determinante nel passaggio alla seconda fase edilizia. Durante il secondo periodo la città, ricca di portici, aveva preso una pianta regolare e simmetrica, divisa dal cardo e dal decumanus. A questo momento risalgono le terme, il Foro, la basilica, la curia, il tempio che presentano un impianto urbanistico regolare simile a quello del Foro di Timgad. Segue un periodo di decadenza.
Bibl.: P. Reinecke, in Römisch-germanisches Korrespondenzblatt, V, 1912, p. 17.