CAMELEONTE (Χαμαιλέων, Chamaelĕon)
Peripatetico: lo stesso, pare, che nel 281-80 a. C. andò ambasciatore della sua città nativa, Eraclea, presso Seleuco Nicatore. È una delle figure che meglio rappresenta, al principio del sec. III, quel reagire del mondo ionico contro la cultura ateniese che conduce allo studio di opere e di forme letterarie preattiche e avvia al sorgere della scienza filologica per la necessità che di qui nacque di riguadagnare alla cultura nuova nella vera veste loro e nella loro varia comprensione espressioni d'arte e di poesia da un pezzo tramontate o quasi. Titoli dei suoi lavori (συγγράμματα) e notizie tramandateci su di essi da Ateneo denotano chiaramente indagini su singoli poeti, con particolar riguardo, sì, all'elemento personale, non però biografie: carattere, del resto, che con Cameleonte condividono i peripatetici in genere. Il metodo ch'egli segue per ricostruire notizie e lineamenti delle diverse figure è già di Aristotele: interrogare l'opera del poeta; ma il metodo, buono in sé, non fu usato con molta cautela. C. non disdegnò infatti di ricorrere a pure combinazioni e deduzioni, né di ascoltare i pettegolezzi e la cronaca scandalosa della commedia, e al romanzesco e al leggendario lo portò altresì, di rincontro, la tendenza a idealizzare ch'era nei tempi. Questo non vuol dire che la tradizione biografica di C. sia senz'altro da trascurare: dev'essere, solo, materia di critica. Sappiamo che C. scrisse anche un Περί σατύρων e un'opera sulla commedia antica (Περὶ τῆς ἀρχαίας κωμῳδίας). Conosciamo di lui anche tiioli di opere filosofiche che rivelano in tutto interessi da peripatetico.
Bibl.: I frammenti furono raccolti da E. Köpke, De Chamaeleonte Heracleota, Berlino 1856, e completati da E. Wendling, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., col. 2103. Alla bibl. del Wendling si aggiunga: E. Schwartz, Fünf Vorträge über den griechischen Roman, Berlino 1896, p. 113; A. Körte, in Festschrift für die 49. Versammlung deutscher Philologen in Basel, 1907, p. 198 segg.; R. Reitzenstein, Epigramm und Skolion, Giessen 1893, p. 116 segg.